Un evento che chiameremo x

Buongiorno,
Ho una domanda importante da fare ma prima raccondo brevemente il background della mia storia.
9 mesi fa sono caduto in depressione a causa di un evento che chiameremo X, per 2 mesi ho sofferto molto e verso la fine del secondo ho iniziato a rubare da mia mandre un ansiolitico di nome EN.
All'inizio, penso per effetto placebo, questo farmaco mi faceva sentire meglio, ma dopo poco ho iniziato a esagerare e l'ho finito.
Inseguito ad un altro evento Y, ho preso un altra "bastonata" e ho pensato di avere bisogno di aiuto.
Così, non sapendo la differenza tra psicologo e psichiatra, sono andato da una psichiatra che dopo 15 minuti di visita, mi ha prescritto xanax 0.5 e halcion.
Questi 2 farmaci hanno peggiorato tutto, mi hanno fatto allontanare da quelle poche persone con cui mi vedevo e non mi facevano ragionare bene.
Quando mio papà ha scoperto questi farmaci mi ha mandato da una psicologa privata.
La ritengo molto brava, e costosa, infatti mi ha aiutato molto a capire come sono successi gli eventi x e y.
Ciononostante, durante le visite ometto il suicidio... Cerco di farlo capire ma non penso che lei lo carpisca dalle mie parole.
La domanda è questa: Se io dicessi espicitamente "A volte penso che il suicidio sia la soluzione", cosa succederebbe?
Mi darebbe dei farmaci?
Io non ne voglio assolutamente prendere!
Mi manderebbe in qualche posto per pazzi?

Attendo le vostre risposte, grazie in anticipo
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile utente, non può omettere emozioni importanti solo per il timore di una scelta terapeutica che a lei non piace, così inficia il processo terapeutico. E' come se andasse dal medico con dolori al fegato ma non lo racconterebbe per timore che questi possa decidere per una operazione che lei non vuol fare.
Detto questo Gli psicologi non medici non prescrivono farmaci.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Dr. Armando,
Non credo ci sia bisogno di dirle che un dolore al fegato e il pensiero di suicidarsi siano due cose completamente diverse.
Ho 19 anni e non ho intenzione di finire in qualche clinica perchè ho visto mio zio, autistico, che ha 38 anni ed è sempre impasticcato di farmaci, è tutta la vita che gira per cliniche ma non mi sembra che risolvino qualcosa...
Certo io non sono autistico e non ho problemi mentali.
Vorrei evitare di essere obbligato a stare in qualche posto protetto perchè qualcuno non vuole che io mi ammazzi; perchè in quel caso lo farei realmente e mi sentirei anche giustificato a farlo!
Preferirei sapere cosa succede se lo riferisco alla mia psicologa.
Si sentirà in difficoltà e mi chiama la polizia?
Non so niente di queste cose...
Mi aiutera come fa normalmente?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
la sua terapeuta saprà aiutarla nel migliore dei modi, ma deve metterla in condizioni di poterlo fare, ossia dicendo ciò che prova davvero.