Intervento lesione di segond

Circa 2 mesi fa mi è stato eseguito un intervento di riduzione per una frattura della base della falange con distacco di frammento osseo con applicazione di filo di Kirschner,che mi è stato rimosso dopo circa 55 giorni tempo durante il quale il dito è stato immobilizzato con stecca e poi tutore.Sulle modalità dell'intervento non sono stata informata correttamente,anche perchè mi è stato fatto credere che si sarebbe fatta una piccola incisione,invece mi è stata fatto un taglio di circa 20 punti di sutura che ad oggi nonostante fossero stati rimossi hanno formato un'escara che caduta ha lasciato una notevole perdita di sostanza,che cerco di curare con connettivina ,collagenasi e cicatrizzanti vari.Non sono riuscita a fugare i miei dubbi dal medico che mi ha diciamo curato,mi sembra assurdo che dopo 2 mesi una cicatrice sia così scandalosa,poi ho pensato che le dita,non avendo sottocute,hanno esiti cicatriziali più lenti e sto cercando di farmene una ragione.La cosa più drammatica inoltre è che il dito oltre ad essere tumefatto e devastatamente gonfio,non articola assolutamente fra la seconda e terza falange,mentre la prima e seconda sono un pò più sbloccate,ma non capisco come mai non mi permetta di chiudere la mano a pugno.Sebbene adesso io abbia tolto filo e tutore il medico mi ha detto di non forzare,nè di fare fisioterapia,ma io mi chiedo come farò a sbloccare tutte le aderenze che si sono formate e tutto quel tessuto fibroso che mi impedisce i movimenti,se devo muoverlo il meno possibile,soprattutto dove è stato riavvicinato il frammento.Io sono convinta che non articolerò più il dito,a proposito,si tratta della terza falange dito medio.Se così sarà,a questo punto sarebbe stato meglio avere un piccolo difetto della falange inclinata perchè sul piccolo frammento c'era pure l'inserzione dell'estensore,ripeto meglio il dito un pò inclinato che un dito dritto che non articola.Cosa ne pensa?Secondo lei se avessi trovato un chirurgo più capace mi avrebbe fatto l'intervento per via percutanea o è necessario in questi casi farlo a cielo aperto?Sono veramente disperata,perchè non so come limitare il danno ormai,aspetto un suo raggio di luce in questo mio buio percorso.Grazie mille
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Dr. Marvin Menini Ortopedico, Chirurgo della mano 16 1
Le ferite alle dita, come le cicatrici in tale sede, necessitano di lungo tempo per arrivare a guarigione. Spesso, data la scarsa circolazione a livello delle piccole articolazioni delle dita, anche l'edema articolare, ovvero il gonfiore a livello delle articolazioni interfalangee, persiste a lungo. Per entrambe la cura consiste nella massima mobilizzazione, cercandi di rendere elastica la cicatrice, nell'utilizzo di creme specifiche per le cicatrici ed a volte è necessario eseguire della laserterapia. Circa l'intervento non sono in grado di fornire un giudizio, non avendo il caso clinico sott'occhio nè avendola visitata. Da quanto leggo, penso che sia presto per disperarsi, ed è semplicemente necessario avviare un programma di fisioterapia congiuntamente a quanto già detto. Le consiglio tuttavia di rivolgersi nuovamente allo specialista che l'ha operata per risolvere assieme il problema.
Un cordiale saluto.

Dr. Marvin Menini
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Centro di Chirurgia della Mano E.O. Galliera Genova

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottore,intanto la ringrazio di cuore per il tempo dedicatomi.Purtroppo dallo specialista che mi ha operato mi sono recata forse una decina di volte,fra medicazioni e controlli vari,ma la sua tesi è sempre la stessa,continua a dire che non è il caso di forzare l'articolazione,anzi di non muoverla assolutamente.Capisce bene la mia confusione,perchè nel frattempo ho consultato altri specialisti,fra cui anche un chirurgo plastico che potesse valutare l'escara che a distanza di due mesi ho ancora.Anche il chirurgo plastico mi ha consigliato di immergere la mano in acqua calda un paio di volte al giorno e fare dei movimenti di apertura e chiusura mano,ma la mia paura è di fare danno,visto che chi mi ha operata sostiene il contrario.A suo parere è una procedura che posso adottare?lei pensa che il callo osseo si è ben strutturato e non rischio di danneggiarlo?le ricordo che ho tenuto in sede il Kirschner 55 giorni e altrettanto il dito immobilizzato.La mia conclusiva paura è che a lungo andare se non articolo seconda e terza falange possa crearsi una sorta di artrodesi e questo potrebbe scaturire dal fatto che l'intervento è stato fatto dopo 17 gg dalla frattura e quindi il chirurgo quando ha aperto ha dovuto ripulire dagli esiti cicatriziali che si erano formati intorno al frammento e all'articolazione.A me interesserebbe sapere se per la sua esperienza le risulta che un'articolazione bloccata da tre mesi abbia buone possibilità di ripresa,anche perchè che senso avrebbe avuto operarsi se il danno funzionale persiste?Nelle mie varie elucubrazioni mentali ho pensato che forse l'estensore che era inserito sul frammento riposizionato,possa essere convalescente o forse circondato da edema o tessuto cicatriziale che non gli permette di lavorare bene e così anche per il flessore.Crede che un'ecografia possa darmi queste risposte?Mi creda lo specialista a cui mi sono rivolta penso che appartenga alla vecchia scuola di ortopedia che si affida al recupero fisiologico delle cose e finito il suo compito in sala operatoria,gli interessa poco tutto ciò che viene dopo che in realtà è la cosa più importante.Dottore,io le sono veramente grata innanzitutto perchè ascolta e poi perchè trovo che la sua preparazione e professionalità siano assolutamente preziose.La saluto con tutta la mia stima e la ringrazio ancora.
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Dr. Marvin Menini Ortopedico, Chirurgo della mano 16 1
Le articolazioni delle dita meno si tengono bloccate, meglio è. Nessuna rigidità è permanente, almeno fino a quando non sorgono delle aderenze, cosa possibile ma a distanza di molti mesi dall'intervento.
Credo che nel suo caso possa essere utile una visita con uno specialista di chirurgia della mano nella sua zona. Può trovarlo facilmente andando sul sito ufficiale della società italiana di chirurgia della mano www.sicm.it
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Utente
Utente
Salve dottore,come vede ho ancora bisogno di lei,riguardo il mio intervento per una lesione di Segond terzo raggio effettuata circa 3 mesi fa.Oltre a tutte le problematiche di edema,rigidità dovuta all'eccessiva immobilizzazione(quasi 3 mesi) con filo di K.(2 mesi)cicatrice adesa scandalosa,all'ultimo controllo ex risultavano scarse manifestazioni osteoriparative,ma nonostante ció lo specialista che mi ha operato ha detto che andava bene e che potevo iniziare una lunedì cauta della IFD e degli ultrasuoni in acqua.Nell'osservare la radiografia é evidente anche al mio occhio che fra il frammento e la superficie articolare c'è un mm di vuoto,come se non toccassero proprio,solo in un piccolo punto si nota quel color fumo come se si fosse creato il callo osseo.Il mio specialista sosteneva che in futuro si sarebbe riempito di sali di calcio,ma io so che se due superfici ossee non toccano,non consolidano.Mi rivolgo a lei perché è l'unica persona che in questo percorso mi ha sempre spiegato chiaramente come sono le cose,purtroppo nella mia cittàin cui i medici si conoscono tutti raramente dissentono,mi chiedono cosa dice lo specialista che mi ha operato e mi ridicono cose simili,come in una sorta di solidarietà.Ad oggi il mio dito non ha recuperato minimamente.Ho anche fatto due ecografie in cui non si rilevava n'è edema,n'è versamenti,ma solo un ispessimento dei tendini.Puó bastare questo a determinare questa situazione invalidante?Non riesco a chiudere la mano a pugno,n'è posso afferrare nulla perché non ho la pinza,per giunta il dito esteticamente è inguardabile,anche se sto usando i cerotti al silicone che dovrebbero migliorare la cicatrice.Prima dell'intervento non avevo nessuna difficoltà nelle attività quotidiane,avevo solo la falange lievemente flessa.Oltre questo se non mi fossi operata cosa sarebbe successo?Credo a livello funzionale niente,l'intervento forse cerca di correggere l'estetica?Le chiedo tutto questo perché vorrei riuscire a trovare una buona ragione per aver ascoltato chi mi ha detto che dovevo operarmi.E se la frattura non si è consolidata,a questo punto avrei potuto provate comunque con la stecca di Z. O col tutore di S. La prego,mi aiuti ad uscire da questo buio tunnel,anche perché più tempo passa più le mie speranze svaniscono.La ringrazio veramente di cuore,soprattutto per avermi ascoltata.