Trattamento hifu del mioma uterino

A mia madre è stato diagnosticato un fibroma uterino. Stava valutando la possibilità di trattare il mioma con la tecnica hifu, ma per valutare meglio avremmo bisogno di sapere anche gli aspetti negativi e le controindicazioni legate a questo tipo di trattamento.
Grazie
[#1]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Ho sentito parlare di questa tecnica.
In pratica con tale metodica ci si propone di surriscaldare i tessuti bersaglio (target) con un fascio estremamente focalizzato e localizzato (così da non danneggiare i tessuti circostanti) di ultrasuoni amplificati e concentrati, così da creare, localmente e focalmente, temperature molto elevate (anche superiori ai 70 - 100°C)in pochi secondi, allo scopo di distruggere, nell'esempio specifico, i vari miomi o il mioma, inducendo in essi/o una necrosi colliquativa (sorta di "marcescenza" focalizzata e controllata nella sua estensione).
Sia l'amplificazione che la focalizzazione del fascio di ultrasuoni si ottiene con l'aiuto di una sorta di "lente acustica", un pò come nella leggendaria difesa della città di Siracusa dall'assedio romano da parte di Archimede che incendiò le vele delle navi nemiche focalizzando su di esse, con una lente, o per meglio dire, con uno "specchio ustorio" i raggi del sole.

Beh devo dire che tale tecnica solleticherebbe molto l'immaginario collettivo. Non la conosco nè la pratico e quindi, non ne posso parlare in maniera specifica.
Mi sorgono (da "Ginecologo della vecchia guardia") varie domande che non trovano adeguata risposta, tipo: che fine fanno i tumori necrotizzati? s'infettano con quale percentuale nel tempo? i meccanismi di "digestione tissutale", operati dai macrofagi, presumo, portano ad una dissoluzione totale o parziale, legata, quest'ultima solo alle porzioni della massa maggiormente danneggiate o che? le porzioni non distrutte del neoplasma, nel tempo, possono proliferare nuovamente, portando ad una recidiva del problema?

Personalmente ritengo queta tecnica un pò troppo "nuova" per poter tirare conclusioni definitive.
Di certo, personalmente, la userei in formazioni di piccolo volume, quando l'intervento è a forte rischio anestesiologico o chirurgico.

Lascio, perciò, la parola a Colleghi più esperti di me in materia.


Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli