Forma d'onda arteriosa

Salve gentili dottori, è un vostro prossimo collega che vi scrive.
Seguo questo splendido forum da tempo, e mi ha aiutato non poche volte a comprendere aspetti che il meraviglioso oggetto del nostro studio spesso ci nasconde, specie se letto sui libri.

Gradirei da voi, senza volervi rubare eccessivo tempo e pazienza, una descrizione meno accademica e più pratica di cosa sia in realtà la forma d'onda arteriosa, di come si valuti e di quali siano i suoi risvolti nella pratica clinica. Vi chiedo questo in virtù del fatto che la tesi di laurea assegnatami si basa proprio sulla valutazione dell'onda suddetta per il determinismo di taluni parametri emodinamici utili sotto il profilo anestesiologico-rianimatorio, quali quelli della mia futura specializzazione.

Confidando in una vostra pronta risposta, ringrazio anticipatamente non solo tutti coloro che vorranno illuminarmi riguardo l'oggetto della discussione, ma anche tutti quelli che facendo parte di questo forum, contribuiscono all'arricchimento culturale e scientifico dei pazienti, nonchè dei colleghi stessi.

Cordiali saluti.
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Dr. Roberto Pini Chirurgo vascolare 23
Caro collega, la forma d'onda arteriosa è quello che tu ben conosci con il nome di onda sfigmica, cioè un'onda con un picco sistolico maggiore, corrispondente alla sistole cardiaca, un'incisura dicrota che corrisponde alla chiusura della valvola aortica, ed un picco sistolico minore provocato dal ritorno elastico della parete delle arterie.
Se ti devi specializzare con una tesi su questo argomento ti consiglio di iscriverti ad un corso di ultrasuonografia Doppler. Approfondirai l'argomento nel modo migliore e , un domani, potrai eseguire esami doppler come complemento della tua attività professionale.
Un cordiale saluto.

Dott. ROBERTO PINI.
e-mail : robertopinitalia@gmail.com

[#2]
Dr. Stelio Alvino Anestesista 2.3k 115 15
carissimo,
ti esorto a seguire il consiglio del Collega che ti ha risposto anche perchè oltre a tante possibilità diagnostiche, spesso uno dei casi in cui si è chiamati a fare una valutazione in rianimazione con doppler su paziente è quello della determinazione e della presenza o meno del flusso cerebrale al fine di diagnosticare una morte encefalica. Se questo in un grosso centro ospedaliero può essere marginale in quanto sono presenti tutte le possibiltà diagnostiche, in una rianimazione di periferia può essere fondamentale proprio in queste occasioni, in mancanza di un apposito servizio EEG, di radiologia vascolare ecc. ecc.; servizi spesso effettuati in convenzione esterna in altri più attrezzati ospedali con notevoli difficoltà tecniche per il trasporto del paziente o per avere un tecnico che esegua al letto un EEG e conseguente lievitazione dei costi.
In bocca al lupo per il prossimo traguardo

La consulenza è prestata a titolo puramente
gratuito secondo lo stile Medicitalia.it
Dott. Stelio ALVINO

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentili colleghi, la vostra cortesia quasi mi imbarazza. Vi sono davvero grato per le risposte tanto chiare quanto precise e rapide. Mi scuso se la mia risposta arriva soltanto adesso, ma siete stati studenti anche voi, e sono sicuro comprenderete l'assolutà povertà di tempo libero che accompagna noi studenti di Medicina.

Ho fatto qualche ricerca e letto qualche articolo in inglese da riviste quali BJA (British Journal of Anaesthesia) e affini, trovando poche risposte alle mie tante domande. Sicuramente sarà per la mia scarsa esperienza pratica (a mio modo di vedere, un problema comune a tutti gli studenti delle Università italiane, ma questo è un altro discorso...), ma ciò che volevo sapere sugli strumenti con i quali valutare tale "benedetta" forma d'onda per determinare i parametri emodinamici d'interesse (Output cardiaco, Stroke Volume, Efficienza cardiaca, ecc.) mi è tanto chiaro quanto un Klatskin lo è ad un dottorando in Letteratura Italiana.

Tali strumenti, sul cui significato e modo d'utilizzo perderò nella migliore delle ipotesi un lustro della mia vita per arrivarne alla comprensione, sono il cosiddetto P.R.A.M (Pressure Recording Analytical Method) ed un fantomatico Picco o Vigileo, sul quale ho trovato in rete davvero ben poco.

Non voglio approfittare della vostra pazienza e cortesia, ma se per caso in un momento libero sappiate (su questo non ho dubbi) e soprattutto vogliate quantomeno darmi una "dritta" per indirizzarmi alla comprensione dei suddetti misteriosi strumenti, ve ne sarei davvero immensamente grato.

Ringrazio nuovamente tutti i partecipanti a questo meraviglioso forum, ed in particolare mi preme salutare e ringraziare il Dr. Pini ed il Dr. Alvino, due splendide persone oltre che grandi colleghi, ai quali va tutta la mia più sincera stima.

Cordiali saluti.
Giovanni.
[#4]
Dr. Stelio Alvino Anestesista 2.3k 115 15
carissimo Giovanni, purtroppo al momento mi trovo in Libano in missione UNIFIL e rientrerò tra due mesi. Nella mia rianimazione di Montepulciano di Siena abbiamo appena acquistato il mitico Vigileo e non ti nascondo che ne sappiamo ancora poco e ci stiamo studiando. Anche perchè la nostra è una piccola rianimazione polivalente e di solito il Vigileo è molto usato li dove fanno emodinamica (cardioanestesia, tp intensiva postcardiochir.ca), altrimenti ti inviavo tutta la documentazione in nostro possesso.
Confido nell'aiuto di qualche collega più esperto e al momento più disponibile.
cari saluti e in bocca al lupo, eventualmente i primi di giugno scrivimi all'indirizzo che hai nella mia scheda personale.