Per i ginecologi di Medicitalia - Una risposta definitiva! pausa dalla pillola

Buonasera. Sono una ragazza di 23 anni e da 4 assumo la pillola Fedra. In questi anni mi sono sempre trovata bene non ho mai avuto particolari problemi di salute. Tuttavia, documentandomi, mi sono resa conto del fatto che per quanto io sia stata spesso rassicurata circa il fatto che se non ci sono problemi di salute non è necessario sospendere la pillola ci sono anche ginecologi che invece assolutamente caldeggiano la sospensione della pillola ogni 2/3 anni di assunzione . Ora io mi chiedo , dove sta la verità? Perché alcuni medici sconsigliano la pausa ritenendolo uno stress inutile e un esporsi inutilmente a rischio gravidanze mentre altri addirittura considerano folle e pericoloso per la salute non fare mai queste pause? Perché alcuni medici ( quindi persone comunque qualificate ) parlano di rischi di tumori, di pericoloso addormentamento delle ovaie ed altri smentiscono queste possibilità ? Perché alcuni sostengono che rssebdo la pillola un FARMACO ( è cosi?) è a NECESSARIO sospenderla ? Io sono davvero confusa perché è vero che voglio proteggermi da gravidanze indesiderate (che sarebbero un rischio poiché ho una relazione stabile e rapporti frequenti) però non voglio neanche farmi dal male, demolire il mio organismo per non rimanere incinta . A questo punto non mi è più chiaro se davvero la pillola sia un anticoncezionale sicuro o meno . Perché un conto sono le dicerie un conto sono pareri di medici che contrastano. Non è la prima volta che faccio questa domanda , ma questo è perché sono CONFUSA. Chiedo CHIAREZZA. E vorrei possibilmente pareri di più ginecologi . Grazie
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Quello che, molto spesso, finisce con il creare confusione, è, più che altro, la mancanza di informazioni corrette e di un ragionamento clinico anche da parte di chi, e mi spiace doverlo ammettere, dovrebbe essere deputato all'acquisizione di nozioni di anatomo-fisiologia, patologia, farmacologia, quale lo Specialista Ostetrico-Ginecologo.
Ci trinceriamo, spesso, dietro linee guida di società scientifiche, dimenticando la nostra esperienza sul campo, le nostre nozioni, le nostre certezze dottrinali e pratiche e, perchè no, la "storia" di un percorso terapeutico.
Gli anticoncezionali sono un esempio lampante di ciò che affermo e la richiesta di questa utente ne costituisce la prova certificata: opinioni contrastanti, a volte condite di toni allarmistici e senza senso che sottolineo non solo perchè riportati nella domanda della nostra lettrice, quanto perchè ricorrenti anche nella mia attività professionale che dura, ormai, da 28 anni.

Cos'è la pillola? Un farmaco formato da un'associazione di estrogeno e progestinico o a base di solo progestinico che, inibendo l'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, determina un'anovulazione che si associa alla perdita temporanea della fertilità ed all'acquisizione di uno "status" endocrino-metabolico alquanto stabile, sia pure con oscillazioni periodiche come in caso di utilizzo di formulazioni trifasiche, contraddistinto, sempre e comunque, dalla perdita di quei "pulses" ormonali circadiani oltre che dei noti profili di produzione mensili, che contraddistinguono l'attività endocrina spontanea delle gonadi femminili nel periodo che definiamo dell'"attività sessuale".

Dagli esordi, la quota necessaria di carica ormonale per inibire l'asse SNC-ipotalamo-ipofisi-ovaio, a partire dagli anni '60, è andata progressivamente diminuendo; in quel periodo due o tre pillole anticoncezionali contenevano una quota di steroidi nettamente superiore a quanto, oggi, una donna acquisisce con una scatola intera del prodotto. Le attuali formulazioni, vedono una carica estrogenica pro-pillola compresa fra 20 e 30 gamma di derivato estrogenico, la parte progestinica è costituita da derivati steroidei sempre meno interferenti sull'equilibrio metabolico glucidico, minerale, lipidico, ecc. Anche la tendenza, ormai sempre più spiccata, verso l'utilizzo di sostanze del tutto simili, chimicamente, agli ormoni naturali, rende ancora più potente la ricerca dell'industria farmaceutica, verso quella "neutralità metabolica" che costituirebbe l'ultimo fine delle terapie ormonali. In questo senso vanno anche quelle formulazioni caratterizzate da un'assunzione "non orale", quali i preparati attivi per via vaginale, per via intramuscolare o per via sottocutanea o per via intrauterina.

L'attività del clinico, probabilmente, è l'unica cosa che, nel corso del tempo, non avrebbe dovuto subire dei cambiamenti stravolgenti; dico dovrebbe perchè, purtroppo, non è così.

Il timore sempre più forte di ripercussioni medico-legali di fronte ad eventi avversi, lo scoprire, negli anni, condizioni di rischio anche nuove e sconosciute fino a poco tempo fa (pensiamo alle mutazioni trombofiliche ad esempio), la sempre minore (ahimè) preparazione dottrinale dei Colleghi alle due estremità della "galassia specialistica" in servizio (i neofiti e gli "anziani"), l'immissione di linee guida sul panorama scientifico in maniera quasi ossessiva con la perdita di qualunque senso critico nei loro confronti da parte di chi le vede al pari di "verità inconfutabili cui attenersi pedissequamente, pena anche (fra l'altro) la perdita delle opportune coperture assicurative professionali in caso di eventi avversi" come addirittura contenuto in una delle tante leggi in materia sanitaria elaborate da "tantissime teste", probabilmente nessuna delle quali "pensante", l'insicurezza di fondo che permea, ormai, il rapporto medico-paziente da parte di entrambi gli attori di questa complicata quanto affascinante relazione, la mancanza di tempo da dedicare allo studio ed all'aggiornamento e l'elenco potrebbe continuare essendo davvero lunghissimo, cosa ci porta a dire?
Molto spesso, cose senza senso scientifico, indubbiamente... se non delle vere e proprie "corbellerie".

Illuminante, a tal riguardo, la grande buffonata sulla terapia sostitutiva in menopausa, ad esempio; osannata per decenni, buttata nel fango e ritenuta addirittura pericolosa per altri, ora nuovamente rivalutata, ha avuto, per ogni "momento storico" della sua lunga vita, sostenitori e denigratori della "moda del momento". Solo lo studio libero da formalismi e pregiudizi, con la sola mente lucida e piena delle nostre cognizioni di biologia, biochimica, fisiologia, clinica, fisiopatologia può far luce su condizioni ritenute, dai più, come incise nel bronzo o dall'adamantina potenza dottrinale che si rilevano, poi, per quelle che sono: giganti dai piedi d'argilla. Il caso della terapia sostitutiva menopausale ne è esempio fulgido: denigrata alla fine degli anni '90 da due studi, uno canadese ed uno americano, se non erro, ha visto da un lato il macero delle terapie a base di ormoni steroidi (il cui fiorire negli anni precedenti ha portato anche all'acquisizione di nuova modalità di somministrazione come la via transdermica, prima completamente sconosciuta per queste terapie) ed il fiorire (che continua ancor oggi) di terapie a base di sostituti estrogenici dal dubbio valore clinico, probabilmente utili al pari della cedrata nel disturbi digestivi.
Il tutto perchè? per le conclusioni allarmanti davvero di questi due studi di cui, però, nessuno ha avuto mai il tempo o la possibilità o, forse, il coraggio di esaminarne materiali e metodi di acquisizione dati. Cosa han fatto lor signori? Han preso di tutto: da donne di oltre 60 anni, donne obese, donne con fattori di rischio legati a stili di vita erronei e quant'altro e l'han riempite di estrogeni da soli (senza, spesso, progestinici), spesso di derivazione animale (estrogeni coniugati equini) per anni, senza posa, salvo poi registrare eventi avversi dopo lustri di trattamento. Questa roba qui, da noi, per esempio, avrebbe fatto inorridire i clinici Ostetrico-Ginecologi e fargli vedere i sorci verdi...eppure... Conclusioni? La terapia estrogenica sostitutiva è da manicomio criminale o da Mengele! e chi la mette in pratica, un pazzo sfrenato da relegare alla camicia di forza. Ancora oggi, fior fiore di clinici, di senologi specialmente, guardano con sospetto alle terapie ormonali sostitutive in menopausa, forse dimenticando che, per oltre 30 anni in media, i tessuti di quella donna che hanno di fronte, hanno "assunto" gli stessi ormoni nelle stesse dosi ottenute con la terapia sostitutiva (basta aggiustarne le dose di somministrazione fino a giungere a quelle considerate del tutto "tranquille" e "neutrali" quali quelle di un periodo follicolare precoce), senza per questo derivarne anomalie sul piano anatomico, biochimico, metabolico o discoagulatorio o men che meno, sul piano oncogenico.

Ma tant'è!!

Mi scuso del "cappello" estremamente pesante, ma davvero l'occasione..."era troppo ghiotta"!!
Venendo a noi:
a) con le odierne terapie ormonali per la contraccezione, non vi è alcun motivo di "sospendere la pillola" a priori e senza alcuna giustificazione che sia di mero periodo temporale.
b) la donna che assume Contraccettivi (orali, vaginali, sottocutanei, intramuscolari o quant'altro), va monitorata con esame clinico e citologico, ecografico, ematochimico secondo criteri da stabilirsi, ponendo attenzione, come in tutte le terapie a lungo termine, alla comparsa di condizioni di rischio sul piano generale (peso corporeo ad esempio), biochimico, patologico (comparsa,nel frattempo di patologie), farmacologico (necessità, ad esempio, di seguire terapie per periodi medi o lunghi) ecc.ecc. che rendessero ad un dato momento, non più opportuna la terapia ormonale; sono questi i motivi per cui sospendereuna terapia contraccettiva e non solo per pochi mesi se ve n'è motivo, ma anche per sempre...
c) va operato un oculato e rigido esame preliminare alla terapia contraccettiva, teso ad evidenziare potenziali controindicazioni a tutti i livelli (clinico, di laboratorio, strumentale)
d) vanno chiarite, con il colloquio aperto e sereno con la paziente, le finalità e le motivazioni della terapia anticoncezionale, rispettando alcuni criteri di salvaguardia clinica, coinvolgendo la paziente nelle scelte terapeutiche e nella tempistica delle stesse, stando bene attenti a "cucirle addosso" un trattamento anticoncezionale a sua misura, come un abito di alta sartoria, con i controlli giusti, nei tempi giusti, acquisendo la sua disponibilità a "venirci dietro" nei percorsi che abbiao stabilito per lei.

Solo così, in omaggio e, quando serve, in barba alle linee guida, con mente aperta e libera da condizionamenti e da sciocche superstizioni, potremo, come sempre, dare il nostro meglio alle pazienti che a noi si rivolgono per un consiglio, per una terapia, per un aiuto.

Mi scusi la gentile e "paziente" utente che ha dovuto "sorbirsi" il beverone delle mie parole, ma, come prima dicevo, l'occasione fa...l'uomo ladro. In questo caso ha fatto lo "specialista chiaccherone".

Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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Utente
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Guardi La ringrazio per avermi finalmente dato una risposta esaustiva. Dunque NO la pillola non è da interrompere se non ci sono problemi di salute ed è importante tenersi sotto controllo facendo frequenti esami e avendo cura di scegliere la pillola adatta per se stesse, ho capito bene? Volevo anche sapere è possibile che la pillola mi stia per qualche ragione danneggiando e che io non me ne stia accorgendo? a breve mi sottoporrò ad una visita ginecologica e ho il terrore che, essendo da qualche tempo che non ne faccio (per motivi economici e non di superficialità) di trovare qualche sgradevole sorpresa, sopratutto con la visita "interna".
Grazie
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E sopratutto vorrei sapere ma una volta sospesa la pillola SI VERIFICANO spesso effetti collaterali come ingrassamento, brufoli ecc ? Io pensavo che sospesa la pillola tutto tornasse come prima di assumerla..
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Ha capito bene. se la pillola la sta danneggiando o no, lo si desumerà dai controlli periodici ai quali deve sottoporsi.
Una volta sospesa la pillola tutto tornerà com'era prima della pillola stessa. Faccia conto un interruttore per la luce: acceso / spento riguardo l'attività ovarica.


Saluti