Rapporto psicoterapeuta-paziente?

Buongiorno, scusate il disturbo..credo che questo sarà il mio ultimo consulto...
Sono un ragazzo ho 20 anni e ho cominciato una psicoterapia un anno fa...fino a 2 settimane fa tutto bene..poi il lunedì di due settimane fa lungo il tragitto (casa-studio psicoterapeuta) ho provato una forte tristezza che non mi sono mai spiegato.
Da allora sono appunto circa due settimane che non riesco più a parlare con la psicologa (ho provato fino ad allora forte affetto nei suoi confronti) le sedute passano nel silenzio quasi totale...lei inoltre ha anche cambiato atteggiamento e ultimamente anche se lei ovviamente non lo sa mi sono anche un po' offeso... Lei ha detto di rivederci il 29 agosto (siccome sta in vacanza) per decidere se portare avanti la terapia oppure no...io non so che fare...soffro più di prima e sono anche abbastanza arrabbiato però non voglio perderla...vorrei anche dirle tutto quello che penso e che mi è successo fino ad ora...ma non ne ho la possibilità..in seduta non ci riesco più..vorrei inviarle un messaggio ma mi ha impedito di farlo (vabbè lo immaginavo..) siccome lei afferma di essersi scocciata di rispondere ai miei messaggi..e che si parla in terapia..non al di fuori di essa. So che lei ha ragione ecc..ma in terapia non ci riesco più anche se lo vorrei davvero...(i motivi per cui lei ha cambiato atteggiamento riguarda il fatto che praticamente non ho voglia di far nulla e anche a causa della mia voglia di ricevere attenzioni) vi prego ditemi cosa fare.. soffro troppo e come se non bastasse vedo che le persone che mi stanno intorno non fanno altro che puntarmi il dito contro...sono stanco di soffrire..basta...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

quando in psicoterapia si arriva ad un punto morto, bisogna gestire l'impasse. Non sarà scappando (non parlare in terapia, ad esempio), che si potrà risolvere il problema.

Approfondirei il bisogno di cercare attenzioni, ecc.. perchè questo potrebbe essere il nocciolo del problema relazionale.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Dottoressa la ringrazio per la risposta...io ho sempre avuto difficoltà nel parlare con le altre persone e grazie alla psicologa "più o meno" ho risolto il problema... La mia psicologa pensa che io non sia altro che "un bambino che fa capricci e dispetti". Io sinceramente sono un po' d'accordo con lei..però è proprio questo quello che a me spaventava fin dall'inizio della terapia...
La cosa che desidero più al mondo è quella di stare con una persona che mi capisca fino in fondo...e che invece di giudicarmi mi sollevi solo un po' il morale nulla di più...praticamente voglio stare bene nient'altro... Ma a quanto pare a detta di tutti non sono altro che "un bambino". Io sinceramente mi sono scocciato... Ora non so cosa fare...ho una rabbia infinita e una tristezza immensa vorrei solamente allontanarmi per un po' di tempo.. Forse così mi sentirò un po' meglio...
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Voglio sperare che il virgolettato non siano le parole pronunciate dalla sua psicoterapeuta. Che lei voglia essere compreso e non giudicato è pienamente legittimo. Se nel rapporto terapeutico vi è uno stallo, questo riguarda entrambi, non solo lei, che è in terapia fra l'altro perché prova difficoltà a esprimersi e alla sua età ne ha tutto il diritto. Non sono i silenzi in seduta che risolvono alcunché, e non ha valore terapeutico mantenerli. Provi a farsi forza ad esprimere tutto quello che sente, anche se non viene aiutato. Ma se non ce la fa e tale situazione, in particolare il suo star male, permane, può decidere di conseguenza.

Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937

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Utente
Utente
Buongiorno dottore, mi scusi ma ho letto il messaggio solo ora con attenzione...io non so che dire...voglio molto bene alla mia psicologa e staccarmi da lei (almeno per ora) non farebbe altro che provocarmi un grande dolore...quando la mia psicologa mi disse: "vediamoci il 29 per decidere se andare avanti o meno".. ho provato un po' di tristezza...e a causa di quest'ultima (non so il perché) per un po' di tempo mi è scesa una sonnolenza assurda... Dopo essermi addormentato ho sognato la dottoressa tipo 4 volte (non so..forse è la paura stessa di perderla chissà...). In tutto ciò qualche giorno fa l'ho telefonata per dirle alcune cose e a telefono mi veniva da piangere...(non abbiamo parlato del fatto che io ero triste per mezzo del suo rimprovero) ma di altro...e sembra tutto normale.. Ora sto meglio ma..non so..ho un po' paura che lei la volta prossima dica qualcosa di "giusto" che però possa farmi male..
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Tenere chiuse dentro di sé le proprie emozioni, la tristezza, i motivi nel rapporto con il terapeuta che li hanno determinati o scatenati non giova alla terapia. Ciò la spinge tra l'altro a cercare soluzioni fuori dal setting, come lo scrivere a questo sito. È del tutto comprensibile la sua tristezza dopo quell'intervento della terapeuta. Ha quindi tutte le ragioni per esprimerla: il dialogo anche difficile e appassionato è il vero motore della terapia. Quindi il consiglio è di darsi forza e parlare. Il suo voler bene non richiede sottomissione.
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Utente
Utente
La ringrazio per tutto...cercherò di fare il possibile per far sì che la terapia vada avanti mettendo da parte la paura ecc.. Buona serata!