Attacco d'ansia violento notturno

Buongiorno Dottori
Credevo di essermi liberato definitivamente dall'ansia quando dopo una situazione che sembrava innocua è tornata a farmi visita in modo veramente brusco.
Venerdì sera ho partecipato ad una serata molto piacevole con la mia ragazza ed i miei amici, abbiamo bevuto un po', fatto sta che una volta andati a dormire mi sveglio dopo 3 ore in piena crisi, un'angoscia inspiegabile che purtroppo a distanza di giorni mi fa sentire ancora parecchio debilitato (tachicardia, debolezza, e purtroppo non riesco a mangiare perché mi si blocca lo stomaco).

Devo dare qualche premessa, in serate precedenti sono stato male in modo simile perché la mia ragazza quando beveva non riusciva a darsi un freno e capitava spesso che si comportasse in modo strano come se mi volesse evitare o comunque preferisse stare con i miei amici che erano più alticci di me, questa cosa al risveglio mi ha causato sempre enorme disagio ma dopo averne parlato con lei mi ha promesso di darsi una regolata perché non voleva farmi soffrire e così è stato, aggiungo che una volta averle detto il tutto la mia ansia svanì. Ritornando all'ultima serata di venerdì lei è stata impeccabile, ha bevuto ma si è contenuta e lo stesso ho fatto io, ma come detto in precedenza è scattato comunque qualcosa che mi ha fatto e che ancora mi fa stare male.

Ho cercato di parlarne con lei ma non ne vengo a capo, ho cercato anche di ricordare se ci sono state delle emozioni negative in quella serata, e a dir la verità una ce n'è stata ma è stata breve e "subito smentita" da me stesso, ho visto lei con un mio amico parlare, e avvicinandomi sembrava fosse un discorso intimo, ma in realtà è stata una mia totale distorsione interpretativa, non mi ritengo una persona gelosa e me lo dice anche lei. Il problema è che brancolo nel buio e questo "attacco" mi ha destabilizzato parecchio, in più non avendo la soluzione mi do mille possibili teorie che diventano ossessive che non fanno altro che alimentare il mio malessere. Un altra possibile teoria che ingenuamente mi sono dato (ingenuamente perchè sono cosciente di non essere un professionista) è un problema di origine sessuale, stiamo insieme da 4 anni e l'attività è calata un pochino ma sento che la scintilla c'è ancora, solo che per lei è un periodo decisamente ricco di tensione, tra pochi giorni si laurea per la seconda volta e sua madre ha un tumore al pancreas (quest'ultima cosa crea molto disagio anche a me, sento che è sempre in background nella mia mente), probabilmente venerdì sera al ritorno a casa ero un po' eccitato, gliel'ho fatto capire garbatamente ma lei ha rifiutato per la stanchezza, e la cosa da parte mia è stata presa coscientemente bene, ma non vorrei che il mio inconscio lo prenda come campanello di allarme per una eventuale fine di rapporto, un altra cosa che fa prendere questa strada è il fatto che quel fatidico venerdì notte quando mi sono svegliato in preda al panico avevo il pene eretto. chiedo scusa per il poema e vi ringrazio
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

leggendo il suo racconto e i consulti precedenti, mi è parso mettere in luce diversi elementi preziosi. Questo sembra essere indice di una sua capacità riflessiva, che è un segno favorevole.

Racconta di avere vissuto uno stato critico, di angoscia. Se questo vissuto è stato intenso, è pur vero che lei stesso sottolinea che non ci sia un motivo effettivo di preoccupazione quando afferma, mi corregga pure se mi sbaglio, che la "situazione sembrava innocua".
Coerentemente con questo, sostiene di avere fatto una "distorsione interpretativa", dando cioè una lettura soggettiva agli episodi avvenuti con la sua ragazza.

Leggendo le sue parole, si rintracciano alcuni elementi importanti, che possono provocare in lei un malessere. Riguardano le attenzioni che la sua ragazza dà ad altre persone sia in situazioni più goliardiche sia in momenti più intimi. Riguardano anche l'attività sessuale sia perché è diminuita sia perché non è sempre soddisfatta come vorrebbe.

Questi vissuti possono parlarci di alcuni aspetti di sé, ad esempio della gelosia di quei momenti, della competizione e del possibile timore di non essere all'altezza e di non valere, della paura dell'abbandono anche. Aspetti del suo mondo interiore, che devono essere approfonditi dal vivo, assieme alle sue esperienze relazionali e alla sua storia attuale.
Possiamo dire che su questi temi e sulle sue emozioni, come affermavo all'inizio, lei abbia forse già avuto modo di riflettere. Lo mostra con questo, ma anche con i precedenti consulti.

Quello che posso dirle in questa sede è che a volte il malessere può prendere il sopravvento nonostante il suo tentativo, che mi sembra presente, di gestirlo. Questo può accadere quando alcuni vissuti possono essere fortemente radicati dentro di noi. In effetti, se notiamo, potremmo dire che in un certo senso il suo malessere si ripresenta in modo simile nelle sue esperienze relazionali, nel tempo.

Tenga anche presente che il tentativo di gestire la situazione, "smentendo le sue distorsioni", può essere messo a dura prova quando c'è un insieme di aspetti che possono gravare. La presenza di altri amici in sintonia con la sua ragazza assieme alla diminuzione e ad alcuni rifiuti nella sessualità. In più, le tensioni legate alla malattia della madre della sua ragazza e l'impegno di una sua seconda laurea. Tutti aspetti che possono pesare particolarmente su alcune sue ferite profonde, che poi si fanno sentire, facendo male.

Mi sono quindi chiesto se è questo un periodo complesso in particolar modo, dove cioè si stanno verificando tutte insieme alcune situazioni difficili, come quelle di cui stiamo parlando.
Il suo ultimo consulto in Psicologia è di 4 anni fa circa. Se avesse voglia di parlarne, posso chiederle se in questi anni non si è presentato un suo malessere, oppure si è riproposto in misura attenuata e più gestibile?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dr. De Sanctis, innanzitutto la ringrazio infinitamente per avermi dedicato tutto questo tempo ed aver scritto una risposta così lunga, le fa veramente onore.

Rispondendo alla sua domanda le dico che gli unici episodi analoghi in questi anni sono accaduti sempre in situazioni "goliardiche", Che un po' in modo brutto riassumerei con: "lei ubriaca che si svaga con i miei amici", ma l'ansia svaniva non appena gliene parlavo chiedendole di darsi una regolata sia con l'alcol sia con l'essere così tanto espansiva con loro e così poco con me in quelle situazioni; solo ora mi rendo veramente conto che il problema del sorgere di queste emozioni negative forti non erano propriamente per colpa sua, ma per mie insicurezze, conti che in queste, come le ha chiamate lei "goliardie", la mia posizione era diciamo poco disinibita e molto "all'erta" e per questo non la biasimo di aver cercato svago e divertimento coi miei amici.
Ah non è tutto per quanto riguarda il calmare l'ansia la mattina dopo, ricordo che dopo averle detto se poteva non agire più così, ho voluto entrare in intimità con lei, cosa che è accaduta esattamente l'ultimo fatidico venerdì sera, e sono sicuro che più che per il mio desiderio sessuale l'ho fatto per riaffermare inconsciamente il nostro rapporto.

Con la mia ex ragazza (storia finita nel 2012) ne sono successe di ogni colore, mi svegliavo sudato e piangendo ogni giorno ad un orario preciso, in quel periodo lei non mi cercava più a letto; ho fatto due sedute da una sua collega, (solo due perché la ragazza mi ha lasciato subito dopo), dentro di me probabilmente sapevo quello che stava per accadere ma consciamente lo ignoravo totalmente, e in poche parole la psicoterapeuta mi ha detto che avevo una dipendenza affettiva.

Tornando ai giorni nostri, martedì mi sono fiondato da un altra psicoterapeuta del mio paese con l'intenzione di andare a fondo della questione perchè ho capito che da solo non posso fare più di tanto, sono stato collaborativo al massimo tant'è che è capitato che riuscissi a capire cose prima che me le dicesse lei, e indovini un po' cosa mi ha "diagnosticato" già alla prima seduta? Dipendenza affettiva. Ho come l'impressione che mi farò un bel viaggetto nell'infanzia prossimamente :)

Voglio approfittare per ringraziarla ancora dell'interessamento, e se vuole la posso aggiornare "coi momenti salienti" della terapia, forse si è un po' notato ma il vostro lavoro mi affascina tantissimo e stimo moltissimo quello che fate, da ragazzino ero indeciso se fare un percorso artistico oppure psicologia, ma essendo un creativo ho optato per la prima, in più ad essere sincero l'idea di studiare fino a 40 anni non mi allettava molto ahahah, La saluto cordialmente
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Intanto la ringrazio per le sue parole nei miei confronti.
Venendo al suo racconto, mi sembra emblematica la riflessione che propone relativamente ai momenti "goliardici". Effettivamente se una persona è alticcia e sta vivendo uno stato euforico tenderà a non sentire sintonia con chi è sobrio. In più lei viveva uno stato di all'erta e questo poteva essere vissuto dalla sua ragazza come una forma di controllo, aumentando in quel momento la distanza tra voi.

Condivido che la sessualità abbia potuto rappresentare una conferma della sua richiesta. È come se la sua ragazza in quel modo le avesse detto assolutamente sì, mostrando di comprendere il suo punto di vista e rassicurandola. In quel modo, inoltre, la distanza della notte prima si è ridotta, potremmo dire fino a scomparire.
Con questo non dobbiamo per forza escludere che non avesse anche un desiderio sessuale in sé. La sessualità ha una sua complessità e può esserci una coesistenza di più vissuti.

Se non ho capito male, però, nell'ultimo episodio non c'è stata l'intimità che avrebbe voluto. In tal senso, questo può averla preoccupata, per quanto i motivi possano essere svariati.
Non so se nell'erezione di quel "fatidico venerdì notte", quando si è svegliato in uno stato di tensione, non volesse anche sottolineare quanto il suo bisogno fosse forte.

In proposito, al di là dell'episodio sessuale mancato, ha sentito comunque comprensiva e rassicurante la sua ragazza? Posso anche chiederle se ci sono differenze tra voi, ad esempio la sua ragazza è più espansiva, lei è più introverso? Intendo differenze che possano creare a volte qualche malumore o, come negli episodi di cui ha parlato, distanza. Questo potrebbe essere importante, anche per crescere insieme e cambiare, componente molto fertile della coppia, quando cioè c'è un confronto creativo tra i suoi membri.

Sento prezioso quando parla delle sue insicurezze e del suo desiderio di guardarsi dentro. Sento cruciali queste sue parole in proposito. Non so dirle in questa sede circa la dipendenza affettiva, immagino possa essere considerata un corollario di quelle insicurezze, come non fosse sereno ad accettare uno spazio di autonomia della sua ragazza, in cui magari lei non c'è.

Comunica passione per questo nostro lavoro, che poi diventa comune tra paziente e terapeuta. Come è stato nostro questo scambio tra noi, anche se nei limiti del consulto online. Senz'altro formarsi a questa professione è un percorso molto lungo sia per il training in sé sia per l'esperienza che esso richiede.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Utente
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Buongiorno Dottore
Rispondo alle sue domande:
Si la mia ragazza è molto comprensiva, ma vede negli episodi precedenti alla mia "consapevolezza", ho puntato il dito verso di lei credendo che lei fosse il reale problema della situazione di disagio accusandola di essere troppo espansiva sotto l'effetto dell'alcol, ignorando invece, che fosse tutto frutto delle mie insicurezze. Lei si, è stata rassicurante dicendomi che non voleva farmi più stare male e che si sarebbe impegnata a non eccedere con i drink (cosa che ora fa, e che consideriamo, a prescindere dai disagi miei, una cosa buona per la sua salute). Tuttavia non è ancora a conoscenza della realtà dei fatti, e di questi miei "meccanismi inconsci", gliene parlerò oggi.

Si io sono decisamente più introverso mentre lei più espansiva, ha una leggera fobia sociale però, e forse era proprio per questo che beveva esageratamente. Lei è molto più propensa a parlare rispetto a me, io tendo ad essere a volte un po' taciturno, e sento che a volte questo le fa mancare le mie opinioni (ci sto lavorando)

Sa è incredibile come questa mia auto consapevolezza sia affiorata così tutta ad un tratto, perché mi è sempre stato difficilissimo capire cosa mi accade dentro, ed è la prima vera volta che mi rendo conto di come alcune azioni che ho fatto sono state dirette da dietro le quinte (ad esempio il voler affermare la mia relazione dopo quegli episodi con il sesso per rassicurarmi), la cosa mi fa veramente piacere e allo stesso tempo mi affascina, perché già dopo la prima seduta, ho la sensazione che io stia andando verso la direzione giusta per vivere meglio e per avere una relazione più sana. Forse esagero ma mi sento anche in qualche modo più intelligente a livello cognitivo, come se ora riuscissi a fare ragionamenti più "lucidi", la sensazione è come se stessi spegnendo pian piano un filtro distorsore dalla mia mente.

La ringrazio ancora infinitamente Dr. De Sanctis e le auguro buon lavoro e buon fine settimana.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
L'entusiasmo che mostra e il suo desiderio di guardarsi dentro e mettersi in gioco sono segni molto favorevoli. Mi sembra importante che possa "lavorare" su alcuni aspetti di sé.
Se posso lasciarle un ultimo pensiero, questo non significa cambiare se stessi sempre. A volte cambiare significa anche sapersi accettare per come si è.

Se immagino la sua coppia, fondata sul sentimento, potremmo dire che il segreto non è essere necessariamente simili, ma rispettare le proprie differenze e farne una ricchezza.

Mi sembra stia procedendo nella sua ricerca esistenziale, nella giusta direzione. Ci tengo a ringraziarla per il suo consulto e per il nostro dialogo.

Con sincerità,
Enrico de Sanctis
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dopo
Utente
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Grazie ancora Dottore sono d'accordissimo, farò tesoro dei suoi pensieri
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