Clamidia e conseguente sindrome fitz-hugh-curtis

Buongiorno,
scrivo per avere un consiglio su come comportarmi.
In modo molto riassuntivo, questa é la mia storia clinica.

Soffro da anni di forti dolori durante mestruazioni e ovulazione.
Quando 3 anni fa i dolori si sono intensificati, il mio ginecologo non ci ha dato molto peso, definendo la cosa come "normale" e liquidandomi con la pillola.
Ho iniziato ad avere perdite vaginali copiose nonché dolori da infiammazione. Ho richiesto diversi esami, finché, dopo ben un anno, mi é stato prescritto un tampone cervicale e mi é stata diagnosticata la clamidia.
Premetto che ho dovuto prendere l'antibiotico due volte, ma poi é sempre risultata negativa in tutti i tamponi effettuati in seguito (almeno 3, da dottori diversi).
I dolori però non sono passati, al contrario si sono intensificati. Ho insistito per fare dei controlli più mirati perchè la mia vita é stata fortemente e negativamente influenzata da costanti dolori, perdite, a volte impossibilità di avere rapporti a causa del male.
La mia attuale ginecologa mi ha prescritto un esame in laparoscopia ipotizzando l'endometriosi.

Risultato: non solo la clamidia ha causato danni quali aderenze e chiusura delle tube, ma mi é stata diagnosticata anche la Sindrome di Fitz-Hugh-Curtis.
In seguito all'adesiolisi le tube sono risulate una pervia e una parzialmente pervia. Il chirurgo non ha precluso la possibilità di avere una gravidanza, ma mi ha informata sulle difficoltà che potrei avere in futuro.

Ora mi chiedo: anche se i tamponi per la ricerca della clamidia e quant'altro sono risultati negativi, non sarebbe opportuno procedere con un ciclo di antibiotici ed essere sicura di non avere ancora una qualche infezione in corso? Non mi sono stati prescritti ulteriori esami per accertamenti e ho letto troppe informazioni negative riguardo a questa sindrome.

Sarebbe meglio rivolgersi ad un infettivologo o dovrei stare tranquilla cosí?
Sono veramente preoccupata a causa della superficialitá riscontrata in molti medici (alcuni mi hanno detto di inventarmi il male e questo é il risultato!) e non vorrei peggiorare ulteriormente le mie possibilità di rimanere incinta.
Grazie per il gentile riscontro,
una giovane ragazza amareggiata.
[#1]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Sonoo concorde con lei che in caso di sintomi persistenti ed indicativi di una possibile "malattia infiammatoria pelvica" un tampone cervico - vaginale per i più comuni patogeni responsabili della condizione sia la cosa più semplice e spesso più utile del mondo.
E' incappata in incompetenti.

Una terapia antiinfettiva se i tamponi, ben eseguiti e ben analizzati (per Chamydia e Mycoplasma spp con tecnica di ricerca del loro DNA by PCR) sono negativi, a rigor di logica una terapia antibiotica non avrebbe senso.
Tuttavia un consulto infettivologico reale, non telematico come questo, non potrà che esserle di aiuto e di supporto anche psicologico: in fondo rifare un ciclo di un Macrolide o di una Tetraciclina non è la fine del mondo.
Mi faccia sapere se vuole.
Stia su e vedrà che avrà il suo bambino: essere amareggiata, ed in fondo NE HA TUTTI I SACROSANTI DIRITTI ANCHE MEDICO - LEGALI, non le serve a nulla.
La consoli questo : una mia amica con una sola tuba e un solo ovaio ha tre figli......e l'ultimo non era "programmato"!
Un abbraccio empatico,
Vincenzo Caldarola.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore,
la ringrazio molto per la sua risposta rassicuramente.
Seguirò il suo consiglio e dopo gli ultimi accertamenti resterò positiva.
Inutile preoccuparsi eccessivamente di qualcosa che è difficile da prevedere.
Dovrebbero esserci più dottori come lei, a volta un paziente ha bisogno di un po' di empatia.
In fondo siamo degli essere umani!
Buona domenica!
[#3]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Buona domenica sera anche a Lei.
Mi tenga aggiornato se vuole.
;-)
Carissimi saluti,
Dr. Caldarola.
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