Categorie protette cardiopatia

Buongiorno,
ho 24 anni e quando ne avevo 12 durante le visite medico sportive hanno trovato che ho un'aritmia iperventricolare per cui non ho più potuto fare sport a livello agonistico inoltre non posso fare sforzi (portare pesi, fare lentamente le scale...) sono in cura con il medicinale Prent 200mg e prendo una pastiglia al mattino e mezza la sera (inizialmente la quantità era più alta perché le extrasistole compaiono presto sotto sforzo però così mi si abbassava troppo la pressione ed avevo delle vertigini).
Siccome in vari lavori sapendo di questo problema hanno rifiutato l'assunzione per via del fatto che potevano capitare alcune mansioni rischiose avevo deciso di non farlo presente non essendo obbligata così quando mi hanno Assunta come commessa ho avuto un malore alzando degli scatoloni che erano stati consegnati (avevano dai 15 ai 25 chili di peso alcuni poi pesavano meno) e per questo hanno deciso di non rinnovarmi il contratto anche se lavoravo bene.
Quello che m'interessa è sapere se posso entrare a far parte delle categorie protette, inoltre sono ragazza madre di un bimbo che non ha neanche 2 anni (quindi non riconosciuto dal padre) per cui anche questo mi rende difficile trovate lavoro.
Attendo risposta grazie.
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Attivo dal 2010 al 2013
Medico del lavoro
Gentile utente,
prima di tutto le ricordo che l'attuale Cartella Sanitaria e di Rischio prevede che il lavoratore apponga la propria firma in calce all'anamnesi (storia clinica) raccolta dal medico (D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Allegato 3A). Omissioni ed inesattezze potrebbero far sì che il Medico Competente non formuli un giudizio di idoneità basato sulle effettive condizioni cliniche del lavoratore, con potenziali ripercussioni sulla sicurezza sua di terze persone.
In merito al suo quesito premetto che tale materia - regolata dalla Legge 68/1999 e s.m.i. - rientra più nella pratica quotidiana di un medico legale che di un medico di lavoro. In particolare, all'Art. 1 sono disciplinate le le condizioni per accedere ai benefici previsti dalla normativa. In base a quanto da lei descritto potrebbe consultare un Collega specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni per valutare se potrebbe rientrare in una delle condizioni previste dal comma 1 lettera a) del citato Art. 1, che riporto testualmente:
"1. La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. Essa si applica:
a) alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche [...] che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile [...]".
Da valutare è, dunque, la riduzione percentuale della capacità lavorativa che potrebbe esistere in conseguenza della sua situazione clinica.
Sottolineo, infine, come - ai sensi del R.D. 635/1934 (tuttora vigente) - il carico massimo ammissibile per la popolazione di sesso femminile in età adulta è pari a 20 Kg. La validità scientifica di tale limite è, tutt'oggi, confermata dall'Allegato C della Norma ISO 11228-1.