Chirurgia bypass

Salve dottori, vi descrivo la mia situazione.

Mio padre ha 64 anni, è stato per 40 anni fumatore fino al 2004 è diabetico e nonostante ciò ha un cuore sano.
Ultimamente ha dovuto subire l'amputazione del dito medio del piede e un angioplastica ad una vena per il dolore della gamba del piede stesso. poco più 2 settimane dopo la gamba si è gonfiata ed il dolore è diventato persistente. Lo abbiamo così portato all'ospedale, dove hanno provveduto a farli un angioplastica alle due vene della gamba zona inguine-ginocchio, ma non riuscendo a stasarla. Cosi il chirurgo ci ha detto che le soluzioni son due: o l'amputazione della gamba stessa, o l'applicazione di un bypass lungo all'incirca un metro spiegandoci che l'intervento dura 5-6 ore e può avere un rigetto mortale come un infarto. La mia domanda è, quante possibilità e con quali percentuali questo avviene? Perchè io non voglio perdere mio padre a 27 anni...
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Dr. Emanuele Ferrero Chirurgo vascolare 102 6 3
Gentile utente,
con i limiti di un consulto a distanza....

innanzi tutto noto che c'è un po' di confusione. I vasi che hanno trattato i colleghi sono arterie e non vene!!!

Ovviamente le prima di eseguire un amputazione, se è possibile, ritengo sia meglio eseguire un bypass, almeno come tentativo di salvataggio d'arto. Sempre che le condizioni cliniche del paziente lo permettano.
La possibilità che avvenga un infarto durante o dopo l'intervento non lo saprei dire, anche perché variano da paziente a paziente ed inoltre in base alle comorbilità del paziente ed alle condizioni cardiologiche. Deve comunque sapere che i bypass purtroppo non sono eterni e possono anche chiudersi. Generalmente i bypass hanno una buona pervietà nel tempo si può dire che più o meno:
- il by-pass femoro-popliteo sovra-articolare presenta pervietà primaria a 5 anni dell’80% in vena, del 75% in protesi (PTFE)
- in caso di ischemia critica la pervietà primaria a 5 anni diminuisce al 66% per gli innesti in vena, al 47% per il PTFE
- il by-pass femoro-popliteo sottoarticolari per il trattamento dell’ischemia critica hanno una pervietà primaria a 4 anni: del 77% in vena invertita, 68% in vena “in situ”, 60% in vena ombelicale, 40% in PTFE.
Le cause della loro occlusione posso essere diverse per es: disidratazione del paziente, re-stenosi, impoverimento dei vasi periferici che accolgono il bypass, ...

Comunque sono certo che i colleghi chirurghi vascolari che stanno seguendo suo papà potranno darle tutte le risposte in maniera precisa ed esaustiva a tutte le sue domande.

Dr. Emanuele  Ferrero

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie mille dottore. Per quanto riguarda la durata del bypass, dovrà sottoporsi poi ancora allo stesso intervento, o ci sono altre procedure a riguardo?
[#3]
Dr. Emanuele Ferrero Chirurgo vascolare 102 6 3
Gentile utente,
con i limiti di un consulto a distanza....

le alternative sono delle ricanalizzazioni/PTA (ossia riaperture delle arterie) per via endovascolare (con palloncini e/o stent). Tuttavia mi pare che i colleghi abbiano già escluso la possibilità di un nuovo intervento con tale metodica, che per altro ha già eseguito.

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