Pluri recidiva ernia inguinale

Salve, sono stato operato nel Giugno/2006 di ernia inguinale DX con il metodo Trobucco in anestesia totale. Dopo la normale convalescenza ad una visita di controllo il chirurgo nota che l'ernia era "ancora li'".
Riprogrammiamo un altro intervento per Dicembre/2006 con anestesia epidurale,
durante l'intervento il chirurgo mi fa notare che la "patch" era piegata, la rimuove e la sostituisce aderendolo con qualche punto di sutura.
Dopo la convalescenza alla visita di controllo "sorpresa l'ernia era ancora li'". Il chirurgo mi ha detto che avevo le pareti inguinali mal ridotte.
Sono gia' 2 anni che convivo con quest'ernia, diagnosticata anche da altri chirughi. Vengo alle domande:
1. Un ottimo centro per il "terzo" intervanto? Io vivo a Siracusa. Vado dovunque.
2. Che tipo d'intervento dovro' fare, in labaroscopia o altro?
3. Ho sempre e tutt'ora faccio attivita' fisica (corsa 10K), sto peggiorando le cose?
GRAZIE, E COMPLIMENTI PER IL SITO.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Purtroppo il rischio di recidiva di un ernia inguinale e' sempre in agguato, soprattutto quando le pareti del canale inguinale sono "mal ridotte" come lei ci scrive.
In genere non diamo indicazioni su specifici centri dove potersi recare, pero' intanto puo' fare una ricerca utilizzando i seguenti link:
https://www.medicitalia.it/specialisti/
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
Il consiglio e' quello di rivolgersi comunque ad un Centro Ospedaliero di provata esperienza, anche perche' ogni volta che si ri-opera l'intervento diventa di fatto sempre piu' complesso... Ma sono certo che nella sua regione, quindi anche senza spostarsi troppo, potra' trovare l'assistenza che merita un caso come questo.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Non aggiungo nulla a quanto già detto dal collega Spina,ma per completare la risposta alla sua domanda specifica sul tipo di intervento,le darei un piccolo consiglio.Nel suo caso,l'indicazione all'intervento in laparoscopia è la scelta migliore in quanto per la riparazione si aggira l'ostacolo arrivando sull'ernia dall'interno.Nel senso che non si indebolisce ulteriormente la parete lavorando su tessuti con doppio esito cicatriziale o maltrattandoli per rimuovere anche la seconda rete.In poche parole ripercorrere lo stesso accesso potrebbe essere più complesso e con risultato non soddisfacente.La mia opinione è relativa,scaturisce da un consulto a distanza,va comunque condivisa dal curante.

La saluto

Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica

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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA

In aggiunta a quanto già esposto dai Colleghi, mi permetto di suggerire che un'ernia plurirecidiva su rete trova ottime possibilità di riparazione mediante accesso anteriore properitoneale (tecnica di Wantz e sue varianti): consiste nel posizionare, mediante incisione inguinale, una nuova rete posteriormente al piano muscolare percorrendo così una nuova "strada", anch'essa priva di esiti cicatriziali, ma con i vantaggi di un intervento eseguibile in anestesia spinale (se non addirittura in casi selezionati in anestesia locale).
Questo tipo di riparazione ha inoltre il vantaggio di esplorare e includere nella riparazione tutti i punti deboli della regione inguinocrurale, non potendosi escludere, vista la ricorrenza pressoché immediata delle recidive, la possibilità di un'ernia crurale misconosciuta.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio dei Vostri consigli e valutazioni.
Capisco altresi la difficolta' senza una valutazione diretta e ovviamente resta il mio dilemma sulla scelta della struttura ospedaliera con equipe piu' specializzate in pluri recidive.
Vi disturbo con altre domande e riflessioni:
1. Prima del primo intervento accusavo un dolore al testicolo DX che dopo il primo intervento e scomparso, il secondo intervento pero' mi ha lasciato un dolore, soprattutto dopo il mio regolare allenamento (corsa), all'adduttore DX. Si puo' spiegare questo col fatto che possa essere stato toccato qualche nervetto dell'attuttore o e' la pressione dell'ernia? e andra' via?
2. Mi avete proposto o consigliato due ipotesi, "intervento via laparoscopia" o via accesso anteriore properitoneale"
Non conosco bene la mia anatomia "interna", ma quando mi tocco sulla cicatrice (che presenta un avvalamento) sento entrare e uscire qualcosa, piu' o meno nello stesso punto di prima delle due operazioni.
Con l'intervento in laparoscopia viene inserita una rete?
Con l'accesso properitoneale viene inserita una rete molto piu' grande, che va a coprire una vasta area inquinale?
Sempre grazie per i Vostri consigli.



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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Le dimensioni della rete che viene posizionata con le due metodiche sono pressappoco le stesse.
Cambiano ovviamente la via di accesso ed il sistema di fissaggio della rete che nella metodica "open" properitoneale è tenuta in sede, oltre che da pochi e ben definiti punti di ancoraggio (in genere bastano tre punti), da un preciso piano di scollamento tra peritoneo e muscoli.
Credo di non contravvenire alle regole del sito citandole il nome del Prof Mandalà di Palermo che ho avuto modo di incontrare più volte come relatore in convegni su questa specifica tematica.
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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
La risposta del mio carissimo amico e collega Piscitelli è perfetta,ma consentitemi di spezzare una lancia a favore dela laparoscopia.E' vero che questa tecnica richiede un anestesia generale(il paziente nel 2006 è stato sottoposto addirittura per una Trabucco allo stesso tipo di anestesia)ma nelle plurirecidive ha secondo me una sua validità.Chi scrive è contrario all'approccio laparoscopico dell'ernia primitiva,proprio perchè ritiene che si possa comodamente trattare in locale o spinale.Forse il mio orientamento scaturisce,probabilmente,dal non prediligere in questi casi la tecnica suggerita dal collega.
La saluto
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dopo
Utente
Utente
Egreggi Dott. Piscitelli e Dott. Pennetti, vi ringrazio tantissimo dei Vostri suggerimenti. Sicuramente avete un diverso orientamento sul tipo di approccio, premetto che io preferisco un'anestesia totale inquanto sono un gran "fifone". L'anestesia spinale mi e' stata proposta per il secondo intervento dall'anestesista (mio amico) con la promessa che gli avrei dato un pugno se mi faceva male, devo dire che invece gli ho stetto la mano.
Nei due differenti approcci la rete viene posta sopra o sotto la vecchia rete? o solo forse in una posizione diversa? Se, come mi e' stato detto, le mie pareti inquinali sono alquanto mal ridotte, non si potrebbero risitemare con l'approccio "open" inquanto si riesce a vedere di piu'? Il problema all'adduttore DX e' causato dall'attivita fisica? (vedi replica precedente).
Grazie della Vostra attenzione.
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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Non vorrei sembrarle monotono,anche se le sembrerà strano,spesso la laparoscopia consente di vedere meglio della chirurgia open.Per come la vedo,se devo raggiungere una meta,preferirei un percorso più nuovo ed agevole a fronte di uno vecchio e dissestato.Nel suo caso penso che la laparoscopia rapprenta il percorso che preferirei.
La saluto
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Anche io non vorrei sembrare monotono e, scusandomi, saluto con cordialità l'Amico Pennetti.
L'accesso "open" ripropone la regione inguinale solo per quanto riguarda l'incisione cutanea (diversa comunque dalle precedenti): viene in seguito percorsa una "strada" del tutto nuova e la rete viene posizionata in tutt'altra sede rispetto alla precedente che non viene neanche vista o ricercata.
Si tratta di punti di vista ovviamente personali, ma a me sinceramente sembra del tutto sproporzionato un intervento che prevede comunque anestesia generale (in ogni caso praticabile se gradita) tre accessi in peritoneo e uno pneumoperitoneo; per non parlare delle ulteriori recidive e delle famose e numerose "spiralette": mezzi di fissaggio della rete che non pochi e trascurabili problemi hanno dato per il passato.
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dopo
Utente
Utente
Scusate il ritardo della mia replica, ma causa lavoro fuori sede non sono riuscito a collegarmi.
Devo dire che e' un bel problema scegliere il tipo di intervento! Sicuramente entrambi sono validi.
Nel caso della laparoscopia puo' essere visualizato anche il lato SX per controllare un eventuale ernia anche in quel lato? e che cosa sono le "spiralette"?
Confesso che ho un po' di confusione ora...
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Mi rendo conto dei dubbi ingenerati e della difficoltà di compiere una scelta.
D'altra parte ogni Chirurgo ha le sue convinzioni e una propria esperienza maturate non solo dal proprio operato, ma anche dalla osservazione delle casistiche della letteratura e di quanto fatto dagli altri.
Certamente l'accesso laparoscopico offre la possibilità di ispezionare tutte le porte erniarie; ma il rilievo di un'ernia, soprattutto se primitiva e salvo casi eccezionali, è molto agevole anche con un semplice esame clinico (visita) ed è il minimo che si richieda ad un Chirurgo con qualche esperienza.
Le spiralette rappresentano il mezzo di fissaggio della rete alla parete: vengono "sparate" con un apposito strumento in numero congruo a garantire un definitivo ancoraggio. Occorre tuttavia molta attenzione e perizia nell'evitare alcune zone particolarmente pericolose per la presenza di strutture vascolari o nervose.
Purtroppo gli inconvenienti da esse generati soprattutto per il passato hanno comportato l'insorgenza di complicazioni non indifferenti, tant'è che la bioingegneria è alla continua ricerca di perfezionamento di questa metodica.
Assai promettente è un tipo di rete particolare, ideato proprio dal dott Pennetti, al quale lascio volentieri la parola.
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Piscitelli del chiarimento.
Dott. Pennetti, so che va un po' contro le regole di questo sito, ma nel Catanese a quali strutture o quale chirurgo, di chiara esperienza in laparoscopia, mi posso rivolgere per un consulto.
Grazie
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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
A Palermo,il prof.Mandalà con il quale mi conosco personalmente.Ci saranno sicuramente anche a Catania colleghi altrettanto esperti,ma non sono in grado di fornirle nessuna indicazione.
La saluto.
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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio dei consigli, siete stati tutti molto gentili.
Grazie