Sindrome di capgrass

Alla cortese attenzione degli operatori di medicitalia, scrivo per evidenziare il seguente problema.
mia zia, sorella di mia madre (54 anni) ha cominciato da qualche tempo a dire cose strane e ad avere ossessioni affermando che il marito è cambiato in qualche modo, ossia non è più lui ma un'altra persona. Quando la cosa è diventata troppo pesante per l'intera famiglia è stata portata al cim. Gli psichiatri hannpo parlato di sinfrome di capgrass ed hanno detto che è piuttosta rara e che dipende da un probabile danno neurologico. dicono per l'esattezza che vi è una lesione che impedisce di associare le emozioni al riconoscimento dei volti (più o meno) . abbiamo chiesto se fosse possibile un intervento psicoterapeutico e sono stati piuttosto contraddittori, dicendi prima si, poi di lasciar stare. Francamente sembravano piuttosto perplessi anche sulla diagnosi. inoltre mi chiedo se è un danno del cervello perchè succede solo con il marito? mentre riconosce la figlia e gli altri parenti?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Questa sindrome è poi nient'altro che un delirio, quindi una sindrome psicotica, non è niente di strano di per sé. E' vero che è tipica tra gli anziani con problemi vascolari o demenziali, ma in realtà non è esclusiva. Ce ne sono molte anche tra i giovani che fanno uso di cannabis. La spiegazione che vi hanno dato presuppone già che si tratti di un quadro di deterioramento, cioè una demenza, ma tenete conto che non è necessariamente questo e comunque a chiarire la diagnosi sono l'evoluzione, i sintomi associati e la risposta alle terapie, in ultimo. Se la persona effettivamente è indifferente emotivamente a quanto dice, la diagnosi già si orienta meglio.
Psicoterapia per un delirio attivo direi di no come intervento di fondo. Non vedo perché non parlarvi di un normale trattamento antipsicotico, cioè una farmacoterapia. O una terapia per la demenza (che per va diagnosticata in maniera standard).

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
si dottore, è una cosa che ho dimenticato di dire, hanno prescritto dei farmaci, aldol se non ricordo male e qualcos'altro, in base ad una serie di loro considerazioni hanno escluso la demenza. Parlando con uno psichiatra, non del cim, che è anche psicoanalista ha parlato di probabile difesa della zia contro una sua tendenza aggressiva verso il marito. Non riconoscendolo come tale difenderebbe lui dalla sua ostilità. Può essere plausibile? allora oltre ai farmaci una psicoanalisi potrebbe starci magari dopo che passa questo delirio?
grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Guardi, la psicoanalisi è una delle teorie interpretative. A fini pratici non ha i requisiti dell'intervento medico. Purtroppo con interpretazioni del genere non si risolvono i sintomi e si inculcano come fossero verità delle ipotesi molto pittoresche ma prive di solidità e di supporto alcuno. In un romanzo una storia del genere sarebbe indovinata. Nella realtà medica invece è più interessante dire che l'haldol è un buon farmaco anti-delirio, ne esistono tuttavia di nuovi e più adatti all'assunzione prolungata nel tempo.
Le psicoterapie utili quando la persona non delira più ma rimane convinta che "prima" le cose erano davvero come le aveva percepite, sono di altro tipo.
Sarebbero anche indicati esami neurologici approfonditi, se non c'è storia psichiatrica alcuna.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Grazie per la risposta dottore, tuttavia le dispiace chiarirmi questo concettoche ha scritto?

Le psicoterapie utili quando la persona non delira più ma rimane convinta che "prima" le cose erano davvero come le aveva percepite, sono di altro tipo.

mi sfugge qualcosa.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Le tecniche psicoterapiche possono essere utili per la gestione di un disturbo senza un delirio attivo, che vede un malato che non ha alcun problema o lo vede come consequenziale ad una realtà.
Esiste la psicoterapia cognitiva, per esempio. Accettare di aver avuto un'esperienza delirante è difficile, per questo può essere necessario un inquadramento anche psicoterapico. Ma esistono psicoterapie e teorie psicologiche, diverse quando lo scopo sia curare.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Gentile dottore le scrivo dopo tanto tempo per aggiornarla su questo caso.
quasta mia zia è stata sottoposta ad indagine neurologica per accertare forme di demenza. Gli esami sono risultati negativi.
tuttavia di tanto in tanto, la zia dice di vedere cose che non ci sono ed è convinta che il marito sia un'altra persona.

il suo medico, l'unico del quale lei si fidi , le ha detto che non può trattarsi di psicosi poichè l'elettroencefalogramma è normale.
ma se neurologicamente è a posto e non è psicosi come spiegare le allucinazioni? queste, come i deliri, sarebbero evidenziate da un elettroencefalogramma?
grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

La diagnosi di psicosi non si fa con l'elettroencefalogramma, ma in base ai sintomi. L'elettroencefalogramma può indicare, ma non è detto, se c'è qualcosa nel cervello di particolare, tipo un tumore, una massa, epilessia e così via. Questo peraltro si fa sia con l'eletteoencefalogramma che con esami più visivi, cioè di neuro-immagine. Non sempre si fanno approfondimenti del genere, poiché non servono a stabilire se una persone è o meno psicotica, servono a ricercare cause particolari che si sospettano o si vogliono escludere. Al di fuori di questo la psicosi una volta diagnosticata (clinicamente) si cura.
Mi sembra ci sia una discreta confusione quindi. Si rivolga ad uno specialista psichiatra.