Uscire da dipendenza

Salve,spero veramente che qualcuno possa rispondermi con un po di sensibilità,sono perfettamente cosciente cheper uscire da dipendenza da eroina è necessario un iter specifico per soggetti diversi,e che esiste una terapia farmacologicamente idonea(metadone ecc..)vorrei peròsapere se vista la mia volontà di uscire dalla dipendenza da eroina,posso usare dell'oppio per superare le crisi di astinenza?Da parte mia c'è tutta la volontà e vorrei sapere se l'uso dell'oppio anche se non è la terapia prevista dai sert possa aiutarmi per uscire da solo da questa dipendenza,spero qualcuno possa rispondermi capendo la mia situazione dato che non voglio rivolgermi ad un sert che alla fine dei conti di scheda come tossico dipendente e ti etichetta per quanto possa esistere la privacy.Grazie in anticipo.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

La terapia standard per una dipendenza da eroina è quella a lungo termine con metadone o buprenorfina (o naltrexone in pochi casi selezionati). Tale terapia mira all'estinzione nel tempo (mesi) del desiderio di assumere eroina, fino alla stabilizzazione. Questo consente alla persona di riprendere la propria vita e di normalizzare le proprie funzioni psichiche e corporee.

Detti farmaci sono gestiti quasi esclusivamente da SerT, fatte eccezioni fasi iniziali di ricovero o fasi tardive in cui il servizio può delegare il medico di famiglia.

L'oppio non cura la dipendenza da eroina in quanto è una sostanza tossicomanigena, e comunque non è incluso nelle medicine utilizzate a livello sanitario.


Lei purtroppo, come accade spesso in questa situazione, dice di essere perfettamente cosciente di quale siano le terapie corrette, ma poi vuole indurre gli altri a consigliarle cose sbagliate e inutili, suggerendo Lei le soluzioni. Le cose che le vengono in mente saranno sempre metodi rapidi per superare l'astinenza: bene, questo NON ha niente a che vedere con la cura della tossicodipendenza, che con l'astinenza c'entra marginalmente. Quel che lei tenderebbe a fare è trattare una complicazione minore della tossicodipendenza, cioè l'astinenza, purtroppo per tornare nelle condizioni di proseguire un uso controllato della sostanza, cosa non più possibile per chi una una tossicodipendenza. Ad astinenza conclusa, con qualsiasi metodo, lei è tanto tossicodipendente quanto lo era prima: la malattia consiste nell'andamento per ricadute, con complicazioni progressive che si sommano e vita che perde colpi o si arena.

Non faccia errori come questo. Cerchi di seguire un medico controllando che le cure indicate corrispodnano agli standard di efficacia. Purtroppo anche in ambito sanitario i primi tentativi possono risolversi in terapie a breve termine, o disintossicazioni, che non influiranno sul destino della sua malattia.

Pensare che utilizzando la propria volontà o forza o risorse spirituali o mentali che siano, si possa contenere il rischio di ricaduta o evitare di fare delle cure a cui si rimane legati almeno per qualche tempo è un errore grossolano. Non significa niente. Questa malattia va considerata alla stregua della terapia di una malattia di cuore, un diabete, un'artrire ricorrente.

Per chiarimenti sulle cure (mai da autogestire) e sulla malattia può consultare anche questi articoli

https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/564-metadone-domande-e-risposte.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/569-subutex-buprenorfina-sublinguale-domande-e-risposte.html

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini