Perchè non ho voglia di fare quasi niente?

Gentili dottori, spero che qualcuno mi risponderà.
Sono una ragazza di 27 anni.
All'apparenza non mi manca nulla: ho due genitori che mi mantengono gli studi (studio per i concorsi pubblici), un fidanzato bravo che tiene a me, qualche amica.
Tuttavia, soprattutto in questo periodo, mi sento apatica, senza la minima voglia di studiare.
In genere sono una persona molto curiosa ed entusiasta quando si dedica a qualcosa :mi piace apprendere in tutte le forme, mi piace lo sport (anche se non lo pratico quasi per niente a causa dello studio, fino all'università praticavo il nuoto a livello agonistico), mi piacciono i film.
Perché, allora, sono completamente demotivata quanto allo studio?
Ogni giorno è uguale ad un altro.
Sono chiusa in casa a seguire un corso online, non riesco a trovare una persona che voglia diventare mia compagna di studi e affrontare questo percorso, mi sento sola e non so se questa attività porterà mai i suoi frutti.
Penso che forse mi piacerebbe vivere in un altro posto, vivere una vita un po' più interessante, e invece mi trovo sempre davanti allo stesso muro bianco.
Il pomeriggio mi fisso allo specchio e mi vedo brutta.
Potrei cercare di riempire la mia vita di impegni per sentirmi meno inutile.
In realtà, però, vivo un giorno sì e un giorno no degli scoraggiamenti quanto alle mie effettive capacità, pensando che se ho ottenuto 110 e lode in giurisprudenza era perché alla mia università erano di manica larga e che anche le persone stupide possono laurearsi, per di più con il massimo. Ho paura di fallire nell'esistenza. Cerco l'entusiasmo di un tempo (quello che ho sempre avuto sia al liceo che all'università), eppure non lo trovo. Se dovessi esprimermi quanto alla mia attuale passione su ciò che studio, direi che mi piacerebbe dare fuoco a tutti i libri. Li odio, ho fatica a ricordare successivamente, e sogno sempre di trovarmi al banco del concorso e di addormentarmi, o di non saper parlare, mentre tutti attorno a me riescono nel loro intento.
Vivo sensi di colpa se non studio, o non studio abbastanza.

Qualcuno saprebbe darmi un suggerimento prima che io impazzisca?Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

da quanto tempo si sente così e come ha preso la decisione di dedicarsi allo studio per vincere il concorso?

Lei dice: "Ho paura di fallire nell'esistenza". Da qui potremmo fare tante ipotesi, che dovrebbe poi verificare. Ha paura di non riuscire a superare questo esame? Ha paura di studiare da sola perchè non si sente all'altezza o perchè ciò Le sarebbe d'aiuto e che Le darebbe anche un certo ritmo è la presenza e l'impegno verso qualcun altro?

Se è riuscita a laurearsi in giurisprudenza non significa che Le hanno regalato una laurea, ma che si era posta degli obiettivi e che, uno dopo l'altro, li ha raggiunti, conseguendo un successo.

Talvolta capita di non essere motivati, ciò non significa che non dobbiamo fare il nostro dovere. Non possiamo essere sempre entusiaste davanti a tutto: non sarebbe naturale! Ma non si lasci spaventare dal fatto di non aver voglia di studiare adesso. Mi rendo conto che è un problema, perchè ci sono delle scadenze. Quando sosterrà l'esame?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Pileci,
mi sento più o meno così da quando ho terminato l'università.
Se devo essere onesta, ho scelto questo concorso motivata da un forte senso di giustizia e dall'opinione di avere le capacità per poterlo sostenere. In maniera un po' astratta, per così dire. Sono sempre stata una persona molto costante nelle mie attività (soprattutto nell'attività di nuoto agonistico poc'anzi citata),e anche nello studio.
Ho anche svolto un tirocinio, il quale però, nonostante l'iniziale entusiasmo, non si è rivelato un'esperienza così appassionante, un po' perché il mio giudice affidatario mi ha lasciata un po' a me stessa, senza considerare le mie richieste di farmi fare qualcosa in più, un po' perché era ben lontana da quell'idea di "sacralità" che ingenuamente mi ero creata nella mente.
Da un lato non mi sento preparata per questo concorso (vado da periodi di fervente impegno a periodi di apatia quasi totale, come questo, pur cercando di forzarmi ad applicarmi) perché non so se ne ho le capacità, dall'altro mi sento molto sola.
Se però so di dover spiegare gli argomenti ad una persona divento un turbine, sia per il senso di responsabilità verso di lei, sia perché trovo un senso ad un agire relegato al quotidiano. Il problema è questo sembra quasi impossibile da realizzarsi. La prova è tra 5 mesi...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Passare dalla condizione di studentessa a quella di lavoratrice o meglio professionista che sta e deve costruire la propria professionalità non è la cosa più semplice del mondo...

Con i limiti di una valutazione a distanza, Le suggerirei una valutazione diretta da uno psicologo psicoterapeuta all'asl della Sua zona per affrontare la problematica legata a questo stato mentale e capire se c'è una deflessione del tono dell'umore.

Cordiali saluti,