Amore infèrtile

Ho 36 anni e sono affetto da azoospermia, vale a dire mancanza di spermatozoi nel liquido seminale.
Questo rappresenta per me - da quando l'ho saputo, circa otto anni fa - una condizione bloccante nell'avviare una relazione. Il significato che attribuisco a questa cosa è che io rappresenterò un problema per la mia partner nel momento in cui inizieremo a pensare al concepimento di un figlio. Per questo motivo ho sempre evitato relazioni che potessero diventare serie, ma precludendomi in questo modo la compagnia, vera, stabile, di un'altra persona.
Attualmente - ed è il motivo che mi ha spinto a scrivere - sono profondamente innamorato di una donna. Anche Lei è innamorata di me, ma non è libera, ha un altro uomo. La situazione è quella in cui lei vuole lasciarlo per me, e aspetta solo un mio cenno per farlo; che io le dica che voglio stare con lei. Ma io non so come fare; non mi sento di chiederle di lasciare un uomo che potrebbe darle i figli che desidera (che desidera da me, a dire il vero), per CONDANNARLA a stare con un uomo (io) che da questo punto di vista può solo darle problemi e rappresentare un ostacolo al suo desiderio di maternità. Ho quindi pensato di troncare questa relazione, spiegandole il motivo della mia scelta per evitare che possa attribuirsi delle colpe o pensare che possa essere dipeso da lei. Con la razionale giustificazione che se non ci vediamo più l'amore per me le passerà (è prosaico ma è così) e avrà altre chances o continuerà col suo attuale compagno, mentre "il mio problema" è per sempre.
In questo modo però non vedo nessuna strada percorribile per me. Non posso certo presentarmi ad una persona dicendole: "Piacere mi chiamo Tizio e sono stèrile", ma non posso nemmeno aspettare a dire questa cosa quando la relazione sia diventata più complessa, quando il mio "non detto" inizierebbe a puzzare di inganno, di qualcosa che - se saputo a suo tempo - avrebbe fatto andare le cose diversamente.
Non ho una domanda precisa da porre, ma leggerei volentieri un'opinione, qualcosa che possa aiutarmi a vedere le cose da una prospettiva diversa, o semplicemente confermarmi che la sorte ha voluto che io non fossi adatto ad una vita di coppia.
Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Le esprimo un parere che le serva da orientamento per farle considerare le cose sotto una luce un pò diversa, in modo che lei possa trovare un miglior equilibrio per fare le sue scelte.
La causa dell'azoospermia presumo sia intrattabile, per come lei ne parla, e che escluda ogni forma di fecondazione assistita dopo prelievo anche non dal seme, ma dal testicolo, di spermatozoi.
Premesso questo, il suo disagio è comprensibilissimo. Tuttavia, lei deve concepire se stesso innanzitutto come una persona che ha diritto alle proprie soddisfazioni, e quindi a intrecciare relazioni sentimentali. Ovviamente, arriva un momento in cui, nelle relazioni che sembrano andare bene, si parla di figli, ma questo di solito non avviene immediatamente. Come lei non può presentarsi dicendo "sono sterile", così l'altra persona non si presenterà dicendo "voglio un figlio". La cosa è probabile per una donna, ma non è detto che la relazione poi si sviluppi in tal senso. Quando succede, si limiti a chiarire la sua condizione, per correttezza. La decisione di troncare la relazione non deve dipendere da questo, almeno per lei.
Il fatto di non poter avere figli naturali (ed esistono altre soluzioni, come la fecondazione eterologa o l'adozione, se davvero il figlio la sua partner lo vuole crescere con lei) è una condizione certamente limitante, ma come altre (prosaicamente, per riprendere un suo termine, quante persone fanno proseguire o cessano relazioni per ragioni di ordine economico ?).
La donna con cui le sta ha diritto di sapere, se è sua intenzione quella di iniziare una relazione ufficiale con lei a scopo di metter su famiglia, però questo non impone di lasciarla, solo di metterla al corrente. Lei non ha il dovere di lasciarla, soltanto quello di essere sincero. Il dovere di essere sincero non vale, a mio parere, fin dall'inizio della relazione, perché ciascuno ha il diritto di vivere una relazione che andrà a finire "non si sa come" senza tirare in ballo problemi su questioni che ancora non si pongono. Una persona che non si metterebbe mai insieme ad un partner sterile, magari invece potrebbe accettare la situazione una volta che l'ha conosciuta e ha intrapreso con lei una relazione significativa. Finché la questione non viene sollevata esplicitamente, quella di un rapporto stabile, lei non inganna nessuno, né fa "perdere tempo" o danneggia la persona che ha iniziato una relazione con lei, semplicemente si adatta alla situazione come può.
Mi sembra umanamente comprensibile che chiunque di noi non riferisca dettagli che potrebbero precludergli occasioni di vita soltanto perché in un possibile futuro potrebbe essere moralmente costretto a rivelarle.
Pertanto, per la sua attuale partner la relazione con lei può essere una chance che non si esaurisce magari nella sola prospettiva di un figlio naturale, e magari per stare con lei potrebbe adattarsi alle altre soluzioni o a non averne, di figli.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Egregio, otto anni fa lei ha scoperto di essere sterile, ma cosa è successo precedentemente? Quali disturbi ha presentato?, quali sono stati gli aggravamenti che lo hanno condotto ad avere la mancanza di spermatozoi?Stabilito tutto questo, rimosse le cause, che lo hanno condotto alla sterilità, mano, mano può ottenere una lenta guarigione. Pertanto, prima di abbandonare ogni risorsa, cerchi di rimediare ai danni fisici, per recuperare ogni sua potenzialità. La patologia che lo ha portato alla infertilità può essere sempre attiva, va quindi indagata attentamente.
Saluti alberto@3691@alice.it
[#3]
dopo
Attivo dal 2006 al 2007
Ex utente
In effetti non avevo detto che l'azoospermia non è reversibile. Non essendo una scoperta recente ho avuto modo di fare le dovute indagini e - nel mio caso - anche la possibilità di trovare spermatozoi all'interno del testicolo è talmente bassa da potere essere ritenuta trascurabile.
La scoperta era stata fatta in corrispondenza ad un intervento di varicocele sinistro di terzo grado, che è stato operato con successo e mai più ripresentato. Attualmente ho livelli ormonali nella norma tranne l'FSH molto alto che fa presupporre la mancata spermatogenesi.
Per quanto riguarda il consiglio di omettere certi dettagli all'inizio di una relazione, nel mio caso mi costringerebbe a mentire anche riguardo alla necessità, tutt'altro che necessaria, di ricorerre a metodi contraccettivi.
Ringrazio tutti di cuore per le risposte, di più per la rapidità con la quale mi sono state fornite e per la professionalità che mettete a disposizione per questo servizio.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente, non ho molto da aggiungere alla bella risposta del Dr Pacini.
Alla quale aggiungo, però, una considerazione. Vi sono tantissimi modi per "metter su famiglia" (se questa è davvero la conditio sine qua non) non meno nobili di una fecondazione (naturale o assistita che sia). Nel mondo ci sono milioni di bambini che non hanno una famiglia.

Inoltre, nel mondo ci sono tantissime coppie che non possono avere figli causa sterilità della donna.
Mi permetta, però, di fare una constatazione: la invito a riflettere sul perchè la sterilità per lei diviene ostacolo alla relazione affettiva (quando obiettivamente non lo è); rifletterei anche sul fatto che la sua attuale relazione è una "relazione difficile", fatta anche di una terza persona (il partner ufficiale della sua innamorata), e in quanto "difficile" essa diventa relazione "lontana", difficilmente raggiungibile.

Come mai lei si è messo proprio in una situazione difficile? Quanta paura le fanno, intimamente, le relazioni?

A mio avviso, lei dovrebbe poter dare una risposta a queste domande. Per questo le consiglio vivamente una consulenza psicologica. Aggiungo che per un uomo la consapevolezza della sterilità è davvero un duro colpo, e questo secondo me motiva ulteriormente la visita psicologica.

Cordialmente

Daniel Bulla
dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
dopo
Attivo dal 2006 al 2007
Ex utente
Le rispondo. Questa relazione non mi spaventa affatto in quanto tale, anzi è ciò che voglio di più in questo momento. E non è affatto lontana come lei pensa. Ma non l'ho scelta, non mi ci sono messo volontariamente, è una cosa che è successa e basta. Io non avrei voluto innamorarmi sapendo della mia difficoltà a "proseguire", ma è successo e adesso sono tenuto in ostaggio dai dubbi.

So che ci sono milioni di coppie che non possono avere figli, ma praticamente tutte hanno scoperto di non essere in grado di avere figli quando erano già una coppia, perchè è normale fare indagini relative alla difficoltà di concepimento solo quando questa difficoltà si manifesti.

La mia sterilità diviene ostacolo in quanto amo questa donna e l'ultima cosa che vorrei è rappresentare un problema per lei. Ma io so da subito che sarò un problema. So quanto ci tenga ad avere figli e, differenza degli altri milioni di coppie, io so da subito che sarò di impedimento alla realizzazione di questo suo desiderio.

Tutto qui.

La ringrazio vivamente per la sua risposta.
[#6]
Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
La sterilità, individuate le cause, può essere reversibile; quindi fare una indagine accurata sarebe necessario. Va considerato anche che gli stessi agenti patogeni che hanno provocato la sterilità, possono essere sempre presenti, pertanto, vanno portati via, anche per una condizione di buona salute del suo organismo.
Saluti
[#7]
Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
mi associo in toto con l'ottimo inquadramento del caso fornito dal dott. Pacini. Qualche altra, spero utile, considerazione: è del tutto comprensibile il suo sentirsi sospeso e diviso tra dubbi e desideri: da un punto di vista psicologico la sua condizione vede coinvolte delicate tematiche strettamente intrecciate tra loro. Parliamo in primo luogo dell'immagine di sè e dei possibili vissuti di incompletezza e inadeguatezza , in secondo luogo della tematica della relazione affettiva (che deve necessariamente essere basata sull'onestà e sulla fiducia e la cui ragion d'essere sembra sostanziata dalla felicità di entrambi i partner), la tematica della generatività e non da ultimo quella del desiderio.In primis ricordiano che attualmente troppo spesso si finisce per confondere le due dimensioni distinte della coniugalità ( intesa qui in senso esteso come relazione di coppia profonda e stabile) con quelle della genitorialità, in altre parole si dà per scontato che si è un buon marito o moglie se si è un buon genitore o viceversa e da qui l'equazione coniugalità = genitorialità = felicità di coppia è breve,trascurando e confondendo così dimensioni importanti quali i propri bisogni, desideri, ruoli e doveri.Da quello che traspare dalla sua descrizione sembrerebbe d'altra parte che, pur in balia di dubbi e inceretzze,in realtà lei sappia già (o creda di sapere) cosa è più giusto o meglio per sè e per la sua partner e che dia per scontato che questo coincida con la preclusione di qualsiasi relazione affettiva (per lei) e l'allontanamento della partner (per l'altra) allo scopo di evitare una prevedibile sofferenza per entrambi. Resta da vedere se il "giusto" e "meglio" coincidano davvero con il "meno doloroso" o se è piuttosto disposto ad affrontare una certa quota di difficoltà e ed evoluzioni impreviste pur di raggiungere una relazionalità piena e soddisfacente che è suo pieno diritto in quanto essere umano e che per nessun motivo dovrebbe negarsi.Da'ltra parte vi sono molte altre situazioni che potrebbero pregiudicare l'andamento di una relazione (ex. la presenza di una malattia invalidante per uno dei partner, l'insicurezza economica, precedenti trascorsi non "socialmente accettabili") e non per questo ne ostacolano la creazione, se così fosse dovremmo sentirci "autorizzati" a dar vita a una rapporto solo in presenza della certezza assoluta di poter rendere felice il nostro partner e di soddisfare tutte le sue esigenze materiali e psicologiche, e in tal caso chi avrebbe la presunzione di farlo? Oltretutto se fosse davvero questa la sua presa di posizione finirebbe per arrogarsi il diritto di dedicdere anche per l'altra ( la sua partner attuale o quelle future)senza darle in alcun modo voce in capitolo e precludendole ogni ulteriore confronto. E' davvero questo quello che desidera? Non si dimentichi che una vita di relazione piena e autentica non è necessariamente vincolata e dipendente dalla possibilità di avere figli (naturali o meno). Molte delle attuali partnetr non ne hanno per scelta,o somunque non è la prima cosa a cui pensano al momento di costruire una relazione.La sincerità sulla sua condizione è sicuramente un suo dovere ma solo nel momento in cui si sia creata questa dimensione relazione il cui andamento non è prevedibile a priori. Solo allora potrete fare i conti sulla reciproca capacità di costruire qualcosa insieme e di badare l'uno alle esigenze dell'altra.

Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it