Frattura articolare e rottura puleggia a2

Salve, il 24 agosto con un semplice muro a pallavolo sento un "crack" al mignolo della mano sx.
Il mattino dopo mi reco al pronto soccorso con un dito gonfio e viola. Rx negative visionate solo dal radiologo. Vengo mandato a casa con ghiaccio,crema e prognosi di 5-6 giorni (per 2 volte chiedo se non sia il caso di immobilizzarlo e mi viene risposto di no).
Dopo 4 giorni controllo le rx su cd e noto subito delle fratture. Visita il mattino dopo da un ortopedico che non sapeva nemmeno aprire il file, l'ho dovuto aprire e zoomare io. Dice che la frattura non è evidente ma confermata dal dolore alla digitopressione. Stecca 15 giorni senza rx di controllo e fisioterapia casalinga. Dopo 12 giorni di stecca faccio rx di controllo perchè non è cambiato niente. Il radiologo rimane sconvolto dalle nuove rx e ancor di più dalle prime effettuate al pronto soccorso.
Frattura articolare alla base della falange intermedia già visibile nelle prime radiografie, l'osso spaccato in tre pezzi con la testa che è penetrata aprendo leggermente in alto a dx per entrare. Tutto il pezzo di sx sceso sull'articolazione. Sia lui che un'altro ortopedico consigliano stecca altri 15 giorni e fisioterapia, ipotizzando deficit funzionale. Mi rivolgo ad un chirurgo della mano che non può operare (la frattura andava ridotta entro 8-16 ore dal trauma).
Rimozione stecca, rx di controllo e visita in un altro ospedale.
Sia l'ortopedico che il chirurgo della mano consigliano magnetoterapia e mobilizzazione.
I fisioterapisti rifiutano la mobilizzazione a causa del forte dolore e della presenza di un grosso edema sull'articolazione alla base della falange intermedia.
10 sedute di ultrasuoni e tecar + magnetoterapia fatta a casa poi mobilizzazione.
Dopo 8 sedute faccio eco perché la situazione è migliorata davvero poco. Consigliata RMN.
Esito RMN: esiti frattura alla base della falange intermedia, rottura bendelletta a2 e disallineamento tendine flessore, tendine estensore integro ma assottigliato al passaggio articolare, edema midollare alla testa della falange prossimale.
Chi ha repertato la RMN ha detto che fortunatamente non ho fatto la mobilizzazione perchè, sembra quasi impossibile, si poteva peggiorare la situazione. Niente mobilizzazione, niente lavoro, attendere mesi.
Nel mio lavoro sono sempre in equilibrio precario e uso spesso le mani per non cadere, oltre ad urti accidentali continui.
Sono in malattia da 2 mesi con un dito sempre più curvo, dolente, gonfio, rosso sull'articolazione.
Non posso nemmeno afferrare un rotolo di carta altrimenti vedo le stelle.
Non c'è niente da fare?
Che tempi potrebbero esserci almeno affinché passi il dolore alla estensione/flessione.
Che rischi corro se riprendo a lavorare e subisco un urto?
Secondo lei ci sono margini per una causa nei confronti del primo ps?
Grazie mille e scusi se mi sono dilungato così tanto.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signore,

non può chiederci se ci sono le condizioni per una rivalsa su un Collega.

Su questo sito facciamo solo valutazioni di carattere prettamente medico.

Nel suo caso, se non muove l'articolazione IFP entro tempi brevi, avrà una rigidità irreversibile.

Le valutazioni vanno però fatte sui dettagli, non basta la pur accurata descrizione che lei fa dei referti radiologici.

Solo con una visita diretta si potrebbe dare una risposta attendibile ai suoi pur legittimi quesiti.

Buona domenica.

Dr. Giorgio LECCESE

NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore, le chiedo scusa e le assicuro che mi rivolgerò a voi solo per questioni mediche.
In estensione il dito rimane curvo dalla base della falange intermedia di circa 30° mentre in flessione non arriva a 100°. Nella chiusura a pugno il polpastello arriva a metà tra i polpastrelli delle altre dita ed il polso.

Quando dice "se non muove l'articolazione in tempi brevi" consiglia comunque la mobilizzazione o ci sono dei rischi in base al referto della rmn e quindi bisognerebbe fare qualcosa prima della mobilizzazione?

Ed in caso di urti ci sono rischi sempre in base all'rmn?

Grazie per la sua disponibilità
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dopo
Utente
Utente
Ultima domanda, la rigidità irreversibile sarebbe comunque dolorosa come adesso oppure col tempo andrà migliorando.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Sappiamo che la rigidità, specie se post-traumatica e specie se esistono irregolarità del profilo articolare (credo sia il suo caso), sono quelle a prognosi peggiore e non ci consentono di indulgiare con la kinesiterapia attiva e soprattutto passiva (quotidiana, 3 volte al giorno).

Dopo un certo tempo, capsula e legamenti "si fissano" in modo irreversibile.

Pertanto, va valutato nel dettaglio se e quali movimenti lei può fare.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Anche il dolore, dipende dalla presenza (in futuro) di un processo artrosico secondario (post-traumatico) o meno.
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dopo
Utente
Utente
Mille grazie dottore.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Di nulla.
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dopo
Utente
Utente
Dottore scusi se la disturbo nuovamente, ma ho ancora un paio di dubbi:

1) l'avere, mi lasci passare il termine, "a spasso" il tendine flessore per la rottura della a2 non da complicanze oltre al bow-stringing?
2) mi era stato detto dal medico chirurgo che ha refertato la RMN che avrei dovuto fare infiltrazioni di cortisone ma essendo l'estensore assottigliato c'era il rischio di romperlo, quindi niente infiltrazioni. Questo, unito al flessore disallineato e all'edema midollare sulla testa della falange prossimale, mi consente di fare comunque fisioterapia casalinga sia attiva che passiva in sicurezza (in verità prima della RMN un pò' la facevo da solo ma la parte dorsale del' articolazione diventava subito rossa e il dito si gonfiava all'articolazione fino a poco sotto l'unghia)?
3) il bow-stringing ad un certo punto si arresta o continuerà a piegarmi il dito verso il palmo?

Grazie ancora è buona domenica anche a lei
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
La decisione se fare o meno una certa terapia, con tutto il rispetto, non spetta al radiologo, ma semmai al chirurgo della mano.

In presenza di rigidità, non credo sia utile una infiltrazione di cortisone, mentre è fondamentale la kinesi progressiva.

Deve "elasticizzare" la tendenza alla flessione della IFD.
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dopo
Utente
Utente
Dottore scusi se la disturbo nuovamente. Dopo ulteriore visita dal chirurgo della mano con permanenza di dolore e deficit nella flesso estensione mi veniva prescritto ulteriore ciclo di fisioterapia con laser, ultrasuoni, magneto e mobilizzazione assistita. I fisioterapisti sconsigliavano nuovamente la mobilizzazione passiva consigliando di effettuare domiciliarmente quella attiva (a loro giudizio il movimento passivo consigliato dal chirurgo avrebbe potuto arrecare danni permanenti all'IFP).
Visitato questa mattina da altro ortopedico con esperienza di 5-6 anni in ospedale con reparto specializzato in chirurgia della mano.
Questi concordava con i fisioterapisti e refertava:
"Esito frattura pluriframmentaria articolare di F2 V dito con accertata lesione della bendelletta lat. A2. Estensori con atteggiamento a collo di cigno (flessione F1 e ipertensione F2).
Si consiglia continuare KT. Valutazione iperspecialistica in centro di chirurgia della mano per revisione della lesione tendinea. Dolore ed impotenza funzionale. prognosi 30 gg"
A parte l'atteggiamento a collo di cigno che non vedo paragonando le immagini che trovo su internet (l'IFP in estensione ha sempre un 20-30° di flessione mentre l'IFD non mi sembra iperestesa, non so se questa condizione arriverà in futuro) mi è quindi stato consigliato una visita in un centro specializzato. Quale mi consiglia: Modena, Ancona, Monza, Reggio Emilia, ecc.

Grazie e distinti saluti
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Modena.
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dopo
Utente
Utente
Hesperia o ospedale civile?
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Vanno bene entrambi.

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

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