menopausa: tos o pillola anticoncezionale ?

buongiorno dottori,
ho 49 anni ed è da qualche anno che inizio ad avere i vari disturbi della pre menopausa.Passo periodi in cui ho vampate fastidiosissime ed assenza di mestruo per poi passarmi improssisamente e ritornare ad avere un leggerissimo mestruo/perdite di 1/2 giorni senza più vampate. Daccordo con la ginecologa abbiamo temporeggiato per attendere la stabilizzazione della situazione per poi concordare (nel caso in cui non avrei più sopportato le vampate) l'inizio di una terapia.Preciso che dalla MOC risulto essere in osteopenia; mammografia,pap test,ecotransvaginale ok; inoltre ho un problema da circa 25 anni di adenoma ipofisario per anni in terapia con dostinex ma da circa 1 anno senza terapia su consiglio del mio nuovo endocrinologo.
La ginecologa mi consigliava la tos, ma rimango un pò perplessa in quanto sento parecchie donne che utilizzano la pillola anticoncezionale avendo ottimi risultati.
Vorrei sapere secondo voi quale potrebbe essere la terapia migliore per la mia situazione con rischi e benefici?
Grazie in anticipo e spero possiate chiarirmi la diversità delle due terapie.
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Dr. Marcello Navazio Ginecologo, Endocrinologo, Dietologo 698 25
Gentile signora,
se sono già alcuni anni che ha vampate e periodi di amenorrea, è fortemente probabile che sia già in periodo climaterico: in tale situazione, che può verificare tramite dosaggio di FSH ed inibina B, l'ovulazione non è più possibile. Quindi non si pone l'indicazione per l'uso di pillola contraccettiva (a base di ormoni sintetici) ma, se possibile e sotto adeguato controllo medico, di terapia ormonale sostitutiva (a base di ormoni "naturali"): ciò sia per alleviare i suoi disturbi vasomotori che per tutelare meglio le sue ossa (insieme ad adeguata assunzione di calcio e vitamina D).
Cordiali saluti.

Dr. MARCELLO NAVAZIO
Specialista in Ginecologia ed Endocrinologia
Bologna

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Prof. Francesco Saverio Pansini Ginecologo, Biochimico clinico 3 1 1
Gent.ma Sign.ra,

l'utilizzo della pillola contraccettiva o comunque di un estroprogestinico "ovariostatico" (in grado di bloccare l'attività ovarica e l'ovulazione e di stabilizzare l'attività ormonale dell'ovaio) trova specifica indicazione proprio allorquando l'attività ovarica riproduttiva non si è ancora completamente esaurita ed è instabile, come accade nella fase che precede la menopausa e nota come "transizione perimenopausale", caratterizzata da presenza ancora dei cicli se pur con anticipi o ritardi che comunque non arrivano ancora a 12 mesi di assenza. Il dosaggio dell'ormone ipofisario FSH non consente da solo la diagnosi di menopausa in quanto i suoi livelli possono essere elevati (anche oltre 50 UI/L) sin dalla fase della transizione perimenopausale. Solo una assenza dei flussi di almeno 12 mesi, unitamente a livelli elevati di FSH, può consentire di effettuare una diagnosi di menopausa con una buona certezza. Purtroppo ad oggi non esiste ancora un test che possa predire il momento esatto della menopausa. Solo i segni clinici di esaurita funzione ormonale ovarica(tra cui una amenorrea di almeno di 12 mesi, la riduzione persistente della lubrificazione vaginale) insieme alla constatazione della scomparsa dei segni di stimolazione estrogenica che ogni donna da sola è in grado di percepire (come tensione mammaria, scomparsa della ritenzione idrica, minore irritabilità) consentono anche al medico di fare diagnosi, sempre presuntiva, di menopausa (il dosaggio dell'ormone AMH - Anti Mullerian Hormone - ha aperto di recente una nuova prospettiva nella valutazione della capacità riproduttiva residua della donna in perimenopausa: tale analisi non ancora clinicamente validata è comunque disponibile presso alcuni laboratori privati).

La presenza durante la fase della "transizione perimenopausale" di sintomi da instabilità ormonale ovarica (sintomi da carenza estrogenica, come le vampate, alternati a sintomi da eccesso estrogenico, come flussi più abbondanti, sensazione di gonfiore generale o/e mammario) indica quindi l'opportunità di stabilizzare l'attività ovarica fornendo alla donna nel contempo livelli stabili di ormoni femminili anche se farmacologici. Questo approccio è facilmente realizzabile con l'utilizzo di un preparato ormonale di tipo contraccettivo. Questo tipo di trattamento quindi al contrario della TOS in tale fase sarà in grado di proteggere la donna anche da possibili rischi di emorragie uterine legate all'eccesso di produzione estrogenica residua dell'ovaio in assenza di un'adeguata produzione di progesterone (a causa delle frequenti mancate ovulazioni). Tale tipo di trattamento, al contrario della TOS, è in grado di proteggere da una gravidanza indesiderata, pur sempre possibile a tale età e, tra l'altro, caratterizzata da elevato rischio sia per la madre ed il feto. Il trattamento estroprogestinico contraccettivo conviene che si continuato fino a 50-51 anni epoca media presunta di arrivo della menopausa nella maggioranza delle donne.

Un'ultima considerazione di cui lei potrà discuterne con il suo ginecologo: l'assunzione di un estroprogestinico ovariostatico (cioè contraccettivo) in una donna di età superiore a 45 anni (età in cui di per sè esiste un richio trombotico elevato), conviene avvenga non per via orale e comunque in asenza di pregressi rischi cardiovascolari. Tale approccio consente di evitare il passaggio del fegato e la conseguente produzione di fattori in grado di aumentare ulteriormente il rischio trombotico. La via vaginale di assunzione degli estroprogestinici contraccettivi è una ottima soluzione per questa fase della vita della donna, anche per la comodità di assunzione e per i possibili benefici locali in caso di secchezza vaginale, sintomo da carenza estrogenica spesso presente anche nella "transizione perimenopausale". L'utilizzo viceversa della TOS non ha effetto contraccettivo e può essere anche causa, se appunto prescritta allorquando la menopausa non è ancora intervenuta in modo stabilizzato, per un effetto di aggiunta di estrogeni a quelli già eventualmente ancora prodotti dall'ovaio, di comparsa di sintomi e rischi spiacevoli da eccesso estrogenico (come emorragie uterine per eccessiva stimolazione endometriale.

Prof. Dr. Francesco Saverio Pansini

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore e grazie mille per la sua celere risposta !!!
In effetti sto già assumendo DIBASE 300.000 (1 fiala ogni 6 mesi) e NATECAL D3 1 cmp al dì.
Ne approfitto di lei per un ulteriore chiarimento.
Cosa comporta la differenza fra ormoni sintetici e naturali ?
Con la tos si ritorna ad avere una pseudo mestruazione?
Ma se anche con la pillola anticoncezionale si tengono a bada le vampate e con tutti i rischi della TOS relativi allo sviluppo di tumori (avendo già io un problema di adenoma ipofisario) non sarebe meglio utilizzare la pillola anticoncezionale e il più tardi possibile iniziare la TOS ?
I miei ultimi esami ormonali dicono ciò:
08.02.2010 FSH 78.1 - S-ESTRADIOLO 17
13.06.2009 FSH 25.2 - S-ESTRADIOLO 604
08.01.2009 FSH 77.1 - S-ESTRADIOLO 10
12.04.2007 FSH 68.1 - S-ESTRADIOLO 24
Ecotransvaginale 12.03.2009:
Utero antiversoflesso,di normali deimensioni fibromatoso con endometrio sottile, involuto; si rileva IUD normoposizionato.
Ovaie in sede di normali dimensioni ed ecostruttura con un paio di microfollicoli. Non versamento nel Douglas.
Ho rifatto un ecotrans.il 11.02.2010 durante la visita ginecologica di cui non ho referto, ma tutto ok.
Ultima mestruazione (molto lieve) marzo 2010, dopodichè inizio vampate (che non sopporto !!!)e sto cercando di attenuare (con scarsi risultati per ora) con salvia tintura madre e ISOFLAVONI di Pueraria Lobata (appena iniziati).
P.S.: penso di non aver mai fatto l'esame inibina B che mi appresterò a fare. Grazie per avermelo suggerito.
Mi scusi se sono stata un pò troppo prolissa ma sto diventando un pò troppo ansiosa....effetto collaterale della menopausa....!!!
Cordialmente


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Dr. Marcello Navazio Ginecologo, Endocrinologo, Dietologo 698 25
Gentile signora,
gli ormoni sintetici sono assunti a dosi molto inferiori ma sono più potenti dei naturali, soprattutto perchè devono inibire i processi ovulatori, che nel suo caso sembrano non esserci più. Visto che indossa la spirale, potrebbe, comunque, inserire quella a contenuto progestinico (per proteggere l'endometrio) ed aggiungere estrogeni transdermici (fondamentali per trattare le "caldane" - che, come ha notato, nel suo caso, poco beneficiano della fitoterapia). Con la TOS può evitare (soprattutto con la spirale medicata), ma anche con lo schema di utilizzo dei farmaci, il verificarsi del flusso mestruale. L'incidenza di tumori durante la TOS è molto meno pesante rispetto a quanto i media hanno fatto credere, anzi è dimostrata la protezione da alcuni tipi di neoplasia: in ogni caso se aveva sospeso il Dostinex il "problema" ipofisario era stato considerato chiuso.
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dr. Navazio e prof. Pansini.
Ho finalmente compreso la diversità delle due terapie.
Capisco anche che ci sono correnti diverse di pensiero,ora
starà a me (ovviamente con la mia ginecologa)optare per una delle due terapie.

P.S. per il dott. Navazio: visto che lei è anche endocrinologo ci possono essere controindicazioni per una delle due terapie nel mio caso di adenoma ipofisario?
Preciso che ho interrotto la dose di dostinex ( 1 compressa al giorno che ho preso per anni ...mi pareva un pò troppo!!!)su valutazione dell'endocrinologo. A breve rifarò la risonanza per controllare la situazione dopo un anno e più di non utilizzo del farmaco. I valori di prolattina non sono poi così elevati.Dopo 3-4 mesi dalla sospensione PRL 39ng/ml.Dopo circa 12 mesi sono scesi a 14.3ng/ml.
Grazie ancora per il servizio che offrite,cordialità.
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Dr. Marcello Navazio Ginecologo, Endocrinologo, Dietologo 698 25
ome già detto, se aveva sospeso il Dostinex il "problema" ipofisario era stato considerato chiuso (il valore 14.3 è normale); non vedo controindicazioni alla TOS.