Ansia da prestazione compagno

Buongiorno gentili medici,
mi trovo in una situazione che per me sta diventando motivo di angoscia acuta. Il mio ragazzo, con cui ho una relazione da due anni, soffre di impotenza di origine psicologica. Il disturbo si è presentato all'inizio della nostra relazione, per poi placarsi per alcuni mesi in cui abbiamo avuto una sessualità soddisfacente, e ora è da un anno e mezzo che le defaillances si ripresentano con una frequenza preoccupante. Il problema è riemerso in un momento per lui molto stressante dal punto di vista lavorativo e da allora è entrato in un circolo vizioso di ansia da prestazione da cui non è più uscito.
Io l'ho aiutato in tutti i modi possibili. Sono stata in terapia per anni in quanto in passato ho sofferto di attacchi di panico e gli ho suggerito il mio terapeuta. Da un anno è in terapia con lui ma il problema non si risolve. Alcuni mesi fa l'ho accompagnato a fare una visita dall'urologo per escludere qualsiasi causa fisica, che infatti è stata esclusa, il dottore gli ha comunque prescritto il Levitra che non ha sortito alcun effetto.
Gli ho suggerito di fare yoga (lui è una persona molto ansiosa in generale) ma dopo 10 lezioni ha abbandonato perchè su di lui non ha alcun effetto rilassante, non trae alcun giovamento.
Io sono stata per molto tempo comprensiva, a volte ho reagito male alle sue defaillances.. perchè anche per me non è affatto facile gestire la situazione. Gli ho sempre detto di star tranquillo, ho sempre cercato di rassicurarlo... ma ora non ne posso davvero più. Mi manca da morire una sana vita sessuale, mi sento morta dentro, piango spesso, soffro di insonnia... e tutto questo in un periodo lavorativamente molto intenso, ho grandi responsabilità sul lavoro e non posso permettermi un esaurimento nervoso.
Lui ha sempre sofferto, anche in passato, di questo problema "a periodi" non in modo continuativo. Un'altra cosa importante da dire è che lui ha il terrore di perdermi ma il punto è che sta lui stesso sabotando la relazione in maniera inconscia.
Temo inoltre che lui si senta in qualche modo inferiore a me. Io in passato ho preso la decisione di risolvere i miei problemi di ansia autonomamente e ho cercato uno psicoterapeuta, ho risolto il problema, ho cambiato completamente vita, mi sono costruita una professione basata su una passione che mi sta dando tantissime soddisfazioni. Insomma, lui mi vede come una persona di successo, coraggiosa e lui invece si sente un fallito perchè il suo lavoro non gli da i stessi frutti che il mio da a me (siamo entrambi liberi professionisti) e perchè non riesce a risolvere questo problema.
Io non so davvero più cosa fare. Per tutto io resto siamo due persone molto affini, visti da fuori sembriamo la coppia perfetta, con due caratteri estremamente compatibili, insomma, due anime gemelle tranne che a letto.

Vi domando dunque... che altro si può fare per salvare la relazione? E scusatemi per lo sfogo...
Grazie mille a chiunque vorrà darmi un consiglio!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile signora,
il disturbo che ci espone risente molto dei problemi in ambito lavorativo e, allo stesso tempo, anche del rapporto relazionale con il partner.
Sarebbe perciò indicata una terapia di coppia.
Se dopo un anno di psicoterapia non si sono ottenuti risultati, le consiglio di cambiare psicoterapeuta e probabilmente indirizzo terapeutico; le terapie brevi infatti, e la terapia breve integrata dovrebbero ottenere la risoluzione del disturbo in massimo qualche mese.
Recentemente ho avuto dei casi che si sono risolti anche con una terapia individuale, effettuata sul partner maschile. Può trovare maggiori informazioni su questa possibilità in un articolo sui problemi di relazione sul mio sito professionale.
In ogni caso, essendo un problema che coinvolge la coppia e la relazione, dovrebbe essere comunque utile che si rechi lei, anche da sola, da uno psicoterapeuta.
Tenga infatti presente che la relazione implica appunto un coinvolgimento di almeno due persone: se uno dei due partners cambia in qualche cosa, anche piccola, il suo atteggiamento e comportamento, inevitabilmente cambierà anche qualcosa nei corrispondenti atteggiamenti e comportamenti dell'altro.

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la gentile risposta Dr.ssa Sciubba,
in realtà io sono a mia volta in terapia dallo stesso psicoterapeuta che ho consigliato al mio compagno e con cui mi sono trovata sempre bene. Ma il lavoro che ho sempre fatto con lui è molto individuale.
Potrei affrontare una terapia di coppia, ma sembrerebbe che il problema del mio compagno non dipenda da me, perchè è radicato in lui da sempre e si è presentato in modo discontinuo anche con altre donne del suo passato.
Mi domando se da un problema del genere si può effettivamente guarire in via definitiva... a maggior ragione se c'è sempre stato e il mio compagno non è esattamente alle prime esperienze, ha 33 anni.
Grazie, cordiali saluti
[#3]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Avete già fatto delle scelte, le auguro siano quelle giuste.
Mi sembra strano tuttavia che lo psicologo stesso non vi abbia sollecitato ad una terapia di coppia e resto comunque della stessa opinione rispetto alla durata della terapia.
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