Strappo muscolare e nervo sciatico, con infezione all'osso.

Mi scuso preventivamente se ho sbagliato categoria.

Un mese fa mia cugina, una ragazza snella di 21 anni, stava facendo shopping (quindi non stava praticando sport, né stava sforzandosi in alcun modo) e improvvisamente ha avvertito un dolore atroce.

In sostanza: è da un mese che non si può alzare dal letto, non si può neanche girare, né quindi andare in bagno a fare pipì (deve usare il pannolone, poverina). Ha uno strappo muscolare al limite possibile, accanto all’inguine, sulla coscia. E non solo, lì ha un nervo sciatico che per poco non necessita dell’operazione. E ora hanno scoperto che ha anche, sempre in quel punto, un’infezione all’osso dell’anca.
Ora è in ospedale da circa una settimana, la stanno sottoponendo a TAC, risonanze magnetiche, e esami vari.
Per quanto riguarda lo strappo e il nervo, le è stato detto che ci vorranno almeno 4 o 5 mesi per riprendersi (ma non per guarire completamente)... ma ora è uscito il fatto dell’infezione, e ancora i risultati degli esami non sono arrivati.

Vi scrivo perché non ho capito come ci si possa ammalare così mentre si sta semplicemente facendo una passeggiata.

In generale, come evitare che in futuro accada anche a me?
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Gentile signorina
non ci si ammala "così mentre si sta semplicemente facendo una passeggiata".
Il nostro corpo e la natura hanno capacità di resistenza alle malattie molto più importanti di quanto noi possiamo imamginare. Resistono, resistono, resistono per giorni, mesi a volte anni, ma gli agenti esterni chimici, fisici e biologici, in cui ci muoviamo, possono far nascere e crescere tali patologie nonostante questa nostrastraordinaria resistenza.
In altre parole una patologia può diventare conclamata in seguito ad uno starnuto, come a volte in certi casi di ernia del disco. Il fatto è che l'ernia NON avviene per lo starnuto, ma per la malattia discale che, provoando un indebolimento nel tempo del disco e dell'anulus, consente la fuoriuscita del nucleo polposo: l'ernia vera e propria.
Lo starnuto è solo l'ultima di una serie di fattori meccanici, chimici e biologici che hanno creato ab initio la malattia.

Nel caso della sua amica noi non abbiamo a disposizione nè la paziente per una valutazione clinica e nemmeno le immaginio gli esami di laboratorio, per cui non è corretto e non è possibile fare ipotesi a distanza.
Ma se la diagnosi è di osteomielite o di artite d'anca, come lei accenna, sappia che tali patologie si creano lentamente nel tempo , a volte evolvendo in silenzio clinico (= senza segni e sintomi di alcun tipo), fino alla manifestazione del dolore. A volte, come nel caso della sua amica, potrà sembare un'esplosione improvvisa, ma in realtà l'evento doloroso è solo l'atto finale di un processo nato molto tempo prima.

Può capitare a tutti, certo, ma sono in genere malattie rare, per quanto non eccezionali. Difficile che possa capitare anche a lei.

Cordialità
Dr. A. Valassina

Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante

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Attivo dal 2008 al 2014
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La ringrazio.
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Aggiornamento: a mia cugina è stata diagnosticata un'artosi settica. Che vuol dire?
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* artrite settica.
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Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
I medici non sanno più che pesci prendere. Hanno telefonato anche a delle strutture estere, ma nessuno trova una cura a quel caso particolare. Si credeva che l'artite settica (diagnosticata dai medici palermitani a mia cugina, 21 anni) fosse stata causata da un batterio, e che questo batterio abbia formato una sacca di liquido, che è poi esplosa. Ma il liquido estratto non è stato sufficiente a capire di batterio si trattasse. Inoltre, mia cugina non risponde ad alcun tipo di antibiotico. L'unica cosa certa è che è paralizzata, da un giorno all'altro.

Quali potrebbero essere le altre cause dell'artrite settica?

A quanto pare il caso è molto particolare, sempre ammettendo che la patologia sia proprio artite settica.


Lei piange dal dolore, e i medici non sanno più cosa fare. Sembrava un semplice strappo muscolare, invece ora non sa neanche che tipo di cura intraprendere.
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Gentile signore
nessuna risposta via internet è possibile senza visitare di persona il caso. Ergo, AMMESSO, ma NON concesso, che la diagnosi sia corretta, posso solo fornirle alcune informazioni di carattere generale.

1) In assenza di cause straordinarie che interrompano la protezione cutanea (punture di insetti, ferite, fratture esposte ecc.) oppure focolai settici noti (cistiti, polmoniti ecc.) qualsiasi infezione può arrivare in qualsiasi punto del corpo per via EMATICA per ragioni legate ad una crisi del sistema immunitario in concomitanza di porte di ingresso occulte per infezioni non evidenti (es. diverticolosi intestinale o coliti pre ulcerose occulte ecc.), spesso facilitate da malattie metaboliche come il diabete o trattamenti con farmaci come il cortisone.
2) In seguito a questa crisi (= indebolimento delle difese dell'organismo) si può avere una batteriemia (concentrazione di batteri nel sangue) che va a colpire organi o apparati particolarmente esposti in quanto poco o nulla vascolarizzati (= vivono con poco sangue come i dischi vertebrali o senza sangue come il tessuto cartilagineo)
3) In questi ambienti i germi sono relativamente liberi di moltiplicarsi proprio perchè il sangue non vi giunge o vi arriva in quantità scarse e pertanto non vi arrivano le cellule che possono difendere il corpo dalle infezioni.
4) Il caso di sua cugina, ammesso che la DIAGNOSI sia corretta, è raro. In effetti le artriti settiche dell'anca sono tipiche dell'infanzia e non dell'età adulta.
5) In questi casi è importantissimo fare uno studio accurato della ricerca della porta di ingresso dell'infezione, non basta affatto "curare" l'infezione dell'articolazione.
6) Sì, è possibile che un focolaio, che clinicamente e radiologicamente ha tutte le caratteristiche di una lesione settica, una volta aperto non evidenzi pus ed è pure possibile che gli esami culturali eseguiti non evidenzino popolazioni batteriche. Questo avviene a volte anche nelle disciti settiche(= infezioni del disco) che una volte aperte presentano il disco vuoto senza la minima traccia di pus.
In genere queste situazioni rappresentano gli stadi evolutivi terminali di un fattore acuto che si espresso in precedenza e quando si arriva chirurgicamente sul focolaio ormai (per diverse ragioni troppo lunghe da enumerare qui...) non si evidenzia più l'infezione (almeno nelle sue caratteristiche acute). Resta però:
a) il danno sull'articolazione, a volte grave
b) la possibilità che piccole quantità di batteri si annidino nelle aree sclerotiche dell'osso contiguo al focolaio (= i batteri ci sono, ma non in quantità tale da consentirne la cultura sui terreni in laboratorio).
7) Ovviamente la risposta agli antibiotici sarà positiva solo se:
a) si tratta di un'infezione
b) il trattamento chirurgico dell'infezione è adeguato
b) la terapia antibiotica è assolutamente mirata e mantenuta per tutto il tempo necessario sotto sorveglianza del chirurgo e dell'infettivologo insieme.

8) Ma non ultimo. Se la diagnosi, però, non è di artite settica allora tutto quanto detto sopra non presenta alcun valore e il tutto va riconsiderato.

Cordialmente
Dr. A.Valassina