Intossicazione da polietilene

gentile dottore voglio sottoporle un quesito che mi è stato posto da un'amica di mia madre. lei lavora in una ditta dove si lavora del polietilene (lo cuce con la macchina da cucire per fare delle lavorazioni particolari).
mi ha detto che sente sempre l'odore del materiale sulla sua pelle e che anche nelle urine e nella sudorazione.
mi chiedeva se è possibile una intossicazione da polietilene e che tipo di problemi può causare?
anche perchè come le ho detto lo sente vivo nelle urine e nelle feci, quindi è sicura di assorbirlo a livello cutaneo o di apparato respiratorio.
può darmi una risposta e degli eventual consigli?
grazie
cordiali saluti
[#1]
Dr. Armando Piscioneri Medico del lavoro, Medico fisiatra, Medico dello sport 4 1
Eccoti la scheda aggiornata del polietilene:
Schede Internazionali di Sicurezza Chimica
POLIETILENE GLICOL (200-600) ICSC: 1517


PEG
Poliossietilene
Poli(ossi-1,2-etindiil), alfa-idro-omega-idrossi
HO(C2H4O)nH
Massa molecolare: 200-600

ICSC # 1517
CAS # 25322-68-3
RTECS # Vedere Note

TIPO DI RISCHIO/ ESPOSIZIONE RISCHI ACUTI/ SINTOMI PREVENZIONE PRIMO SOCCORSO/
MEZZI ESTINGUENTI
INCENDIO Combustibile.
NO fiamme libere.
In caso di incendio nell'ambiente circostante: anidride carbonica schiuma polvere spruzzo d'acqua

ESPLOSIONE




ESPOSIZIONE



INALAZIONE

Ventilazione.
Aria fresca, riposo.

CUTE


Sciacquare la cute con abbondante acqua o con una doccia.

OCCHI

Occhiali di sicurezza.
Prima sciacquare con abbondante acqua per alcuni minuti (rimuovere le lenti a contatto se è possibile farlo agevolmente), quindi contattare un medico.

INGESTIONE
Diarrea. Nausea.
Non mangiare, bere o fumare durante il lavoro.
Risciacquare la bocca.

RIMOZIONE DI UN VERSAMENTO IMMAGAZZINAMENTO IMBALLAGGIO & ETICHETTATURA
Raccogliere il liquido che fuoriesce in contenitori coperti. Lavare via il liquido sversato con abbondante acqua.
Asciutto. Ben chiuso.

R:
S:

INFORMAZIONI IMPORTANTI NEL RETRO
ICSC: 1517 Preparata nel contesto della cooperazione tra l'International Programme on Chemical Safety & la Comissione della Comunità Europea (C) 1999


Schede Internazionali di Sicurezza Chimica
POLIETILENE GLICOL (200-600) ICSC: 1517
D

A

T

I



I

M

P

O

R

T

A

N

T

I
STATO FISICO; ASPETTO:
LIQUIDO INCOLORE, VISCOSO LIEVEMENTEIGROSCOPICO

PERICOLI FISICI:


PERICOLI CHIMICI:


LIMITI DI ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE:
TLV non definito.
MAK: (frazione inalabile) 1000 mg/m³
Gruppo di rischio per la gravidanza: C
(DFG 2003).


VIE DI ESPOSIZIONE:


RISCHI PER INALAZIONE:
Una concentrazione fastidiosa di particelle areodisperse può essere raggiunta rapidamente quando disperso.

EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE A BREVE TERMINE:


EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE RIPETUTA O A LUNGO TERMINE:


PROPRIETA
FISICHE
Punto di ebollizione: 250°C
Punto di fusione: Vedere Note: punto di rammollimento°C
Densità relativa (acqua=1): 1.13
Solubilità in acqua:
a 20 °C
molto buona
Tensione di vapore, Pa a 20°C: <10
Punto di infiammabilità: 171-235°C
Temperatura di auto-accensione: circa 360°C


DATI
AMBIENTALI


N O T E
Questa scheda è valida per le seguenti sostanze individuali: Polietilene glicol 200 (RTECS TQ3600000), 300 (TQ3630000), 400 (TQ3675000), 600 (TQ3800000) e le miscele di polietilene glicol e è interamente applicabile per tutti i polietileni con massa molecolare compreso tra 200 e 600 g/mol. Il puntodi rammollimento per i Polietilene glicoli: 200 (-65 a -50°C), 300 (-15 a -10°C), 400 (-6 a 8°C), 600 (17 a 22°C). Carbowax è un nome commerciale. Codice NFPA: H0; F1; R0;


INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI
VERSIONE INTERNAZIONALE IN ITALIANO

ICSC: 1517 POLIETILENE GLICOL (200-600)
(C) IPCS, CEC 1999


NOTIZIA LEGALE
IMPORTANTE: Né NIOSH, la CEC o il IPCS e neanche le persone che agiscono per conto della CEC o dell'IPCS sono responsabili per l'uso che verrà fatto di queste informazioni. Questa scheda contiene i punti di vista collettivi del comitato di revisione di pari di IPCS e non può riflettere in tutti i casi tutte le prestazioni dettagliate incluse nella legislazione nazionale sull'oggetto. L'utente dovrebbe verificare la conformità delle schede con la legislazione relativa nel paese di uso.

Poiché le materie plastiche sono relativamente inerti, i prodotti finali non presentano generalmente rischi per la salute degli addetti alla lavorazione e degli utenti; tuttavia è stato dimostrato che alcuni monomeri usati nella fabbricazione di materie plastiche sono cancerogeni, come il benzene, un’importante materia prima nella sintesi del nylon. I problemi collegati alla fabbricazione di materiale plastico sono in genere paralleli a quelli dell’industria chimica in generale.

La maggior parte delle materie plastiche sintetiche non è biodegradabile; a differenza del legno, della carta, delle fibre naturali e persino dei metalli e del vetro, le materie plastiche non si decompongono né si rompono con il tempo. Esiste perciò un problema ambientale associato alla loro eliminazione: il riciclaggio è apparso finora il metodo più efficace per combattere il problema, specie con prodotti come le bottiglie di polietilentereftalato (PET) usate per bibite gassate, in cui il processo di riciclaggio è molto più semplice.

Sono in corso, tuttavia, diversi studi volti a rendere biodegradabili le materie plastiche. Il sistema più promettente sembrerebbe quello di aggiungere degli zuccheri alla composizione chimica delle materie plastiche, che rendano tali materiali appetibili ai batteri del terreno. Con l’aggiunta di una quantità di zuccheri pari al 3% in peso della normale composizione chimica dei polimeri plastici, si trasformerebbero rifiuti capaci di sopravvivere nell’ambiente per decine di anni a materiali biodegradabili in qualche giorno. Le materie plastiche attualmente in analisi sono politene, polistirene e polipropilene, che da sole rappresentano circa 1/5 dei rifiuti urbani. Resta da determinare se nel processo di decomposizione di qualche materiale non vengano prodotti composti a loro volta dannosi.

cordialità doc ap

[#2]
Dr.ssa Susanna Borriero Medico del lavoro, Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico estetico 102 1
Gentile Utente,
il polietilene di per se è un materiale amorfo come avrà potuto dedurre dalla scheda che il collega le ha messo a disposizione. Il problema è che per poter essere utilizzato ha bisogno di essere mescolato con altri composti che conferiscono proprietà diverse ai vari prodotti finali.
Per poterlo utilizzare nei manufatti in cui è richiesta flessibilità,morbidezza etc etc vengono aggiunti dei plasticizzanti; tra i composti maggiormente impiegati figurano gli esteri degli acidi dicarbossilici, oltre il 90% dei quali è costituito dagli ftalati.Una caratteristica di questi plastificanti è quella di non essere legati chimicamente al polietilene quando quest'ultimo deve avere caratteristiche di flessibilità, morbidezza e duttilità come ad esempio nel caso in questione (filo) perciò è possibile un certo rilascio nell'ambiente. Esistono studi molto importanti sugli effetti degli ftalati (di cui ne esistono numerose formulazioni chimiche)dato che sono presenti anche in giocattoli o prodotti medicali... Alcuni di questi sono stati classificati dallo IARC (agenzia internazionale ricerca sul cancro) come probabili agenti cancerogeni altri capaci di dare effetti patologici sulle ghiandole endocrine. Ritengo che l'amica di sua sorella dovrebbe rivolgersi al Medico Competente descrivendo quanto lei ha riportato nella sua lettera. Il Medico saprà certamente affrontare il problema e dare le necessarie spiegazioni in merito.
Cordiali saluti

Susanna Borriero

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