Sospetto displasia aritmogena ventricolo dx

Egr. Dottore,
sono una donna di 42 anni e da 8 mesi la mia vita è totalmente cambiata a seguito di una forma di bigeminismo extrasistolico.Mi sono accorta quest'estate che le mie extrasistole, peraltro già accusate da 5 anni circa, ma in forma più sporadica,erano sempre più frequenti e, a questo punto, ho fatto un Holter. L'esame ha evidenziato un bigeminismo extrasistolico (38.000 extra segnalate )ed un run di tachicardia ventricolare non sostenuta ( 8 battiti ) ed 8 coppie. Le extra partono dal ventr. dx.Ho visitato diversi cardiologi, più o meno bravi, con pareri contrastanti ( alcuni mi consigliavano ablazione, studio elettrofisiologico, che non ho eseguito ) ed ho anche provato con il Sotalex che non ha sortito alcun effetto, nel senso che le mie extrasistole persistevano con l'aggravante che la pressione mi si abbassava. Sono approdata, così, in un noto aritmologo messinese che mi ha sconsigliato sia lo studio che categoricamente l'ablazione, e mi ha prescritto una RMN al cuore, che ho eseguito al S.Raffaele di Milano. La RMN serviva ad evidenziare l'eventuale presenza di tessuto adiposo nel ventr.dx ma, ha soltanto evidenziato una lieve alterazione del ventricolo che appare a tratti più assottigliato. Il cardiologo messinese,letta la diagnosi non convinto se trattavasi di displasia aritmogena, atteso che la RMN non la conclamava ma, la presenza dell'alterazione non la escludeva neanche, mi ha inviato dal Prof. Nava a Padova. Qui mi hanno eseguito i potenziali tardivi, risultati negativi, e un eco, che sostanzialmente risultava normale ed evidenziava questa lieve alterazione di cui alla RMN. Risultato, il Prof. non ha conclamato la displasia nè totalmente escluso atteso che, comunque, il ventricolo dx non appariva con gli evidenti aspetti di questa malattia ( dilatazione per la formazione del tessuto adiposo ) e tenuto conto anche dell'età (pare che questa malattia si manifesta in età giovanile e pertanto vista la mia età il ventricolo doveva apparire eventualmente con segni più evidenti).Mi spiegava che soltanto una RMN successiva, tra due anni circa, avrebbe sciolto il dubbio in presenza di un eventuale peggioramento. Tuttavia, ha ritenuto opportuno somministrarmi il Propafenone che prendo la mattina, 325 mg, e la sera 150 mg,evidenziando la necessità di dover assumere questo farmaco a vita, non tanto per combattere le extra che, a parere del Prof, sono benigne, quanto per il run di tachicardia ventricolare non sostenuta evidenziato, e di fare ripetuti controlli controllando, altresì, la ionemia.
Il farmaco, riesce, in parte, ad eliminare le extrasistole, dico in parte perchè capita alcuni giorni che partono e durano 3/4 ore soprattutto in prossimità del ciclo o con il periodo dell'ovulazione.Sicuramente, da quando lo assumo non mi sento più la stessa, innanzitutto psicologicamente sono uno straccio, al pensiero che la mia vita è legata ad un farmaco e poi mi crea stanchezza al petto, stipsi e amaro in bocca.
Il consulto che richiedo, a questo punto, è se questo farmaco, comunque, può essere assunto a vita senza che crei effetti proaritmici di varia natura ( sino adesso dopo 4 mesi fortunatamente non ne ho avuto ) e se occorre verificare periodicamente la funzionalità del fegato o che altro.Il mio atroce dubbio resta se sto assumendo questo farmaco senza che ve ne sia la concreta necessità ( visto l'incertezza della diagnosi, displasia si/no )e pertanto, che possa accadermi qualcosa, a questo punto, non tanto per le aritmie presenti quanto per il rischio che corro assumendo il Propafenone. Ho anche pensato di farmi vedere dal gruppo di medici aritmologi specializzati a Trento, che ne pensa?
Grazie per la risposta che vorrà fornirmi.
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dopo
Utente
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Egr.Dottore,
mi permetto di aggiungere questi ulteriori eventi chiarificatori a quanto già detto precedentemente. Ho fatto un Holter di controllo ieri, perchè in questi giorni avvertivo numerose extrasistole, che sono state riscontrate ( anche qualche coppia ) insieme ad un attacco di tachicardia sopraventricolare.
Mi domando, e conseguentemente la giro a lei questa domanda:è possibile che il farmaco abbia questa "altalenante" capacità di copertura, considerato che al 70% le mie giornate trascorrono senza extra mentre poi mi capita di avere questi episodi giornalieri recidivanti? O, piuttosto, è un problema di come il corpo riesce a metabolizzare quotidianamente il farmaco? A questo punto, la mia ansia, dopo questo Holter, è cresciuta notevolmente, perchè pensavo di essere tutelata dal farmaco ed invece a questo punto così non è.
Cosa ne pensa ?
La ringrazio per la risposta che vorrà fornirmi e.......mi creda sono veramente a pezzi anche perchè mi rendo conto di quanto discordanti sono le opinioni dei medici che ho consultato.
Un grazie di cuore.
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