Magnoterapia per ritardo formazione callo osseo in esiti frattura del bacino

L'area di Medicina non Convenzionale è riservata ai soli perfezionati in tali discipline, quindi non sarà possibile ricevere risposte da altri specialisti. Teoria e pratica delle discipline di Medicina non Convenzionale ad oggi non sono ancora sostenute da sufficiente sperimentazione scientifica e sono disciplinate dal codice di deontologia medica (art. 15)

Sono una donna di 54 anni. Dopo un incidente automobilistico che mi ha prodotto una frattura scomposta al bacino, mi hanno messo per 4 mesi un fissatore esterno. All'ultimo controllo di pochi giorni fa, dopo 6 mesi dall'incidente e 5 mesi dall'ultimo intervento al bacino col fissatore suddetto, hanno trovato un ritardo nella formazione del calo osseo.
Mi hanno consigliato, a parte l'assunzione di ranelato di stronzio, un ciclo di un mese di magnetoterapia.
Cercando su internet ho trovato un apparecchio a basso costo, visto che le mie condizioni economiche non mi consentono un apparecchio ad alto costo e, che ho notevoli difficoltà a recarmi in un centro per eseguire la suddetta magnetoterapia. Vorrei sapere quali sono le durate giornaliere del trattamento, l'intensità del campo magnetico da utilizzare e la frequenza di utilizzo per il mio problema. Grazie
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Attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Occorre sempre stabilire le cause che hanno determinato i sintomi e la problematica da lei descritta, “un ritardo nella formazione del calo osseo” Non riferisce alcun dato anamnestico precedente, importante anche per poter fornire una spiegazione e un consiglio “a distanza” poiché molte possono essere le ragioni che hanno determinato quella situazione, che devono essere accertate per poter eseguire una terapia mirata.
Il ricorrere sempre e solamente alla azione sui sintomi non conduce ad una soluzione stabile, poiché le cause agiranno sempre, inibendo qualsiasi intervento. Così se presente una infezione che ha prodotto una infiammazione, agirà continuamente, ritardando la formazione del callo osseo. Ad esempio, un agente patogeno, entrato durante o dopo l’incidente, oppure preesistente; una disfunzione della tiroide, come di altre ghiandole; osteoporosi, potrebbero intervenire nel ritardare la formazione del callo osseo.
Questa ricerca, analisi, ragionamento, possono essere effettuati integrando esami e farmaci di medicina convenzionale e non convenzionale, in modo da poter effettuare una terapia rivolta alla rimozione delle cause.

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