Linfonodo superficiale gonfio da due anni

Gentili Medici,
sono un ragazzo di 22 anni. Circa due anni fa mi svegliai con un linfonodo enorme sul retro del collo a dx (superficiale), dopo pochi giorni mi venne la varicella. Dopo averla curata correttamente il linfonodo in questione si è sgonfiato ma è rimasto leggermente gonfio e palpabile, non è dolente e sembra al tatto morbido e fisso (non si muove) Devo preoccuparmi? Perchè non torna normale?
[#1]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
probabilmente ha una componente fibrotica.
Spesso succede in linfonodi reattivi.
In più lei se lo palpa compulsivamente e lo fa infiammare per traumatismo.
Lo lasci stare per un mese, se lo dimentichi proprio, e poi vedrà che pur rimanendo palpabile sarà molto più piccolo.
Ad ogni modo si tranquillizzi: non ha un linfoma.
Saluti cordiali.
Caldarola.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta Dott. Caldarola. Speravo che rispondesse lei dato che mi rispose anche al vecchio consulto sulla varicella di due anni fa. Mi ha tranquillizzato.
[#3]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Bene.
Sono contento.
Cari saluti.
Caldarola.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dottor Caldarola,
ne approfitto per porgerle un ulteriore quesito che potrà sembrarle “strano” e probabilmente non sarà di sua specifica pertinenza ma spero possa darmi una risposta. Sto attraversando un periodo di forte stress a causa di una diagnosi (spondiloartrite sieronegativa). Questo stress è sfociato in una sorta di ipocondria che mi porta a pensare subito a brutte malattie appena avverto un sintomo (ad esempio questo periodo sto avendo dolore localizzato al colon stipsi e nausea, puó immaginare quale sia la mia paura). Tempo fa (e tutt’ora) avvertivo e avverto scosse a braccia e gambe (ho fatto una rm encefalica, negativa). Ho consultato uno psichiatra il quale mi ha consigliato di assumere prima venlafaxina e poi paroxetina, entrambi mi hanno fatto male. Avevo sempre forte mal di testa e difficoltà di concentrazione, di conseguenza li ho interrotti e mi limito al lexotan. Ho scoperto che lo stress che sfocia in ipertensione cronica (come nel mio caso) può effettivamente portare un indebolimento del sistema immunitario e causare malattie, ed è qui il paradosso (un ipocondriaco ha paura delle malattie, ma è a causa della sua stessa condizione psicologica che aumenta le possibilità che queste si presentino). Sto proseguendo le sedute psichiatriche (senza successo e tra l’altro affrontando una spesa non indifferente), lo specialista è a conoscenza di questa intolleranza agli antidepressivi e di conseguenza non mi da altro. Mi piacerebbe sapere cosa pensa lei di questo rapporto stress/malattia, e se puó darmi un consiglio per affrontare questa situazione. Grazie.
[#5]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Signore,
è noto che lo "stress" non giova a nulla ed è altrettanto noto che possa influire sulla funzionalità ottimale del sistema immunitario.
Ma stress è un termine generico: tutti siamo stressati, la vita che si conduce oggi è stressante rispetto a quella dei nostri nonni.
Io ritengo che lei non sia affetto da stress da da un disturbo psichiatrico che affidato in mani esperte potrebbe essere risolto o molto attenuato e rendere la sua qualità di vita molto migliore dell'attuale.
Non esistono solo gli SSRI o SNSRI nell'armamentario farmacologico dello psichiatra: ma una pletora di farmaci che lei potrebbe tollerare assai bene e che potrebbero porre fine al suo disturbo.
Uno Psichiatra che si arrende al primo ostacolo io non lo ritengo un bravo professionista: è poco più che un medico di base che ha conseguito una specializzazione.
Nè lei può pensare di curarsi con il Lexotan: che non solo non le risolve il problema ma entro certi limiti glielo aggrava, perchè le benzodiazepine nel lungo periodo perdono efficacia, generano dipendenza fisica e psicologica e il divezzamento da questi farmaci a volte è una impresa sia per il paziente, che manifesta sintomi da astinenza, sia per il Professionista che si trova davanti un paziente non compliante.
Le do un consiglio molto netto: scelga uno Psichiatra che sappia fare appunto quello in cui si è specializzato e abbandoni l'attuale che mi pare che abbia altre mire piuttosto che il suo benessere.
Tertium non datur.
E' tutto quello che posso dirle.
Saluti cari.
Caldarola.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta Dottore, gentilissimo ed esaustivo come sempre. L’intenzione di cambiare specialista è concreta e lo farò non appena possibile, grazie ancora.
[#7]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Di nulla.
cari saluti.
Caldarola.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore,
Mi permetta di approfittare della sua cordialità e di disturbarla nuovamente per un’informazione generica sul mio problema di natura organica, dato che il reumatologo è irreperibile fino alla prossima settimana. Da quando mi è stata diagnosticata la spondiloartrite sieronegativa, ovvero 4 mesi fa, persistono sia una febbricola (37.1 circa, che con tachipirina fa fatica ad abbassarsi, durante tutto il giorno, in particolare è più alta il pomeriggio e la sera) sia una leucocitosi (eseguo gli esami del sangue una volta a settimana, ves e pcr sempre negativi, tutto regolare tranne leucociti che una volta sono 9000, un’altra volta 13000 e poi scendono per risalire nuovamente).
Anche il fibrinogeno era lievemente alto (sono fumatore). Vorrei solo sapere se questo quadro è normale in una malattia autoimmune, in particolare i dolori articolari sono ancora poco presenti dato che ho scoperto la patologia in una fase molto iniziale, ma questa astenia mi perseguita costantemente. Premetto anche che attualmente sono in attesa di un nuovo ricovero per cambio terapia, quindi non sto assumendo fans. Secondo il mio medico di famiglia è un quadro “che ci può stare” però vorrei un suo parere. Grazie come sempre.