Ernia inguinale bilaterale

Erg. Dottori
Dopo uno sforzo eccessivo in palestra che mi ha causato un aumento della pressione addominale mi è stata diagnosticata a mezzo ecografia una ernia inguinale bilaterale: a sx interruzione di parete 1.4 cm x 4.8 cm e a dx interruzione di parete 1 cm x 4 cm.
Non ho particolari fastidi tranne qualche bruciore alla inguine specie quando guido su lunghi tratti e una tumefazione riducibile più visibile se rimando in posizione eretta per diverse ore.
Dopo 50 giorni invece continuo ad accusare intermittenti fastidi e indolenzimenti ai fianchi , sopra le creste iliache
E' un fastidio remoto e sordo e a volte contrazioni involontarie dell addome specie dopo una qualche movimento più impegnativo.
Ho fatto una ecografia della parete ( ma non si e' arrivati ai fianchi) che ha escluso altre ernie di parete.
Inoltre a volte ho intorpidimenti alle gambe e ai glutei fino ai piedi se accavallo le gambe.
Chiederei un consulto sulla indicazione ad effettuare l intervento ( medico di base ritiene che non ci sia indicazione ad operarmi mentre il chirurgo mi ha prospettato due intervento distanziati ) e su quale metodica più appropriata.
Inoltre quale indagine può servire per escludere altri aspetti patologici ( Rm addome?)
Cammino perfettamente e ho provato a correre per 10 minuti ma con risentimento e senso di costrizione della gabbia toracica.
Vorrei tornare a fare sport
Ringrazio anticipatamente.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
CON I LIMITI DI UN CONSULTO A DISTANZA

Gentile Utente,
la presenza di ernie inguinali richiede di necessità la correzione chirurgica, poiché la naturale evoluzione è verso il progressivo incremento di volume e la possibilità di complicazioni acute (incarceramento, strozzamento, ecc.).
Non è d'altra parte escludibile che la sintomatologia lamentata e il tipo di irradiazione (anche quella urente all'inguine) possano essere riferite a sofferenze di tipo radicolonevritico (di origine vertebrale) anch'esse non raramente generate da sforzi eccessivi.
Sinceramente rivaluterei in ogni caso la opportunità di eccedere in esercizi con sforzi massimali.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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dopo
Utente
Utente
Buonasera
Nel ringranziare per la risposta volevo un ulteriore chiarimento: ho letto che nelle ernie bilaterali oltre all' approccio open ( Con due interventi distanziati ) e' possibile proporre la tecnica Tep.
Mi sono chiari i vantaggi ma vorrei sapere appunto in questa tecnica dove viene inserita la retina.
E ancora ho letto che la Tep viene impiegata come tecnica per le recidive trattate precedentemente con tecniche open.
Ma in caso di recidiva di ernia primitiva trattata precedentemente con tecnica laparoscopica quale sarebbe l approccio successivo?
In ultimo vorrei capire se statisticamente la tecnica laparoscopia delle ernie primitive da una maggiore affidabilita contro le recidive rispetto alla tecnica open
Grazie sempre
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
La mia personale opinione è che le metodiche di riparazione erniaria con approccio laparoscopico, che di necessità comportano ricovero sia pure breve e anestesia generale, vada limitato alla riparazione in corso di altro intervento (es colecistectomia) o nelle ernie plurirecidive.
Una riparazione per via anteriore è invece realizzabile in anestesia locale o spinale e in regime ambulatoriale o al massimo in day surgery.
È possibile tuttavia che altri operatori abbiano diverso orientamento.