Lutti familiari da spiegare ai bambini

Buona sera. Ho una bambina di tre anni, molto intelligente, attenta, con una capacità logico espressiva che supera di gran lunga le normali capacità della sua età. Il problema è che negli ultimi mesi la mia famiglia ha subito alcuni lutti importanti. Prima mio fratello giovanissimo a cui lei è sempre stata legata. E adesso il mio nonno solo 70enne ma con anima e corpo da sessantenne che stravedeva per lei.
Non so se ho fatto bene, ma la morte di mio fratello le è stata tenuta nascosta. Lei lo ha cercato da subito molto. Lo ricorda continuamente in ogni cosa che fa. MA lavorando lui negli ultimi mesi della sua vita fuori, le ho detto semplicemente che non sarebbe tornato più a casa perchè aveva deciso di restare in quella città. Dopo le prime domande sul perchè di questa decisione e aver versato litri di lacrime perchè non poteva più vederlo, adesso sembra aver accettato la cosa. Purtroppo adesso è toccato al nonno, suo bis-nonno con cui aveva un contatto quotidiano.
Questa morte, a differenza dell'altra, è arrivata quasi annunciata. Il nonno è stato molti mesi in ospedale e alla fine ha ceduto. Anche qui sarei tentata di dirle che non tornerà più dall'ospedale. Ma sinceramente non vorrei crearle troppa confusione.
Non vorrei sembrare una mamma adulatrice, ma mia figlia è veramente molto avanti per la sua età e questo, che è sicuramente un bene, a volte mi spaventa perchè le solite cose che si raccontano ai bambini lei le smonta in due minuti con domande da adulta.
Vi ringrazio.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile signora, come regola generale è bene non nascondere i lutti ai bambini, anche piccoli, purché si abbia l'avvertenza di presentarglieli in un modo compatibile con le loro possibilità. Quindi forse sarebbe stato meglio dire dello zio alla sua bambina, a suo tempo. Tuttavia, dato che ora è avvenuto un secondo lutto, potrebbe essere troppo duro farle accettare due perdite in una volta sola. Quindi potrebbe essere il caso di metterla intanto al corrente del nonno, e solo in un secondo momento, quando avrà già superato la cosa, parlarle anche dello zio.

Se la sua bambina è intelligente, può anche essere un po' più diretta, senza inventarsi niente di particolare: farlo significherebbe trattarla come da meno di ciò che è e lei se ne accorgerebbe. Può iniziare con un spiegazione generale sulla vita degli esseri viventi e delle persone, e piano piano avvicinarsi all'argomento che la tocca da vicino. Cerchi di mantenere un tono dolce e rassicurante per tutta la durata del colloquio, in modo da trasmetterle, per quanto possibile, serenità.

A sua disposizione se posso esserle ancora utile.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11 2
Gentile utente, i bambini hanno bisogno a qualunque età di sentire che gli adulti di riferimento sono sinceri con loro, e che possono continuare ad avere fiducia.

Certo: non è un pensiero così consapevole, ma di fatto loro, al di là delle capacità cognitive e dell'essere "svegli", sono molto in contatto con le emozioni di chi hanno attorno.

Probabilmente sua figlia avrà creduto al fatto che lo zio si sia trasferito definitivamente altrove, ma come crede che abbia interpretato il dolore che sicuramente ha percepito in lei e magari in altri familiari?

Appunto perchè sono piccoli, i bimbi hanno bisogno di rassicurazioni e certezze, e per quanto certe domande possano essere per noi difficili da affrontare o per quanto ci sembri che le risposte non siano esurienti, i figli hanno bisogno di sapere che se ne può parlare.

In ogni caso il concetto di morte non può certamente essere compreso a 3 anni, ma nemmeno a 6 o a 9! Per lo meno non come lo intendiamo noi. Ma i piccoli hanno il loro strumenti, e spesso, inoltre, essi stessi con la loro sensibilità ancora a fior di pelle e la loro semplicità sanno offrire emozioni o immaginare situazioni che possono aiutarli molto ad avviare il processo di elaborazione del lutto, e in questo anche aiutare i grandi.

Le consiglio quindi di essere sincera con sua figlia, magari come consigliava il collega "a piccole dosi", ma sua figlia ha bisogno di sapere che la mamma è lì per lei.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it