Esiti trombosi venosa popliteo-femorale

Mi chiamo Riccardo ho 48 anni e da circa 25 soffro di esiti da trombosi poplitea-femorale gamba sn in seguito a pleuro-polmonite dx (anno 1978).
Nel 1993 sono comparse piccole ulcere trofiche in regione sopramalleolare interna guarite entro pochi mesi anche a seguito di intervento chirurgico con legatura delle perforanti sempre gamba sn.
Nel 1996 e nel 1997 ho subito l'asportazione delle safene rispettivamente sn e dx.
A sn edema massivo crurale; ampia area di dermatite sclero-atrofica con ipercromia in regione mediale di gamba.
Il 26 maggio u.s. sono stato sottoposto a ecocolor doppler venoso arto inferiore sn in clino ed ortostatismo.
L'esame documenta esiti di trombo-flebite venosa profonda con componente trombotica organizzata che determina significativo ispessimento parietale a livello della femorale comune. Attualmente il circolo venoso profondo appare pervio con iperecogenicità intimale più evidente a livello di vena femorale superficiale e comune.
L'indagine flussimetrica con manovra di valsalva e manovre di compressione decompressione dimostra ampia incontinenza del circolo venoso profondo con reflusso prolungato per oltre quattro secondi in corrispondenza della femorale comune, superficiale e della vena poplitea.
La porzione craniale femorale appare di calibro irregolare come per presenza di pseudo-setto che suddivide parzialmente in deu il lume.
Dal 1993 a tuttoggi, ecocolor doppler compreso, sono stato in cura presso l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma.
Secondo voi posso fare qualcosa in più?
Eventualmente potete indicarmi un Istituto diverso a cui rivolgermi?
Ringraziandovi anticipatamente.
Riccardo

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Dr. Mario Forzanini Chirurgo vascolare 132 7 1
al momento attuale la sindrome post-trombotica necessiota di cure di tipo medico (calza elastica in primis) e di interventi ( safenectomia e legatura perforanti, plastiche cutanee...) e di farmaci (flebotropi, eparinoidi ecc.) in grado di attenuare le complicanze e i disturbi. Questo una volta accertata l'origine della trombosi, che nel suo caso sembra essere trombofilica (vale a dire una tendenza di carattere ereditario del sangue a coagulare).
In rari e selezionati casi si possono anche eseguire tecniche chirurgiche di ricostruzione valvolare dei tratti malati, che però al momento sono ancora deludenti sui risultati a distanza di tempo e rivestono, a mio parere, ancora un carattere sperimentale, più che applicativo e clinico.

dr. M. Forzanini - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare -
Brescia
Sito Web: www.forzanini.it

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