Prescrizione unicista

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Salute a tutti,

apro questo consulto per mia madre. Si è rivolta ad un omeopata unicista che alla prima visita le ha prescritto un rimedio alla 30CH.

Quello che mi lasciato esterrefatto della prescrizione è che le viene detto di prendere 5 granuli due volte al giorno, fino alla prossima visita a fine Agosto.

Io sono appassionato di divulgazione scientifica e ho letto vari testi di Hahnemann, Kent, Hering, e in tutti i volumi si parla di come la stessa materia medica fosse preparata assumendo una sola dose alla 30CH di un rimedio e studiando i sintomi che saltavano fuori nell'arco delle SETTIMANE successive.

Non so davvero cosa pensare di un tale bombardamento, per cui apprezzerei avere il parere di un esperto.

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La seconda cosa che mi appare inspiegabile è come possa il medico fare una visita a fine agosto se la paziente ha assunto il rimedio fino a 24 ore prima.

A me pare evidente che alcuni sintomi saranno scomparsi, alcuni saranno rimasti, e altri saranno apparsi. Il problema è che siccome la paziente sarà ancora sotto l'effetto dei rimedi, il medico non potrà mai sapere se i sintomi che non ci sono più sono scomparsi definitivamente o solo temporaneamente. Così come non saprà se i sintomi apparsi sono "creati" temporaneamente dal rimedio o sono vecchi sintomi che riappaiono. E tutto questo a causa della assidua ripetizione del rimedio.

Anche in questo caso apprezzerei sapere come fa un unicista competente ad assicurarsi che la visita di controllo permetta di valutare il nuovo stato del paziente, e non l'effetto temporaneo del rimedio.

Spero di essere riuscito a spiegare chiaramente i miei dubbi.

Grazie per l'aiuto e i consigli che vorrete offrirmi.
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Attivo dal 2008 al 2010
Perfezionato in medicine non convenzionali
Gentile utente,
non c'è nulla di strano nella prescrizione di questo medico. Anche se nei vecchi testi di omeopatia i rimedi venivano somministrati molto distanziati tra di loro, l'esperienza ci insegna che attualmente abbiamo bisogno di assumere il rimedio più frequentemente. I motivi precisi di questo fatto non sono ben noti, forse per la presenza dell'inquinamento ambientale e del fatto che non siamo "puliti" come lo erano le persone nel 1800, fatto sta che dobbiamo ripetere i rimedi con maggior frequenza rispetto a un tempo.
Per quanto riguarda la sua seconda domanda il medico capisce quali sono i sintomi che può aver provocato il rimedio e quelli che ha curato. Il rimedio omeopatico unitario poi, in genere non provoca sintomi nuovi, se somministrato secondo la legge dei simili, quindi il medico annoterà i sintomi che il rimedio ha curato e deciderà, a seconda dei sintomi rimasti, se sia il caso di somministrare un altro rimedio o eventualmente modificare il dosaggio del vecchio.
Si ricordi poi che l'omeopatia è la "medicina dell'esperienza", nei libri si trovano delle notizie utili ma quando si interviene "sul campo" le cose sono molto diverse.

Cordiali saluti