Arresto cardiaco secondario a cause reversibili.

Buonasera dottori. Sono una ragazza di 31 anni che,nel novembre del 2012,a seguito di una pielonefrite xenogranulamentosa,è stata sottoposta a nefrectomia dx. In V giornata post operatoria,per fortuna sempre ricoverata,ho avuto un arresto cardiaco,provocato da fibrillazione ventricolare per allungamento del Qt da scompenso elettrolitico (precisamente ipocaliemia ed ipocalcemia). Sono stata sottoposta a molti accertamenti durante i giorni successivi all'episodio. Rmn cuore nella norma, coronarografia con esito coronarie angiograficamente normali,moltissimi ecg che non hanno evidenzato anomalie ma hanno messo in luce normalizzazione del tratto Qt,ecodoppler nella norma,studio elettrofisiologico (a detta dei miei medici molto aggressivo) senza induzione di aritmie. Dopo la dimissione ho già fatto due ecg hanno confermato tutto nella norma; finalmente a fine settembre ho fatto anche la prova sotto sforzo con cicloergometro,interrotto a 100 watt per esaurimento muscolare ma con parametri nella norma e qtc 390 msec !! Stimo i miei medici (sia gli urologi che i cardiologi) che hanno deciso di non impiantare un defibrillatore perché hanno ritenuto l'evento al cuore causa di uno shock settico (così dice la cartella di rianimazione) quindi secondario ad eventi completamente reversibili. Però io a volte fatico a darmi pace e vorrei un Vostro parere. Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione che mi dedicherete.
[#1]
Prof. Francesco Vetta Cardiologo, Cardiologo interventista 134 7
Lei deve considerarsi fortunata sia perchê il superamento di una FV è stato reso possibile dalla tempestività dell'intervento dei Colleghi, sia perché gli stessi stanno eseguendo tutte le indagini del caso per concludere che sia stata proprio e solo un'alterazione dell'equilibrio elettrolitico a causare la suddetta aritmia. Il percorso seguito è assolutamente aderente alle linee guida del caso. Consideri che lei non ha indicazione all'impianto di un defibrillatore (ICD).
Peraltro, l'impianto di un ICD, non é scevro da rischi, che, seppur modesti come prevalenza (in letteratura oscillano tra il 2 ed il 7%) possono creare anche notevoli disagi, trattandosi di eventi procedurali come il pneumotorace o periprocedurali e post procedurali, quali ematomi della tasca sottocutanea, infezioni, dislocazioni o danneggiamenti degli elettrocateteri, etc.
Gli accertamenti da lei eseguiti, compreso lo studio elettrofisiologico endocavitario, volto a testare, con protocolli di stimolazione molto aggressivi, l'inducibilità di aritmie ventricolari di potenziale rischio, tranquillizzano molto. Il che non la esonera dall'opportunità di controlli cardiologici periodici.
Si affidi completamente ai Colleghi che con tanta prudenza ed attenzione la stanno studiando.
Cordialmente

Prof. Francesco Vetta
Professore di Cardiologia
Saint Camillus International University of Health and Medical Sciences (UniCamillus)
Rome, Italy

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottor Vetta, la ringrazio davvero tanto per la risposta repentina.
Come le ho già detto mi fido moltissimo dei miei medici..loro sanno che stresso tanti loro colleghi,che mi confermano tutti la validità di quanto deciso da chi già mi segue.
Farò quindi tesoro anche delle sue parole.

Grazie ancora.