Effetti psichiatrici paradossi del lorazepam

Vorrei sapere se è possibile mediante esami (di qualsiasi natura) stabilire oggettivamente e in via definitiva se è il lorazepam a produrre reazioni psichiatriche paradosse, anche assai gravi. Ho 52 anni, sono donna, ho queste reazioni ogni volta che per intervento di TURV (neoplasia vescicale, già 4 interventi e si prepara il quinto per una nuova recidiva) mi viene somministrato Tavor fiale 2,5mg endovena come premedicazione anestetica (e, dopo l'intervento, durante la degenza, sempre endovena, il medesimo dosaggio). Mi sono sottoposta ripetutamente negli anni a controlli ed esami nonché a ripetuti colloqui psichiatrici che hanno escluso cause neurologiche, vascolari, ormonali (esaminata la tiroide), patologie psichiatriche, compreso disturbo da attacco di panico. La prudenza dovrebbe essere sufficiente a evitare quel tipo di farmaci, ma in realtà non è così e ad ogni intervento si ripetono le somministrizioni (in dosi sempre maggiori nel post-operatorio) con reazioni sempre più gravi e prolungate nel tempo, giustificate ogni volta con "ansia incontrollata, panico e agitazione psicosomatica conseguente. Ho timore inoltre che il lorazepam possa causarmi danni permanenti e vorrei dunque sapere se esiste questo rischio e quali danni potrebbe causare. Grazie.
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Dr. Tommaso Vannucchi Farmacologo, Psichiatra, Tossicologo 7.6k 384 1
gentile utente
in una percentuale di pazienti che assumono le benzodiazepina , fra le quali lorazepam, può insorgere un effetto paradosso ovvero invece di calmarsi si agitano;in questi casi è utile cambiare la benzodiazepina con una molecola con un profilo farmacodinamico diverso

Tommaso Vannucchi

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dopo
Utente
Utente
Egregio dott. Vannucchi,
il problema è che non riscontro disponibilità a ricorrere ad un altro farmaco, cosa che chiedo ormai da anni, per questo domandavo se esistono analisi ed esami in grado di accertare oltre ogni dubbio che è proprio il lorazepam (ed eventualmente le benzodiazepine) a causarmi dei veri propri attacchi psicotici con ideazione suicida e tentativi di suicidio e amnesie anterograde prolungate (l'ultima durò 32 ore). Dopo dieci anni devo oggi lottare per fidarmi ancora dei medici e scacciare il fastidioso dubbio che sia più facile etichettare il paziente come ansioso, in preda al panico ecc. piuttosto che discostarsi da "procedure standard" che, tranne che per pochi casi non frequenti, vengono ritenute più idonee e meno rischiose.
Sentirsi dire che sono cose che capitano ma di cui non devo preoccuparmi ("Se ne freghi signora!" mi ha detto il chirurgo l'altro giorno) perché allo stress non tutti reagiamo allo stesso modo e non esiste l'obbligo di essere forti, anche se oramai è accertato che non ho patologie psichiatriche, non sono ansiosa e lo stesso psichiatra chiamato dal reparto nell'ultimo ricovero ha ipotizzato che dipendesse dal lorazepam. Evidentemente esami oggettivi, analisi ecc. non ne esistono!
La ringrazio per la sua sollecita risposta e le porgo cordiali saluti.

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