In panne

Buonasera, immagino che sia molto difficile riuscire in poche righe a raccontare e a far capire il mio disagio, ma sono molto in difficoltà e quindi proverò comunque. Mi sono sposata pochi mesi fa e credo che il mio matrimonio sia stato un errore. Credo, anzi ne sono sicura, di non averlo mai desiderato. Non ho mai provato nessun entusiasmo, se non quello transitorio nello scegliere una nuova casa, dei nuovi mobili o un bel vestito. L'anno che ha preceduto il matrimonio è stato segnato dall'ipocondria, dagli attacchi d'ansia, da momenti di depressione. Ma nonostante tutto sono andata avanti dritta verso questo obiettivo con una secie di ostinazione cieca. Il mio attuale marito ha ignorato tutto questo, non so se non se ne fosse accorto, o se, come è suo costume abbia messo la testa sotto la sabbia sperando che prima o poi le cose sarebbero cambiate. La decisione di sposarci è arrivata solo dopo aver rinunciato all'idea di una semplice convivenza, ostacolata fino all'esasperazione dalla famiglia di lui, per motivi esclusivamente culturali. Io avevo deciso di andare a convivere, io ho deciso poi di accontentare la sua famiglia per non vederlo più soffrire, succube com'è del giudizio della sua famiglia. Ho preso la decisione di sposarmi arrabbiata,e non so perchè. Forse per sfinimento, forse per paura di scegliere invece di troncare un rapporto con qualcuno che non aveva saputo difendere "noi due" dalle interferenze assurde della sua famiglia, che non aveva mai messo noi due davanti a niente e con cui comunque la comunicazione è azzerata da molto tempo. Nonostante tutto il fidanzamento è durato 8 anni e nonostante tutto ho scelto, in fondo nessuno mi ha obbligata, di sposarmi. L'ipocondria è durata anche i primi mesi di matrimonio. Dopo pochi mesi di matrominio ho iniziato una relazione con un ragazzo a cui mi sono legata intimamente. Un rapporto nuovo, fatto di parole, di comunicazione, di interazione. L'ho cercato io, l'ho voluto io fortemente questo rapporto, l'ho cercato proprio in un modo disperato nonostante le "resistenze" di lui nell'iniziare una storia con una donna sposata e mi ha reso felice. Poco tempo fa mio marito ha scoperto tutto e io sono andata via di casa. Poi ho, ovviamente subito la sua rabbia, i suoi insulti e tutto ciò mi ha riportato gli attacchi d'ansia. Adesso la sua rabbia sta a poco a poco scemando, anche se credo che in fondo mi porterà rancore per molto tempo, e mi ha chiesto di tornare a casa. Ma io sono ancora da mia madre e non so cosa fare. L'altro ragazzo è come sparito, è come se ne fosse lavato le mani adesso che la situazione è esplosa,o forse semplicemnte non vuole farmi pressioni ma io non ho mai smesso di pensare a lui, mai ho smesso di desiderare che qualcosa potesse esserci tra di noi...ma non ho fatto niente perchè fosse così da quando sono andata via di casa. sono andata via di casa e adesso sono in panne, incapace di qualunque decisione,incapace di prendere qualunque direzione, solo bloccata e impaurita.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, effettivamente in una situazione come la sua sarebbe difficile prendere qualsiasi decisione. Così come a suo tempo dev'essere stato difficile decidere di sposarsi controvoglia. Appare come se lei avesse difficoltà a valutare bene i suoi sentimenti quando è chiamata a fare passi importanti che la riguardano direttamente. C'è riuscita solo in clandestinità, al riparo da occhi indiscreti. Ma trattandosi di confrontarsi con il suo ambiente sociale e culturale, le è stato difficile evitare di compiacere gli altri, e invece più facile passare sopra ai suoi sentimenti. I disturbi d'ansia potrebbero far capo a tutto ciò.

Anche adesso, dopo aver sposato un uomo controvoglia, e dopo averlo tradito dopo pochi mesi di matrimonio (non è un giudizio morale, ma solo l'esame dei fatti), si chiede se varrebbe la pena tornarci a vivere insieme.

L'altro ragazzo è perfettamente comprensibile che si sia eclissato. Era titubante già all'inizio a iniziare una storia con una donna sposata, figurarsi dopo che il marito è venuto a saperlo, e per giunta in Sicilia. Anche qui, nessun giudizio morale - anch'io sono di origine siciliana - ma solo un tentativo di valutare tutti i fatti.

Credo che il suo problema si riduca in fondo a questo: alla difficoltà di conciliare i suoi veri sentimenti con ciò che il suo ambiente si aspetta da lei, ovvero che basi le sue scelte su criteri troppo esterni.

Da qui appare difficile darle consigli su come muoversi, ma una consulenza psicologica di persona potrebbe tornarle certamente utile.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
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Gentile dottore la ringrazio molto per la sollecita riposta. Effettivamente avevo già valutato di rivolgermi a qualcuno che potesse aiutarmi a uscire da questo stato di cose. Per fortuna la mia famiglia mi è molto vicina in tutto questo, i limiti culturali di cui le ho parlato appartengono alla famiglia di mio marito....e temo anche a lui. Vorrei riuscire a svincolarmi da tutti i condizionamenti che impediscono di "vedere" e soprattutto che mi terrorizzano. la ringrazio ancora molto
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