Bypass a cuore battente

Buongiorno, una mia parente di 61 anni deve eseguire un doppio bypass aortocoranarico, su arteria coronaria destra e discendente anteriore, se non sbaglio (non ne sono certo perché non ho le carte in mano al momento).
La struttura in cui dovrebbe farsi operare esegue routinariamente la rivascolarizzazione miocardia off-pump... hanno, se così si può dire, "sposato" questo tipo di intervento ormai da un decennio, per loro è il gold standard, e riservano la CEC a un 10% circa di pazienti; fanno, mi pare di capire, l'opposto di ciò che fa la maggior parte delle cardiochirurgie: BPAC con CEC come gold standard, e senza CEC quando indicato. Queste, per lo meno, sono le informazioni che ho potuto reperire.
E' vero che a fronte di vantaggi poco significativi nel breve termine, a lungo termine la rivascolarizzazione miocardia senza CEC dà una maggior percentuale di recidive/reinterventi, e una mortalità più alta?
So che c'è un certo dibattito sull'argomento tra i cardiochirurgi, ma vorrei un parere per quanto possibile "oggettivo", anche senza entrare nel merito del caso specifico (su cui peraltro non avete molte informazioni).
Vi ringrazio.
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Dr. Giuseppe Iaci Cardiochirurgo 922 51 2
E' un argomento molto controverso. Esistono studi clinici che vanno in entrambe le direzioni.

Non sarebbe semplice spiegarle in poche righe, quello che mi porta a consigliarle in questo caso l'off pump.

In ogni caso si tratta di una paziente giovane, con ogni probabilita' con una buona funzione cardiaca, con solo due vasi da bypassare, l'off pump è una ottima scelta.

In ogni caso, da addetto ai lavori, in un centro cardiochirurgico dove la "specialità della casa" è l'off pump, non mi porrei minimamente il problema.

In bocca al lupo

Cordialmente

GI

Per visite Ospedale San Raffaele:

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la celere risposta.
Cordiali saluti e crepi il lupo.
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 553 19 5
Gioca un ruolo determinante la qualità delle arterie da rivascolarizzare (che può essere valutata solo al momento dell'intervento) e l'esperienza del chirurgo che opera.
Come osservava il collega di Milano vi sono studi che vanno in entrambe le direzioni anche se l'orientamento degli ultimi anni si è spostato nuovamente verso l'impiego del cuore "fermo", probabilmente per il fatto che la qualità delle coronarie da operare con la chirurgia è progressivamente peggiorato nel corso degli ultimi anni a scapito delle angioplastiche.

GM Actis Dato
Cardiochirurgo
Ospedale Mauriziano
Umberto I di Torino

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio anche lei del parere, Dott. Actis Dato. Anch'io avevo letto che l'indicazione all'OP si sta restringendo "a causa" (se così si può dire) dei progressi della cardiologia interventistica.
La mia parente è stata operata ieri mattina senza CEC, è sveglia e sta (relativamente!) bene.
Ora vediamo il decorso postoperatorio e i risultati a distanza.
Cordiali saluti.
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 553 19 5
Le faccio i migliori auguri!