Distimia: disturbo cronico o guaribile?

Buongiorno,
sono un ragazzo di 33 anni; da circa 6 anni in psicoterapia. I miei disturbi fanno parte del campo delle nevrosi in genere. Ho scelto una terapia vis a vis, con una dott.sa specializzata nella terapia sistemica cognitivo comportamentale. Dopo circa 2 anni dall'inizio della mia psicoterapia, di comune accordo con la mia dott.sa, lei stessa mi manda da un collega psichiatra abilitato quindi alla prescrizione di farmaci. Mi viene diagnosticata la distimia.Mi curo per 7/8 mesi con xeroxat (1 cp al di)parallelamente alla psicot. Lo sospendo per un paio di anni per riprendere con eutimil (1/2 cp al di) per altri 2 anni circa. Ho interrotto quest ultimo farmaco a settembre 2005. Nel frattempo sono passato da sedute quindicinali a sedute mensili ed eventualmente al bisogno. Risolti ormai da circa 4 anni i disturbi nevrotici più evidenti (sensi di colpa verso famiglia, pensieri ossessivo-compulsivi, e un grande disturbo psicosomatico)resta il problema sul tono dell'umore. Perosnalmente lo addebito a fattori ambientali poco soddisfacente in genere. La mia dott.sa lo addebita invece al mio disturbo distimico esortandomi alla ripresa del farmaco.
In parole spicciole: se non provo soddisfazione il mio umore è basso. Lei invece dice: l'umore tende al basso non permettendo di provare emozioni piacevoli a causa della DISTIMIA. Distimia quasi come stile di vita, che si accentua nel periodo primaverile per chetarsi in quello invernale.
Il mio quesito: Di ditimia si guarisce oppure è una patologia cronica?
Inoltre, non essendomi trovato particolarmente bene né con xeroxat né con eutimil, quale potrebbe essere un farmaco migliore che agisca proprio sulla curva dell'umore?
Faccio presente di aver già scritto ma oltre a non aver ricevuto rispsta il mio consulto non è nemmeno stato pubblicato; gradirei ricevere qualche consiglio.
Con l'occasione porgo cordiali saluti.
[#1]
Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
La distimia è un disturbo depressivo attenuato a decorso subcontinuo. Spesso si associa a numerosi altri sintomi dello spettro ansioso (somatizzazioni, pensieri ossessivi, elementi fobico-sociali etc.). La risposta al trattamento farmacologico è purtroppo incostante, ma la paroxetina (eutimil e seroxat sono la stessa cosa) è solo una dei numerosi trattamenti a disposizione, anzi spesso è utile combinare tra loro farmaci diversi e sinergici; inoltre, le è stata somministrata in dosi inadeguate (massimo 20 mg/die).
Se può esserle utile, provi a rivolgersi a Torino al gruppo del Prof. Maina, Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, competenti nella gestione farmacologica del suo problema.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

[#2]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

Seroxat ed Eutimil sono lo stesso farmaco della stessa casa farmaceutica con il un nome diverso (per problemi di branding italiano)
In ogni caso, se la terapia con la paroxetina non ha dato risultati sufficientemente apprezzabili e' il caso di pensare ad una terapia combinata o ad un'altra classe di farmaci.
Si rivolga al suo psichiatra di fiducia.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#3]
dopo
Attivo dal 2006 al 2012
Ex utente
Molte grazie dott.Presta.
Vorrei aggiungere rispetto al mio precedente consulto che, a mio avviso, rispetto a 4 anni fa circa, il disturbo distimico è notevolmente migliorato.
Sono un ragazzo molto attivo con molti interessi. Il vero problema è "L'incapacità" di mostrare entusiasmi che effettivamente non sento di provare; il mio tono dell'umore è abbastanza piatto, pur svolgendo una vita impegnata. Sul mio volto si leggono molto più facilmente tristezza e sopratutto (mi passi il termine) seriosità.
Con la psicoterapia ho ottenuto moltissimi risultati.
Attualmente il problema "irrisolto" risiede nella difficoltà di stabilire relazioni sociali forti e stabili; Devo essere sincero: all'età di 5 anni avevo già subito un paio di distacchi per poi essere adottato definitivamente. Ero molto coscente di ciò che stavo vivendo. Dai 5 anni in poi la mia vita è cambiata: ho avuto una famiglia. Una fam. molto rigida nell'educazione e molto incentrata sul senso di responsabilità (aspetto di seriosità che mi appartiene)dapprima verso il dovere scolastico e poi professionale.
Ora ciò che vorrei sapere è:
1) Il disturbo distimico è una conseguenza di tutto ciò?
2) E' invece il disturbo distimico cronico a non darmi pace e sarà così per sempre?
3) I farmaci non inibiscono una eventuale elaborazione delle mie dinamiche in generale? Voglio dire che magari grazie ai loro effetti benefici, viene meno lo stimolo dell'elaborazione psicoterapeutica. Oppure è esattamente il contrario?

I miei ringraziamenti per l'attenzione dedicatami e con l'occasione Le porgo cordiali saluti.

ps: mi scuso per eventuali errori di battitura.
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

forse sarebbe il caso di discutere tutte le sue domande con il suo psicoterapeuta ed eventualmente con il prescrittore dei farmaci.
Certo non si possono concentrare 28 anni della sua vita in poche righe, ne' potremmo rispondere in modo esauriente senza incorrere in errore.


Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it
[#5]
dopo
Attivo dal 2006 al 2012
Ex utente
Buongiorno Dott. Saverio,
ineffetti non è mia intenzione discutere 33 anni di vita in questa sede. Ne ho già abbondantemente parlato con chi da 6 anni mi segue in questo viaggio interiore.
Ho reso pubblica la mia esperienza di vita, riducendola in questo forum ai minimi termini, unicamente per dare a Voi un inquadramento generale il più veritiero e preciso possibile e come preambolo soprattutto alle mie ultime due domande:
1) La distimia è un disturbo cronico, con il quale si nasce?
2) Un'adeguata terapia farmacologica, con soddisfacenti risultati benefici, puo' inibire l'elaborazione psicologica?
In buona sostanza vorrei che mi si spiegasse che cosa esattamente è la DISTIMIA. Dalle mie informazioni risulta essere un disturbo minore della depressione, riconducibile alla sfera delle nevrosi. Inoltre mi è stato detto che è un disturbo cronico, quasi come fosse uno stile di vita.
Ovviamente queste domande le ho già poste ai miei medici di fiducia, ma onestamente ho avvertito pareri discordanti sia sulle terapie farmacologiche che sugli aspetti della patologia.
Molte grazie in anticipo per la Vs. attenzione.
Cordiali saluti e, consentitemi, un complimento a questo sito e a tutti i professionisti che rispondono a noi lettori.

[#6]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

purtroppo qui non stiamo parlando di una patologia che presenti dei parametri riscontrabili dal punto di vista diagnostico.
Se Lei ha un infarto questo puo' essere localizzato, puo' essere fatta una valutazione in merito alle arterie ostruite, ad una terapia da seguire in modo continuo per non portare a peggioramento la situazione.
Nel suo caso, la risposta alle sue domande necessita di una conoscenza diretta che nessuno di noi in questo forum ha.
Anche qui ha trovato pareri discordanti con la sua attuale terapia, gli aspetti della patologia devono prendere in considerazione lei e tutte le sfaccettature della sua problematica.
Non e' possibile fare una considerazione se non facendola rientrare in statistiche sterili che pero' non le risolverebbero i dubbi.
La sua preoccupazione in merito alla terapia farmacologica puo' essere legata alla possibilita' che sentendosi meglio con i farmaci 'elucubra' meno rispetto a quando si sente 'depresso', questo non puo' altro che essere considerato un aspetto positivo.
Le teorie in merito alla genetica delle patologie psichiatriche, non trovano il mio favore.
Ritengo che la multifattorialita' della patologia possa essere la strada da perseguire.
La cronicita' e' un concetto legato alla non remissione della patologia e alla continuita' dei sintomi nel corso del tempo.
Perche' non riflettere sul fatto che caratterialmente Lei ha una caratteristica riflessiva piuttosto che pensare di essere distimico e quindi malato?
Sono molte le considerazioni da fare....
Certamente puo' ancora parlarne con la psicoterapeuta, ma non e' detto che cio' che Lei si aspetta succedera' davvero.....

Spero di esserle stato di aiuto

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it
[#7]
dopo
Attivo dal 2006 al 2012
Ex utente
Molte grazie.
La sua risposta è incoraggiante.

Per i Dott. Presta e Ruggiero

Potreste spiegarmi il significato di "terapia combinata" e di "farmaci diversi e tra loro sinergici"?
Inoltre potreste indicarmi alcuni esempi di farmaci?

Dott. Presta, potrebbe genilmente darmi anche la sua visione a proposito dell'argomento da me sottoposto?
Giene sarei molto grato, così come lo sono nei confronti del Dott. Ruggiero per essersi dilungato in una, tutto sommato, incoraggiante risposta circa il tema DISTIMIA.

Un ringraziamento anticipato e, con l'occasione, un cordiale saluto a tutti i professionisti.
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