Il gatto è diventato uno

Buongiorno Dottori,
vorrei chiedere un parere riguardante un'allergia al gatto.
Sin da piccola sono stata "catalogata" come una poliallergica (polline, pelo animali, acari, graminacee, muffe, ecc.) e dai 6 ai 12 anni ho effettuato un vaccino contro gli acari della polvere. Oggi ho 31 anni e qualche anno fa mi sono letteralmente innamorata di una razza di gatto (animale che ho comunque sempre amato ma che non ho mai potuto tenere con mia grande sofferenza)chiamata Siberiano e sono stata contentissima di sapere che la saliva di questa specifica razza non contiene (o comunque contiene quantità quasi nulle) la proteina Fel-D1, responsabile dell'allergia ai gatti. Per mettere alla prova la mia allergia (dato che comunque erano più di 20 anni che non avevo reazioni allergiche in presenza di animali e sapendo che le allergie sono imprevedibili, a volte ne compaiono di nuove e a volte ne spariscono di vecchie, o perlomeno così mi fu detto dal mio allergologo ai tempi della mia infanzia), mi sono recata nell'allevamento di questa razza per stare a contatto con i gattini e non avuto reazioni di sorta. Ho quindi preso un maschietto e per ben 4 anni ho convissuto con lui senza alcun tipo di problema...fino a ieri sera! Lo stavo coccolando sul divano ed ho avuto una forte reazione allergica con gonfiore e prurito agli occhi, asma e raffreddore. So che la cosa migliore da fare sarebbe stare alla larga dalla fonte dell'allergia, ma oramai il gatto è diventato uno di famiglia e proprio non me la sento di darlo via. Esistono medicinali da poter prendere per inibire o comunque ridurre al minimo la mia reazione allergica, tipo antistaminici o vaccini? Se sì, quale sarebbe il più indicato? E sono farmaci che presi per un periodo prolungato possono essere dannosi per la salute? Se fosse necessario per la "cura", avrei la possibilità di affidarlo momentaneamente a mia madre.
Grazi mille per l'attenzione. B.
[#1]
Dr. Nicola Verna Allergologo 304 6 27
Gentile Paziente,
Come lei ha già sottolineato nel suo post, la riduzione dell'esposizione rimane, comunque, il caposaldo della terapia delle allergie ad epiteli. Ad ogni modo, qualora ciò non fosse possibile per motivi professionali (come nel caso di allevatori) o affettivi, si potrà sempre ricorrere alla terapia farmacologica (steroidi nasali, antistaminici, etc.) e valutare, dopo un reinquadramento clinico da parte di un collega Allergologo, la possibilità di sottoporsi ad una immunoterapia specifica ( http://verna.blog.tiscali.it//Immunoterapia_specifica_per_allergeni_inalanti__acari__pollini__muffe__epiteli_di_animali__1781796.shtml ).
Sugli effetti collaterali delle terapia per le allergie respiratorie, possiamo dire che sono limitati e vanno, eventualmente, valutati di volta in volta dall'Allergologo. Questi provvederà ad aggiustare i dosaggi o a sostituire i farmaci. Qualora venisse intrapreso un trattamento immunoterapico, ritengo prudente l'allontamento, almeno momentaneo, del gatto nelle prime fasi. Il trattamento immunoteapico, infatti, va iniziato quando si è raggiunto un controllo ottimale della malattia allergica per mezzo dell'allontamento dell'allergene e della terapia farmacologica.
Cordiali saluti,

Dr. Nicola Verna

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
La ringrazio davvero molto Dr. Verna, sicuramente allora sarà una terapia alla quale ricorrerò il prima possibile.
Cordiali saluti, B.

L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.

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