Conclusione di un rapporto

Salve,
circa una settimana fa ho concluso un rapporto di 2 mesi. Io vivo sola, e con lui siamo a 2 ore di distanza. Ogni weekend lui restava da me e dormivamo insieme. Parlavamo molto e quando eravamo insieme sia per me che per lui i telefoni erano inesistenti. C'eravamo solo noi. Lui esprimeva ogni notte la necessita' di dormire abbracciati. Non potevo (e non volevo) staccarmi 5 minuti.
I problemi sono iniziati quando chiedendo del suo rapporto con una sua amica lui omette una frequentazione con lei - che lei ha chiuso. La ammettera' da solo una settimana dopo.
Questo ha creato in me insicurezze, quali: perche' - se non c'era nulla di strano - non mi ha detto nulla quando ne abbiamo parlato?
Questa ragazza esce nel suo gruppo, frequenta casa del mio ex (si sta vedendo con il coinquilino del mio ex) e dorme li.
Da qui, 2litigi: il primo perche' il giorno che lei era da loro lui e' sparito tutto il pomeriggio (non sapevo avesse una partita di calcetto) e il secondo perche', sempre quando lei era li, lui e' uscito prima da lavoro.
Premetto che lui ha sempre cercato di farmi stare tranquilla - ribadiva che volesse io stessi tranquilla. Non e' mai stato assente ed io ho apprezzato tutto questo..forse non abbastanza.
La seconda discussione ci ha portato a chiudere.
Io il giorno dopo sono andata da lui, ma non faceva altro che ripetermi "non si puo' andare avanti, queste discussioni portano un malessere che all inizio di una relazione non dovrebbe esistere". Eppure insieme siamo sempre stati bene - e' a distanza che abbiamo avuto questi litigi. Lui continuava a dire che sapeva come una storia sarebbe stata senza fiducia (e' stato tradito per 3 anni nella sua unica storia - 4 anni fa). Ho provato a spiegargli che e' all'inizio che due persone hanno piu' insicurezza l'uno dell'altro perche' devono conoscersi. Gli ho spiegato che le soluzioni c'erano: 1- uscire coi suoi amici, 2- conoscere meglio lei e il suo coinquilino. Di fronte alle mie soluzioni si e' reso conto che pensava di aver fatto tutto ma che effettivamente qualcosa in piu si poteva fare. Il problema pero' e' che a distanza di 2settimane sarei poi dovuta partire per 2mesi per l'america.
Nei giorni successivi mi sono fatta sentire io con una chiamata e qualche messaggio in cui lui rispondeva, parlavamo (mai litigato), mi mandava anche foto dei posti dove era ma, quando sono andata al punto, mi ha detto - in breve - che non averlo ancora mandato a quel paese era una delle cose piu' belle che una persona avesse mai fatto per lui ma che tornare indietro ora non sarebbe stata una buona idea.
Abbiamo entrambi 28anni. Una settimana prima del nostro ultimo litigio mi aveva chiesto di stare insieme ufficialmente e avevo avuto invito dal padre di andare a casa loro.
Da 2giorni ho smesso ormai di farmi viva e tra 10giorni partiro. Mi sembra cosi assurdo che riesca a fare a meno di sentirmi, che non sia preso da un minimo di emotivita'. Che sia solo io l'unica a star male e a incolparmi dei miei errori
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
le relazioni a distanza sono una sfida nella sfida quindi difficilmente sopravvivono in presenza di un'ambivalenza da parte di uno dei due partner.
Lei parla dei problemi, offre soluzioni, mantiene i contatti in altre parole c'è molta determinazione da una parta e una certa opacità dall'altra, una sorta di reticenza a rivelarsi all'altro e ciò non può creare le condizioni favorevoli per costruire una relazione di coppia.
Considerando l'imminente partenza temo sarà difficile arrivare ad un confronto diretto che sarebbe peraltro auspicabile.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.le Dottoressa,
grazie per la sua risposta.
purtroppo è quello che credo anche io. Ormai è passato del tempo (una settimana abbondante) da questa discussione, e da 4 giorni non ci sentiamo più (esattamente da quando io ho smesso di farmi sentire).
nel rapporto lui era molto presente, e mi inseriva anche in una quotidianità sua familiare per la quale mi sembra assurdo che adesso lui riesca a fare come se io non esistessi. Eppure dalla rottura, sono sempre stata io a farmi sentire per ragionare insieme o anche solo per farmi sentire presente (volevo portare rispetto al sentimento che ho provato per lui e per il tempo investito con lui). Lui non era mai scocciato nel sentirmi, abbiamo passato quasi 2 ore a parlare al telefono riguardo la nostra discussione e i giorni seguenti un paio di msg da parte mia, così, per sapere come andavano gli impegni che sapevo aveva. Era lui stesso a dilungarsi nei messaggi, mandandomi anche foto di paesaggi, chiedendomi a sua volta dei miei impegni (tra cui uno importante a cui sapeva che tenevo).
poi ho capito che al fine della relazione, sembrava solo un ovviare il problema. Ho capito che non serviva e così sono 4 giorni che sono sparita. Speravo (e forse spero ancora) di vedere in lui un minimo di emotività dettata anche dalla mia imminente partenza. Cosa che non vedo.
non mi sento di dire o pensare che con me abbia sempre finto o che non ci abbia tenuto. Tutt'altro. Però, nonostante voglia credere al suo affetto nei miei confronti, trovo assurda questa "sicurezza" nel chiudere il nastro rapporto senza cedere nemmeno una volta dalla nostra ultima discussione. Alle volte spero di sentir bussare alla porta di casa, in un gesto prima della mia partenza. Purtroppo so che non avverrà ma davvero mi chiedo come sia possibile tutto questo menefreghismo ora.