La vascolarizzazione ghiandolare appare nei limiti della norma alla valutazione ecd preliminare

Esami del 17/10/2006
TG-ab=19.85 [Valori:0 – 28.7]
TPO-ab=0.02 [Valori: 0 – 10.1]
fT3=3.26 [Valori: 2.3 – 4.2]
fT4=1.25 [Valori: 0.75 – 1.8]
TSH=0.85 [Valori: 0.3 – 5.5]
Calcitonina=1.00 [Valori:0 – 5.5]
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Ecografia del 22/11/2006

Tiroide in sede modicamente ingrandita con parziale immersione dei poli inferiori dei due lobi. Le dimensioni sono le seguenti: lobo dx AP 23mm, LL 26mm, CC 43mm; lobo sn AP 20mm, LL 26mm, CC 39; spessore istmo 4.5 mm. Al III° medio di destra si segnala formazione nodulare delle dimensioni massime di circa 7 mm, iso-ipoecogena dosomogeneamente ipoecogena in rapporto a verosimile cisti colloidale. Al polo inferiore di dx si segnala formazione nodale isoecogena con sottile cercine anecogeno perilesionale delle dimensioni massime di circa 20 mm. Il pattern di vascolarizzazione dei noduli descritti è sia intra che periodale e la vascolarizzazione ghiandolare appare nei limiti della norma alla valutazione ECD preliminare. In sede latero-cervicale sn linfonodo delle dimensioni di 11 mm di verosimile natura reattiva. Si consiglia correlazione clinico-laboratoristica specialistica.
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Referto citologico del 18/12/2006 relativo a materiale agoaspirato di nodulo solido tiroideo, lobo sn delle dimensioni di 13mmx13mmx17mm (le dimensioni rilevate durante l’agoaspirato ecoguidato non risultano significativamente diverse dalla ecografia del 22/11/2006).

Diagnosi: fondo ematico. Piccoli placard di elementi tireocitari a morfologia regolare. Aspetti microfollicolari. Rari leucociti. Scarsa colloide.


Alla luce dei risultati di cui sopra sia l’equipe del Prof. Cotellese, policlinico di Chieti, U.O. di chirurgia endocrina, sia il mio medico di famiglia, peraltro endocrinologo, hanno ritenuto, visti i valori del TSH e in assenza di qualsiasi terapia medica precedente, di continuare a non farmi assumere nulla ma solo di controllare ogni 6 mesi la tiroide (ormoni, autoanticorpi ed ecografia) e di fare l’agoaspirato ogni 2 anni (eventualmente anticiparlo se dai controlli risultasse una crescita significativa del nodulo o valori alterati nel sangue).

Aggiungo che in famiglia sia mio padre (anni 90) che mio fratello (anni 49) assumono Tapazole per ipertiroidismo, mentre mia madre (anni 74) assume eutirox 100 per ipotiroidismo associato a tiroidite autoimmune.

In attesa di altri pareri medici a riguardo colgo l’occasione per augurare un felice 2007.



[#1]
Dr. Giovanni Ragozzino Endocrinologo, Gastroenterologo, Dietologo 389 4
Gentile Utente,
mi preme sottolneare la completezza descrittiva del suo quesito diagnostico.
In merito all'iter osservazionale, il follow up indicato dai colleghi è pienamente condivisibile.

[#2]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Condivido dal mio "versante oncologico" non solo il parere del dr. Ragazzino ma anche i suoi complimenti per un quadro clinico-strumentale da Lei così ben "relazionato" !!!

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#3]
Attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
L’anamnesi familiare conta molto, in relazione anche alle ultime scoperte in immunologia, che dimostrano una predisposizione genica HLA, alle malattie autoimmuni, di cui il padre, la mamma, il fratello, sono affetti; quali geni predisponenti, avrà ereditato? esame che non è stato eseguito, di grandissima importanza preventiva, soprattutto per i figli dei due fratelli.
L’ecografia dimostra chiaramente il danno della ghiandola avvenuto nel tempo, con la formazione dei noduli. Trovare momentaneamente i valori “normali” degli anticorpi, mancano quelli antirecettore del TSH, che ha la sua importanza, soprattutto per l’ipertiroidismo del padre e del fratello.
Non riferisce una anmnesi completa, maggiormente riferendo quei sintomi vaghi, aspecifici, peculiari, che possano indirizzare verso un ragionamento diagnostico. Sono proprio i sintomi “strani”, non collocabili i più importanti nel procedimento diagnostico, gli esami di laboratorio possono fornire un supporto, ma non sono tutto. Trovare momentaneamente, in quell' istante del prelievo gli esami “normali”, ha scarso significato, alla luce dell’ecografia, che dimostra tutto il contrario; interessamento della tiroide da molti anni, necessari per la formazione di quei noduli.
Una terapia va sicuramente affrontata, non solo per prevenzione, senza lasciare che le patologie avvengano, ed intervenire solamente quando ormai la malattia conclamata è arrivata.
Accertamenti sicuramente più accurati vanno eseguiti, indirizzati verso le cause che hanno prodottto quei noduli, da cui scaturisce il trattamento cautelativo nei confronti della malattia.
Cerchi di fare uno sforzo mnemonico, ricordando quei lievi sintomi che possano indirizzare il ragionamento diagnostico terapeutico-preventivo.

Saluti


moschinialberto@medicitalia.it

alberto.moschini@fastwebnet.it





[#4]
Prof. Mario Vitale Endocrinologo 40
La sua diagnosi è: gozzo multinodulare, eutiroidismo, familiarità per autoimmunità tiroidea.

Un nodulo benigno non si trasforma nel tempo in un nodulo maligno. Un FNAB con risultato benigno va ripetuto per essere certi della correttezza della diagnosi, non per la possibilità della trasformazione della natura della lesione. Perciò, se il risultato del suo FNAB è certo, non deve preoccuparsi.
Lesioni microfollicolari con scarsa colloide devono considersi come sospette, a meno che le cellule tiroidee presenti non siano prive di ogni caretteristica tumorale tanto da fugare ogni dubbio.
Gli anatomopatologi non usano sempre dizioni univoche nel relazionare il FNAB. Per tale motivo, onde evitare erronee interpretazioni che vadano al di là delle loro intenzioni, l'anatomopatologo spesso inizia o completa il referto del FNAB con la frase "nodulo benigno" o "presenza di cellule maligne". Se ciò non viene fatto, il suo medico dovrebbe chiedere lumi a chi a relazionato il FNAB.
Vi è ampio dibattito se trattare o meno un caso come il suo (nodulo benigno in maschio di 40 anni) con la terapia soppressiva del TSH (per intenderci con l'Eutirox). In Nord America e in molte parti d'Europa non verrebbe trattato certamente. In Italia troverebbe opinioni discordanti. In parte queste sono differenze di "scuola". Personalmente non le consiglio di seguire alcuna terapia. Riguardo la familiarità per autoimmunità tiroidea,questa è molto forte fer le femmine e meno per i maschi (rapporto femmine maschi 15 a 1). Quindi lei si può considerare abbastanza fortunato. Tuttavia non si può escludere che questa non compaia in futuro.
In conclusione le consiglio di ripetere una volta il FNAB per fugare ogni dubbio ed eseguire una ecografia di controllo tra 6 mesi presso il medesimo radiologo, mostrandogli la precedente per confrontarle. Sulla base di questo confronto il suo medico potrà decidere se iniziare la terapia con tiroxina o proseguire solo il follow-up.

Cordiali saluti

Prof. Mario Vitale
Università di Napoli
Primario "Diagnosi, terapia e Follow-up dei tumori tiroidei"

[#5]
dopo
Utente
Utente
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno avuto la gentilezza di rispondermi.

Chiedo al prof. Vitale se è consigliabile appoggiarsi alla stessa struttura (ambulatorio di chirurgia endocrina e istituto di anatomia patologica ) per eseguire di nuovo il FNAB o è preferibile cambiare.

Di nuovo, auguri di buon anno!
[#6]
Prof. Mario Vitale Endocrinologo 40
Non ho elementi per valutare la necessità o l'opportunità di cambiare anatomopatologo. In generale nelle nostre strutture pubbliche operano sanitari di elevato valore professionale.
[#7]
dopo
Utente
Utente
A completamento degli elementi di valutazione sopra riportati aggiungo che l'anatomo-patologo, da me personalmente contattato, ha escluso ogni dubbio circa la natura maligna del materiale agoaspirato.
Mi ha infatti confermato che, qualora avesse avuto sospetti in tal senso, lo avrebbe certamente indicato nel referto. Quest'ultimo, quindi, è da ritenersi compatibile con la natura benigna del materiale aspirato.

Grazie