Coprostasi in paziente con colostomia terminale, dolore addominale e rettale permanenti

Buonasera dottori, sono la figlia di una donna di 91 anni che è stata colostomizzata in maniera definitiva a giugno dello scorso anno, in seguito a perforazione intestinale da decubito di fecaloma. La peritonite stercoracea determinata dal materiale fecale fuoriuscito nella cavità addominale era limitata per la presenza di aderenze multiple derivanti da pregressi interventi all'addome. Per complicazioni nel postintervento (grave emorragia dalla cute peristomale, edemi imponenti e diffusi conseguenti a continue infusioni di liquidi in presenza di una ipoalbuminemia), mia madre non riusciva più ad alimentarsi né a bere (edema polmonare? ....mi dicevano solo che era una paziente terminale) ed è vissuta di glucosate e fisiologiche per oltre un mese. Gradualmente ha ripreso a bere e poi ad alimentarsi, ma non è più riuscita a stare sulle proprie gambe. Ora è allettata e riferisce dolori continui all'addome e al retto, tali che a volte mi prega di toglierle la vita. Produce feci secche e periodicamente vi è emissione di materiale mucoso dall'ano. Occasionalmente ha episodi di diarrea e il dolore si intensifica. Io sono disperata perché continuo a portarla al pronto soccorso ed esco sempre con la stessa diagnosi (coprostasi) e la prescrizione di farmaci dei più disparati. Intraprendo la terapia e non ho alcun risultato: macrogol e antidolorifici di vario tipo non producono effetti apprezzabili. L'ultima diagnosi è stata di coprostasi in paziente con decadimento cognitivo e mi è stato consigliato di somministrarle del Serenase. A volte, per cercare di liberarla, le irrigo la stomia, ma mi è stato sconsigliato dal chirurgo che l'ha visitata in ospedale e pertanto cerco di evitarlo.
Del post intervento esistono solo radiografie effettuate nel corso dei numerosi accessi al P.S. ma non è mai stata fatta una TAC. Purtroppo penso che l'intervento non sia stato effettuato a regola d'arte, dato che ho letto di molte persone che, dopo lo stesso intervento, riprendono gradualmente una vita normale. Io non so più cosa fare, ormai sono mesi che mia madre sta male e io mi sento impotente e inadeguata, nonché sfiduciata dalle figure professionali che ho incontrato in questo calvario che è stato il ricovero e i successivi accessi al pronto soccorso, dove veniva prontamente rimandata a casa e trattata come una demente (mia mamma è semplicemente sorda). Qualcuno di voi mi può dare un consiglio? Devo portarla a fare una TAC privatamente?
Vi ringrazio in anticipo
Cordialità
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 661 233
L'irrigazione e' una pratica consolidata ed efficace.
Un approfondimento diagnostico puo' essere valutato in sede di visita chirurgica.Prego.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la sua risposta dottore... ho visitato la sua pagina e ho visto dove lavora. Mia madre è stata operata nel reparto di Chirurgia dell'ospedale di Cantù, ricoverata successivamente nel reparto di Medicina dello stesso ospedale, dove è stata dichiarata paziente terminale, e vista da molti suoi colleghi, anche privatamente. Se lei facesse visite domiciliari, mi piacerebbe avere anche una sua valutazione.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 661 233
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