Cicatrici e cheloidi

Gentile Dottore,
ho 34 anni ed ho un problema legato a delle cicatrici addominali provocate da intervento chirurgico.
Nel 1988, nel 1990 e nel 1992 a causa di un'appendicite in peritonite in stato cancrenoso e conseguenti nell'ordine ascesso nello stesso sito e aderenze intestinali ho subito n.3 interventi chirurgici che mi hanno lasciato delle cicatrici molto evidenti su tutto il tratto addominale. Soprattutto il terzo intervento mi ha lasciato una cicatrice di 18 cm che attraversa la pancia fin sopra l'ombelico. Nonostante i chirurghi abbaino cercato di fare delle buone cicatrici, purtroppo la mia pelle ha tendenza ai cheloidi, per cui le cicatrici si sono allargate e sono rimaste dure, di colore scuro e sono insensibili. Vorrei sapere se esiste un modo per eliminare questo inestetismo che mi provoca disagio soprattutto nel periodo estivo o quanto meno se esiste un modo per ridurlo.
Cordiali saluti.
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Dr. Danilo De Gregorio Chirurgo plastico, Medico estetico 221 5
Gentilissiomo Utente, il suo problema di cattiva cicatrizazione e di formazione di cheloidi non è di facile risoluzione, e sfido chiunque a darle delle soluzioni facili. Vanno comunque sempre valutate de visu onde iniziare un approccio terapeutico adatto. Non esiti a contattarmi o contattare un collega Chirurgo Plastico di sua fiducia che dopo una valtazione possa intraprendere con lei un iter terapeutico.

Cordiali saluti.

Dr. Danilo De Gregorio

Dr Danilo De Gregorio

http://www.dottdanilodegregorio.com
http://cosmeticsurgerydrdanilodegregorio.blogspot.com/

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Dr. Federico Tamborini Chirurgo plastico, Chirurgo della mano, Medico estetico, Microchirurgo 926 50 6
Gentile utente non esiste una terapia efficace al 100% per cicatrici iperplastiche o cheloidee. Numerosi sono i presidi e i trattamenti proposti in letteratura. Dall'utilizzo di lamine di silicone all'infiltrazione intralesionale con corticosteroidi, all'asportazione chirurgica più o meno associata a terapie adiuvanti quali infiltrazioni con corticosteroidi o radioterapia. Il primo passo è quello di effettuare una visita clinica da uno specialista che le potrà proporre il trattamento o trattamenti adeguati. Le ricordo comunque che in caso di correzione chirurgica delle lesioni nel 33% dei casi la cicatrice può non recidivare, nel 33% dei casi può recidivare allo stato attuale, nel 33% può ancora peggiorare.

Cordiali saluti,

Dott. Federico Tamborini

Dr. Federico Tamborini
tamborini.federico@gmail.com

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Dr. Massimo Sartori Chirurgo plastico, Medico estetico 32
Gentilissima Sig.ra,

la tecnologia Laser consente risultati apprezzabili nel trattamento di esiti cicatriziali e cheloidi, quale tecnica innovativa pur vantando 15 anni di applicazioni in campo medico.


Cordiali saluti

Dottor Massimo T. Sartori
(MILANO - LA SPEZIA)

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Dr. Giuseppe Liardo Chirurgo plastico, Medico estetico 308 5
Gent.ma Sig.ra,
mi trovo conconrde con quanto detto dagli ultimi due colleghi.
Il trattamento dei cheloidi non è di facile risuoluzione ed è, a mio modesto paere, data dall'associazione di più metodiche. Può diventare, pertanto, un trattamento lungo e costoso. Lo scopo è quello di evitare e, comunque, monitorare sempre le cicatrici stesse ad evitare che si riformino o peggiorino.

Distinti saluti
Dr. Giuseppe Liardo
www.giuseppeliardo.it

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Prof. Gaetano Esposito Chirurgo plastico 10
Innanzi tutto bisogna porre diagnosi differenziale tra cicatrice ipertrofica e cheloide. La prima , molto più frequente , ha una evoluzione che , pur se a volte lentissima , va verso una soluzione spontanea e che può essere aiutata con terapia "contact media" cioè fogli di silicone, compressione ecc. ed infiltrazioni di cortisone. Queste ultime, se effettuate correttamente , cioè sicuramente intralesionali, e per questo necessitano dispositivi di iniezione particolari, hanno sempre efficacia. Il problema è che a volte possono risultare eccessivamente efficaci e trasformare una cicatrice ipertrofica in una ipotrofica, cioè slargata e molle , quindi vanno usate con attenzione e da mano esperta e solo, io ritengo, se sia passato infruttusamente almeno un anno.In casi estremi il reintervento di asportazione della cicatrice e confezionamento di una sutura con criteri estetici , seguita da un trattamento preventivo dell'ipertrofia , può trovare indicazione. I cheloidi costituiscono invece una evenienza molto più grave e fortunatamente più rara. Sono caratterizzati dal fatto che la formazione di tessuto esuberante supera i confini originali della lesione e cresce a dismisura come un vero e proprio tumore benigno. Il trattamento dei cheloidi è molto più complesso.La loro recidiva dopo escissione chirurgica è quasi la regola,. Rispondono poco o nulla alle terapie "contact media". Possono trovare qualche giovamento dalle infiltrazioni di cortisone, ma rispondono molto lentamente. In entrambi i casi sono descritti risultati incoraggianti con un solo tipo specifico di laser : il "vascular-specific 585-nm pulsed dye laser" che facilita l'involuzione della componente vascolare e blocca l'ipertrofia.

La Renaissance del Dott.Gaetano Esposito

E-mail: gaetespo@gmail.com