Caso di glioblastoma...

Dottori tutti,
vi scrivo in preda alla confusione ed alla disperazione più nera, riguardo il cattivo stato di salute di una nostra parente stretta alla quale siamo particolarmente legati.
A Dicembre scorso le è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello, per l’esattezza un "glioblastoma" decisamente pronunciato.
Malgrado l’età piuttosto avanzata (parliamo di una donna ultrasettantenne) e qualche acciacco pregresso (come un enfisema polmonare..) è stata sottoposta ad una delicata operazione, durata più di otto ore, finalizzata alla resezione totale del male.
L’intervento si è concluso positivamente ed il decorso post operatorio è stato ottimo: la donna ha ripreso pienamente le sue attività e la resezione le ha causato soltanto una moderata difficoltà di linguaggio a cui ella stessa stava iniziando a porvi gradatamente rimedio.
La situazione però è sfuggita di mano agli inizi di Aprile di quest’anno quando (si scoprirà poi), a seguito di radioterapia e chemioterapia, diventa preda di una marcata astenia, fino ad un totale sfinimento.
Ricoverata di nuovo in ospedale, sempre nella capitale, le verrà riscontrata una polmonite, causata dalla totale assenza di difese immunitarie e valore di globuli bianchi nel sangue piuttosto basso, per non dire"inesistente".
Dopo pochi giorni, non appena il quadro clinico della donna si è stabilizzato, cioè con lieve aumento dei globuli bianchi e focolai di polmonite "sotto controllo", la paziente è stata forzatamente dimessa.
Il dramma è che, per ingenuità e/o inesperienza, i familiari stretti hanno firmato affinchè venisse trasferita in un noto hospice non molto distante da Roma.
Dottori tutti, Vi prego di continuare a leggere, perché è qui che chiedo il vostro aiuto e consiglio. In nome di tutta la famiglia, mi chiedo e vi chiedo, secondo quale diagnosi o prognosi questa nostra persona cara è stata spedita in un hospice?
Perché, una volta raggiunto questo triste posto, ha smesso di seguire qualsiasi terapia ed aiuto farmacologico, se non quello del dolore? Perché mai avrebbe bisogno già di cure palliative e di sedativi (che le danno in continuazione) se nessun medico più ha preso in cura il suo caso?
Crediamo che, per stare lì, sia stata classificata come "malata terminale" ma, con lacrime di rabbia e di disperazione, mi chiedo: secondo quale documentazione?
Durante il ciclo di radioterapia, è stata sottoposta periodicamente a RMA al cervello che non evidenziavano ancora nessuna ripresa della forma tumorale e non vi erano metastasi (se mai il glioblastoma le produce) da nessun’altra parte) allora, per adesso, a cinque mesi dall’intervento, dove sarebbe il suo male? Perché nell’hospice vicino Roma, dove si trova, non è più curata? Perché non ha più diritto ad un po’ di fisioterapia? Perchè è allettata?
Le nostre condizioni economiche non sono buone e non possiamo che permetterci la sanità pubblica. E’ per questo che una donna, ormai non più giovane, deve essere condannata a morte?
[#1]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

occorre porre tutte queste domande ai curanti. Solo loro possono stabilire perchè è stata avviata ad una struttura quale un Hospice. Negli Hospice, destinati agli stadi finali di malattia, non si esegue che terapia di supporto ed antidolorifica e nessuna terapia oncologica specifica. Quindi, la prima cosa da fare è accertarsi con chiarezza delle condizioni generali della paziente per poi decidere cosa fare.

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie dottore per avermi risposto. In realtà i "curanti" che esercitano presso la struttura hospice in questione, si limitano a dire che le condizioni di salute della donna sono molto gravi, a causa dell'avanzare dell'insidioso male (si riferiscono al cervello). Nessun cenno concreto viene mai fatto riguardo la immunodeficienza da radio-chemioterapia e tutte le sue conseguenze.
Mi convinco ogni giorno di più che questa donna è stata vittima di un grosso equivoco che le sta accelerando esponenzialmente la bassa aspettativa di vita.
Da profano ritengo che la crescita di nuove forme tumorali nel cervello possano essere discriminate solo attraverso una specifica RMA con liquido di contrasto. Esame al quale la donna non è stata più sottoposta (dall'inizio del mese di Aprile) stante le precarie condizioni di salute.
L'ultimo RMA risale a Marzo scorso e da esso si potevano evincere soltanto gli "esiti" da pregresso intervento cirurgico...insomma...la certificazione della avvenuta resezione ma nessun altro evidente focolaio.

Stiamo cercando di entrare in possesso della copia della cartella clinica redatta nell'ultimo ospedale ove la paziente è stata ricoverata. Vorrei arrivare a capire come ha potuto un medico non oncologo, classificare la donna come "malata terminale" da tumore, senza alcuna documentazione scientifica.
Tale classificazione non fa onore neanche al primo ospedale romano (a lei noto, dott. Pastore...) dove medici oncologi preparati e professionisti hanno impiegato tempo e risorse per cercare di salvare (o almeno allungare) la vita di questa sfortunata donna.
Altro non ci è dato di sapere. In tutto questo comunque, la ingenuita e l'inesperienza di noi familiari stretti, si sta rivelando fatale.
[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Troppo tardi.
La donna è morta pochi minuti fa. Nessuno sa di che cosa nello specifico, stante l'abitudine dell'hospice in questione di non prestare soccorso all'ammalato in nessun caso.
E' morta di indifferenza e burocrazia, nel disinteresse totale di TUTTI. Nessuno escluso.
Grazie.
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