Seno malato e metastasi

Caro dottore, mia madre affetta da lesioni ossee ed epatiche da carcinoma duttale infiltrante della mammella a dicembre scorso ha eseguito radiochirurgia stereotassica all'unica lesione epatica visibile con Tac Pet. (Cura le metastasi dal 2006 ed è stata operata la prima volta nel 1989, poi una recidiva locale nel 1999, poi una nuova recidiva locale nel 2004 e nel 2006 lesioni ossee ed epatiche)
A Marzo con il nuovo controllo Tac Pet, si evidenziava un aumento dell'intensità delle lesioni a livello osseo e pur non evidenziando la lesione trattata a dicembre ne evidenziava una nuova di più piccole dimensioni.
L'ecografia epatica eseguita a marzo ha confermato la riduzione della lesione trattata (da 2.8 cm a 1.9) con sclerotizzazione in atto. Ed evidenziava anche quella nuova.
Da dicembre scorso però i marcatori tumorali che sono rimasti quasi sempre nella norma a parte piccoli rialzi: parliamo di un Cea a 7 piuttosto che fra 0 e 5; sono andati alzandosi continuamente...
Fino ad arrivare ad un Ca19.9= 239 (riferimento 0-37), Tpa= 127 (0-75); Cea= 23 (0-5); Ca 15.3= 39.5 (0-38); fosfatasi alcalina= 209 (36-126); Got=97 (8-47); Gpt=98 (8-60); Ldh= 701 (300-600); Gamma Gt= 325 (8-78).
UN DISASTRO...
Prima che la Pet evidenziasse un lieve incremento dell'intensità delle lesioni già esistenti a livello osseo, non captasse più la lesione epatica trattata con la stereotassica ma ne percepisse invece un’altra di un centimetro, il protocollo era herceptin, taxotere e avastin.
Ora invece è: endoxan, fluorouracile e novantrone più l'avastin.
Volevo chiedere: i marcatori si sono alzati perché la malattia è in progressione o a causa del danno provocato dalla stereotassica visto che sono soprattutto i valori epatici ad aver subito uno scombussolamento generale? Oppure è in corso la cosiddetta 'lisi' cellulare? Insomma, vi prego, aiutatemi a capire...
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

direi che siamo piuttosto distanti nel tempo dalla radioterapia stereotassica e purtroppo è più probabile che il rialzo dei vari parametri sia da malattia. Bene per quanto riguarda il cambio della terapia. Io eseguirei anche una biopsia su una delle lesioni metastatiche più facilmente aggredibile. Questo per tipizzare nuovamente la malattia dal punto di vista molecolare (recettori ormonali, c-erb, cinetica cellulare). Difatti il fenotipo cellulare negli anni e con le terapie ha subito senza dubbio delle mutazioni.

Resto a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Caro dottore Pastore, grazie innanzitutto per la velocità con la quale ha mi ha risposto e poi vorrei chiederle: un'eventuale biopsia per tipizzare nuovamente la malattia servirebbe a valutare una terapia diversa? Il fenotipo cellulare di cui lei parla potrebbe essere diventato più aggressivo e resistente alle terapie? Oppure potrebbe anche essere meno aggressivo soltanto che andrebbe attaccato con una terapia più mirata?
Insomma la strada di mia madre è senza ritorno?
Eppure conosco donne (tante, mi creda) in condizioni assai più gravi che stanno bene, qualcuna addirittura da cinque anni non fa più neanche chemioterapia e le lesioni sono 'spente'... L'intervento del 2004 con relativo esame itologico non è più idoneo per la tipizzazione del tumore?
Grazie, la saluto caramente

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Dimenticavo: quindi lei escluderebbe anche il discorso della 'lisi cellulare' cui telefonicamente mi accennava l'oncologo che non capisco perché si dica 'confortato dalla Tac pet' di marzo e quindi poco interessato ai recenti marcatori...?
[#4]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

una nuova tipizzazione della malattia potrebbe portare a decidere una terapia differente (soprattutto valutando lo stato del c-erb e dei recettori ormonali). Il pezzo operatorio del 2004 è troppo datato. Ogni trattamento che viene impiegato contro un tumore a lungo andare seleziona fenotipi differenti ed il più delle volte poliresistenti. Per tale motivo man mano che si va avanti con i trattamenti il bilancio rischio/beneficio diventa sempre meno favorevole con una efficacia via via minore dei trattamenti. E' vero che taluni pazienti vanno avanti con una malattia quasi cronica per anni ma appunto questo fa parte della variabilità delle malattie tumorali. Anche nell'ambito di una stessa malattia noi probabilmente chiamiamo con lo stesso nome malattie diverse dal punto di vista cellulare e molecolare. Credo che l'ottimismo del collega oncologo curante sia dovuto al fatto che magari pensava di trovare un quadro più difficoltoso; poi non so... occorre chiedere al Collega. Resto a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
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