Uretrite-prostatite

Il girono 1/09/2006 mi sono recato dal mio urologo Prof.Edoardo Austoni per la visita di controllo per i miei soliti problemi (infezione recidivante delle vie urinari, almento due al mese negli utimi due anni, circa 18-20 all'anno, e cattivo svuotamento della vescica). Nel visitarmi ha notato delle fuoriuscite di liquido grigastro dal pene e senza indugiare ha sostenute che si tratta di uretrite-prostatite purulenta. Mi ha prescritto come al solito nuovo ciclo di antibiotico che di seguito indico: Punture di gentalyn 80 due al giorni per otto giorni - ciproxin 500 una al giorno per 12 giorni. Ora dopo tale cura e tante altre effettuate durante i due anni da questo disturbo non ho ancora risolto il problema, anzi si è notevolmente agravato, le secrezioni dal pene sono aumentate di intensità. Sembre il Professor Austoni sostiene che il mio problema di queste continue infezioni alle vie urinarie e di cattivo svuotamento della vescica (in vescica rimane dopo aver urinato un RPM di circa 180-200 cc) sia dovuto ad un'ernia del disco collocata a L5-S1, e che facendomi operare il problema dvrebbe sparire.
In questi due anni ho sostenute i più diversi tipi di esami per cercare di risolvere il problema. ma questo continua ad esistere.
Ora dopo l'ennesima cura antibiotica ho ancora bruciore quanto urino, sento dopo aver finito di urinare di avere la vescica ancora piena, ed ho difficoltà ad incominciare ad urinare con getto molto scarso. Durante tutta la giornate urino circa 2/3 volte con un tempo medio di attesa tra una volta e l'altra che si aggira intorno alle 8/9 ore. Ora sono molto disorientato in quanto non riesco e capire se il problema sia propria dovuto dalla prostata oppure se sia un problema a livello vescicale, in quanto il Prof.Austoni sostiene che il mio problema è semplicemente una prostatice cronica difficile da curare.
Vorrei gentilmente avere un vostro parere su questa lunghissima ed infinita storia.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
mi sembra appena il caso, ma forse non lo sarebbe nemmeno visto di chi stiamo parlando, di dirLe che condivido l'atteggiamento diagnostico e terapeutico tenuto dal Suo Specialista di fiducia.
Affettuosi auguri e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,
ma , visto il suo problema discale con il relativo residuo vescicale secondario , a causa accertata, potrebbe essere utile contattare anche un ortopedico e/o un neurochirurgo per correggere finalmente questo problema.
Auguri ed un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Dr. Salvatore Macaluso Urologo 25
Gentile utente ,

l'idea di un consulto ortopedico-neurochirurgico per eliminare l'ernia discale , come consigliato dal collega Beretta , penso che sia una buona scelta . Inoltre , a mio avviso , sarebbe importante sottoporsi in anticipo , visto il consistente ristagno e la sua giovane età , ad esame urodinamico ( ma forse queste sono cose che ha già fatto). In ogni caso stia tranquillo: è in buone mani ! Auguri !

Dr. Salvo Macaluso

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Attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Egregio, da diverso tempo lei presenta infezione delle vie urinarie e flebiti ricorrenti, che sono in correlazione, lo steso agente patogeno, agisce sia sulle vene, che sulle vie urinarie. In ogno caso sono stati sempre ricercati agenti patogeni che vivono al di fuori delle cellule, quindi hanno la possibilità di essere reperiti nei secreti, urine e liquido seminale, ma non sono stati ricercati quelli agenti aptogeni che vivono dentro le cellule, quindi non si possono rilevare nei secreti, per cui si cerca, si cerca e non si rova niente, mentre sono presenti. Inoltre la difficoltà della risoluzione con gli antibiotici, ne è la dimostrazione, questi difficilmente agiscono in zone diffcilmente raggiungibili, ma soprattutto non agiscono sui virus.Inoltre lei presenta una prostatite, che ingrossando la ghiandola, crea il ristagno, passata l’infiammazione, la ghiandola si riduce, eliminando il problema della ritenzione. Se l’ernia del disco, arrivata a creare una paralisi della vescica, sarebbe molto grave, avrebbe creato altri disturbi, ben più gravi.Pertanto va anlizzato attentamente la presenza di questi agenti patogeni e portati via, soprattutto l’intervento deve essere rivolto alla individuazione di questi e alla loro eliminazione con farmaci biologici, che agiscono sulla stimolazione del sistema immunitario, che è l’unico che possa arrivare così lontano, giungendo ad un ottimo effetto risolutivo. Per eseguire tutto questo, in studio ho esami strumentali che mi permettono di seguire il ragionamento diagnostico e terapeutico, arrivare alla individuazione degli agenti patogeni responsabili, alla loro eliminazione e alla risoluzione della sua prostatite cronica e infiammazione delle vene.
moschinialberto@medicitalia.it

alberto.moschini@fastwebnet.it

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Dr. Renzo Benaglia Andrologo 665 1
Gentile Utente,
è giusto porre la domanda al suo ortopedico (o neurochirurgo) di fiducia ma al fine di capire la reale necessità di ricorrere ad un intervento chirurgico.
In altre parole, in base alla mie conoscenze, un'ernia discale che dia disturbi vescicali deve essere talmente avanzata da aver generato una "sindrome della cauda equina", con associati altri gravi disturbi agli arti inferiori di cui non potrebbe non essersi accorto.

Un sincero augurio

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