Verruche maschili e prurito anale

Salve,
mio marito ha effettuato lunedì scorso un intervento ambulatroriale di "bruciatura" di tre piccole verruche sul pene. L'intervento è stato rapido ed efficace ma si stanno verificando parecchi problemi nella fase della medicazione. Lo specialista che ha effettuato l'intervento gli ha consigliato di applicare 2 volte al giorno betadine per disinfettare e citrizan per favorire la cicatrizzazione. Fin qui tutto bene ma il dramma sta nel fatto che gli è stato detto di porre una garza sopra la ferita che sistematicamente vi si appiccica in modo tale che ogni volta la crosticina si stacca e il processo di cicatrizzazione ricomincia dall'inizio!
Cosa si può fare? E' giusto questo tipo di trattamento post intervento? Abbiamo l'impressione che rallenti un po' troppo la guarigione...
Inoltre da un po' di tempo soffre anche di un intenso e fastidiosissimo prurito anale. Abbiamo provato con pasta all'ossido di zinco quando il prurito era insopportabile e ruscoroid applicato internamente in quanto il medico aveva diagnosticato un problema di emorroidi interne (visto che esternamente sembra non esserci niente) ma assolutamente senza risultato. La dermatologa che l'ha seguito per le verruche, sostiene che non ci sia un problema di dermatite o simili. Tuttavia questa cosa comincia a procurargli anche problemi sul lavoro e in occasioni sociali ed è veramente spiacevole.
[#1]
Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Gentile utente,

solitamente il post-intervento per le lesioni cutaneo-mucosali dei genitali (probabilmente trattasi di condilomi che non sono "verruche" in quella zona anche se appartengono al HPV) cicatrizzano in brevissimo tempo senza alcun reliquato e problema per il paziente.

ovvio che la terapia di elezione (Laser a CO2 )può essere affiancata da altre metodiche, (personalmente sconsiglio la crioterapia proprio per gli esiti bollosi che possono esitare) ma non sussistono in media i problemi che descrivete.

sono portato quindi a pensare che sia possibile una sovrainfezione di natura batterico - micotica: il consiglio è di rideterminarsi con lo specialista per chiarire questa intricata vicenda..

cari saluti
Dott. Luigi LAINO
Ricercatore Dermatologo e Venereologo,
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA

Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Molto probabilmente non mi sono spiegata in maniera chiara: l'intervento di rimozione dei condilomi è stato una diatermocoagulazione. La dottoressa che l'ha effettuato ha consigliato a mio marito, al momento della dimissione, il tipo di medicazione che ho descritto e che quindi abbiamo eseguito, come ho detto due volte il giorno, fin da subito. Non credo che siano presenti infezioni perché la zona è "pulita" e non arrossata ma dopo una settimana dall'intervento a causa della continua applicazione di soluzione disinfettante e citrizan e poi del bendaggio che si attacca alle piccole ferite, non è ancora comparsa la crosta.
Quanto deve ancora continuare questo tipo di medicazione, ammesso che sia la cosa giusta da fare? In caso negativo, come sarebbe opportuno procedere?
E cosa potete consigliarci per il suo prurito anale?
Grazie infinitamente per la disponibilità e la celerità.
Questo che fate è veramente un servizio straordinario.
Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Rilancio la mia ipotesi iniziale ed a causa della sede non vincolante nè diagnostica, l'unica cosa utile da fare è come suggerito la visita dermatologica, per modificare una terapia che sembrerebbe in virtù di quanto da voi espresso non specifica in questo momento: il prurito anale potrebbe essere appunto una spia di una sovrainfezione micotico-batterica collegata, la visita servirà anche a questo.

Ancora saluti
Dott. LAINO, ROMA
HPV - Human Papilloma Virus

Papillomavirus (HPV): diagnosi, screening, prevenzione e tutto quello che devi sapere sul principale fattore di rischio del tumore del collo dell'utero.

Leggi tutto