Dove operarmi alle vene?

Mi è stata tolta la safena nel 2001 e poco dopo sono sorti nuovi problemi. Dopo due gravidanze, adesso mi dicono che ho bisogno di intervenire a tutte e due le gambe.
Il dottor. Guerra, che opera a San Rossore e a Ferrara scrive: "Giunzione safeno femorale destra con esiti di safenectomia con recidiva di cross che alimenta recidiva via SAA che alimenta varice di coscia e gamba. Giunzione safeno femorale sinistra pervia e continente, incontinenza di tributaria di coscia con varice di coscia e gamba."
Dal Dott.Ermini di Grassina, che nel 2006 scriveva:"Legatura della safena alla cross non a raso della vena femorale con moncone in cui confluiscono delle collaterali rettilinee. Una delle collaterali è in connesssione con la safena anteriore che alimenta la recidiva.", vorrebbe operarmi ad entrambe le gambe contemporaneamente e poi a quella con meno problemi farmi le sclerosanti. Da inesperta la sua teoria chiva mi piace, visto che a togliere la safena non ho risolto niente. Mi fa paura il fatto che il dottore opera in una sala operatoria del suo studio. Lui mi ha perlato del pericolo di sanguinamento e mi ha detto che si tratta di un'operazione lunga e delicata, visto che è un secondo intervento.
Aslav è simile alla Chiva?
Aiuto! non riesco a decidere
Grazie
beatrice da firenze
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 234 20
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA

La chirurgia flebologica si avvale di numerose tecniche la cui applicazione risponde a indicazioni diverse, ma anche alle convinzioni e alle attitudini di chi le applica.
Il consiglio che Le si puo' offrire da questa postazione e' quello di affidarsi all'operatore che riscuote maggiormente la sua fiducia e che sia in grado di operare nelle condizioni che garantiscano la necessaria sicurezza.
Nel suo caso (recidiva) si tratta per altro di applicare soluzioni che potrebbero non rientrare nei canoni delle metodiche che indica.
La
La safenectomia cui e' stata sottoposta non e' stata in ogni casoFosso Wanda inutile. Nella sezione "Articoli" trovera' numerose informazioni che potrebbero esserLe utili, anche sullo specifico argomento delle recidive.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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Dr. Ruggiero Curci Chirurgo vascolare 71 1
Gentile signora,
la possibilità che compaiano varici recidive essendosi sottoposta a safenctomia, non va mai esclusa nè nascosta al paziente, in quanto alla base della patologia varicosa sta la predisposizione, che non viene rimossa con l'intervento chirurgico. Se la legatura della safena alla crosse viene effettuata in modo non corretto, la possibilità che la malattia recidivi può aumentare.
In ogni caso, ritengo, anche sulla base della attuale diffusione delle varie metodiche chirurgiche, che il trattamento emodinamico non sia pienamente soddisfacente nel garantire una minore incidenza di recidiva varicosa rispetto alla safenectomia. Sulla base del suo racconto, il mio consiglio è di sottoporsi ad una revisione chirurgica radicale, con asportazione completa delle varici recidive e della neo-crosse individuata ecograficamente.
La possibilità, poi, di sottoporsi ad intervento chirurgico presso uno studio privato piuttosto che in un'altra sede dipende soprattutto dalla presenza di dispositivi e persone che consentano di affrontare con serenità ogni imprevisto legato all'atto chirurgico. Ritengo che questa"serenità", che estenderei anche alla scelta di operare entrambi gli arti contemporaneamente, riguardi anche chi la opererà, che le avrà certamente proposto una sede di intervento idonea; altrimenti, chieda di essere operata in una struttura ospedaliera o in una clinica attrezzata.
Cordialmente.

Ruggiero Curci

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Dr. Pietrino Forfori Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 165 3 2
Gentile utente
a complemento di quanto espresso dai colleghi , non escluderei a priori la possibilità di trattare le varici recidive/residue con la Foamscleroterapia eventualmente ecoguidata. Tale trattamento , eseguito da mani esperte, può ottenere risultati sovrapponibili alla chirurgia con gli ovvi vantaggi legati ad una tecnica strettamente ambulatoriale, senza anestesia e con pronta ripresa di vita attiva.
cordialmente

Dr. Pietrino Forfori