Dissezione aorta e forame pervio

salve, due mesi fa a mio padre, età 63 anni, arrivato in pronto soccorso per dolori al petto molto forti, dopo vari esami gli è stato diagnosticato la dissezione aortica di tipo A ed ha subito un tempestivo tamponamento cardiaco. trasportato da foggia a bari in ambulanza, in quanto era la struttura libera più vicina quella notte, ha subito l'intervento di sostituzione dell'aorta ascendente mediante protesi in Dacron con sospensione delle cuspidi aortiche, in CEC ed arresto cardioplegico ipotermico con perfusione selettiva cerebrale secondo Kazul. Il decorso operatorio è stato caratterizzato da emiinattenzione sx con associata emiparesi sx e netto Babinsky a sx.Gli è stata fatta in seguito una ulteriore risonanza magnetica al cervello che ha riscontrato lesioni vascolari ischemiche in sede fronte bilaterale e parietale alla convessità e comparsa di focolaio emorragico in fase subacuta in sede cerebellare. Attualmente l'emiparesi del lato sx è migliorata, coinvolge minimamente la gamba mentre il problema che tuttora affligge mio padre è la sua insufficienza respiratoria: ha una saturazione bassa anche se nel tempo è andata migliorandosi. Da quando gli somministravano l'ossigeno a 10litri ora sono scesi a due litri; inoltre utilizza la macchina della polisonnografia quando dorme (mentre prima gli facevano fare cicli continui di Cpap). IN seguito gli hanno fatto una angiotac per sfatare ogni dubbio su una possibile embolia polmonare. Recentemente gli hanno fatto l esame ecotranseofageo ed è risultato il Forame Ovale Pervio: da qui ricondurrebbero i sintomi che mio padre ha avuto finora ovvero l 'insufficienza respiratoria e gli attacchi ischemici. Leggo che il PFO è una malattia congenita che si ha dalla nascita, in genere asintomatica. Può essere che mio padre aveva questa patologia sin dalla nascita o è una conseguenza dell'intervento molto invasivo, tanto più fatto in emergenza, che ha subito? MI è stato consigliato l'intervento di chiusura percutanea del PFO. Mi sono documentata circa l'intervento e leggo che è semplice, in anestesia locale, basato sul posizionamento di un ombrellino con la tecnica AMPLATZER PFO Occluder. Quali complicanze potrebbero malauguratamente sopraggiungere durante questo intervento in un paziente come mio padre? Da due mesi è in ospedale e da quando gli hanno diagnosticato il PFO lo tengono per precauzione a letto per evitare altri attacchi ischemici. Io vivo a MIlano e vorrei portarlo da Bari tramite l'ambulanza fin qui per farlo operare dall'equipe medica del gruppo san donato. E' un viaggio troppo lungo per le sue condizioni? Sarebbe più saggio non affaticarlo e scegliere la struttura ospedaliera più vicina confidando nella semplicità dell'intervento? grazie
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Dr. Giuseppe Iaci Cardiochirurgo 922 51 2
In tutta onestà ritengo assolutamente superflua la chiusura del PFO;
mi risulta improbabile imputare ad esso i problemi neurologici postoperatori,(comuni purtroppo dopo interventi di dissezione aortica in arresto di circolo) tanto più quelli respiratori.

Sarebbe utile leggere un referto ecocardiografico e sapere chi con precisione le ha consigliato di chiudere il difetto.

GI

Per visite Ospedale San Raffaele:

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dopo
Utente
Utente
Il referto ecocardiografico fatto a due mesi di distanza esatti dall'intervento di dissezione parla di:

Paziente sottoposto a TEE che ha evidenziato aneurisma del setto interatriale con shunt bidirezionale attraverso PFO attivato dai movimenti del setto. Si conclude pertanto per "sindrome platipnea-ortodeoxia secondaria a forame ovale pervio con shunt bidirezionale, in paziente recentemente operato per aneurisma dissecante dellaorta".

L'eventuale chiusura del difetto interatriale mi è stata suggerita dal cardiologo del centro riabilitativo che ospita mio padre poichè prendendo atto della persistenza di marcata desaturazione arteriosa non responsiva ad alti flussi che si accentua in posizione seduta, ha ritenuto opportuno andare a fondo della questione sottoponendo il paziente ad un' ecocardiografia transeofagea.
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Dr. Giuseppe Iaci Cardiochirurgo 922 51 2
La precisa diagnosi fatta dal collega si riferisce ad una patologia estremamente rara.

Immagino che sia arrivato alla scelta della chiusura del PFO dopo un lungo periodo di studio del paziente.

Penso in tutta franchezza che sia opportuno venga trattato dal gruppo che ha posto indicazione alla procedura, che effettivamente non è particolarmente indaginosa o complessa.

Rimane sempre però una procedura da effettuare (con le possibile rare complicanze da fronteggiare) su un paziente particolarmente delicato visto il recente intervento di dissezione aortica.

In bocca al lupo

GI