Riconoscimento invalidità per ingresso categorie protette

Salve,

Sono un ragazzo di 22 anni vorrei richiedere un consulto per quanto concerne il riconoscimento dell'invalidità per accedere a categoria protetta quindi solo il 46% al momento sono in cura in una struttura ospedaliera per la cura dell'obesità nello specifico sono alto 1,79cm e pesavo 192kg al momento dell'ingresso nell'ospedale adesso risulto pesare 185kg in oltre mi sono state riconosciute apnee notturne di stato grave/severo con il solo 54% del tempo in respirazione con conseguente assegnazione di cpap a bi fase.
Secondo il vostro parere potrei rientrare nella soglia minima di iscrizione alle categorie protette?

p.s.
segnalo in oltre piedi piatti con gradazione del 4°/5° grado e miopia/astigmatica

scusate se non sono stato preciso al 100% ma il mio quadro clinico è ancora in fase di completamento.

in attesa di una vostra risposta vi porgo i miei saluti
[#1]
Attivo dal 2008 al 2009
Medico del lavoro, Medico di medicina generale, Medico di base, Medico osteopata
Caro signore

Corte di Cassazione Sezione lavoro, Sentenza 19 agosto 2004, n. 16251
Suprema Corte di Cassazione ha stabilito con la Sentenza n. 16251 della prima Sezione Civile che non sono più vincolanti le tabelle, fissate dal Decreto del Ministero della Sanità, 5 febbraio 1992 usate per misurare il punteggio di invalidità e che attribuiscono una percentuale di handicap agli obesi che in nessun caso supera il 40%. Per il diritto all'assegno mensile è necessario raggiungere una percentuale pari o superiore al 74%.

In particolare, la ricorrente osserva che il c.t.u. di primo grado, dopo avere accertato, all'esame obiettivo, la presenza di «obesità ginoide" e un rapporto di altezza di m. 1.50 per un peso di kg 130», ha affermato che «secondo le tabelle ministeriali per l'invalidità civile » il grado di invalidità poteva essere indicato nella misura del «40% per l'obesità e del 45% per la cardiopatia ipertensiva in paziente diabetica: e così complessivamente nella misura del 67%».

Fino ad oggi le tabelle ministeriali includono l'obesità nella fascia di invalidità con percentuale dal 31% al 40%, ma tale percentuale e' calcolata in riferimento a persone che hanno un ''indice di massa corporea compreso tra 35 e 40'', che non tiene conto delle nuove forme di obesità o di quelle più gravi.
(L'indice di massa corporeo , secondo le indicazioni contenute nello stesso decreto , si ottiene dividendo il peso del soggetto per il quadrato della sua statura espresso in metri).

Secondo quanto sostiene la sentenza, invece, specie nelle forme gravi di accumulo adiposo, occorre valutare questa disfunzione in "maniera svincolata dai limiti tabellari" e dare percentuali di invalidità più elevate, superiori al 40%, a chi ha un rapporto molto squilibrato fra altezza e peso corporeo.
Deve quindi concludersi, afferma la sentenza della Corte di cassazione, che esistono situazioni che richiedono un'indagine diretta ad acclarare il grado di invalidità svincolata dai limiti specificati dalle tabelle. In pratica, adesso, alle persone affette da obesità, potrà essere riconosciuto un punteggio di handicap maggiore del 40%. I periti, dunque, chiamati a valutare il livello di obesità dovranno tener presente non più solo le tabelle, ormai inadeguate per misurare le nuove obesità, bensì la reale situazione invalidante di chi è afflitto da questa malattia.

Cordialmente
[#2]
dopo
Utente
Utente
nello specifico il mio indice di massa corporea si dovrebbe aggirare intorno al 54.

calcolando che ho anche bisogno della cpap per dormire la mia invalidita puo raggiungere la soglia del 46%

grazie
[#3]
Attivo dal 2008 al 2009
Medico del lavoro, Medico di medicina generale, Medico di base, Medico osteopata
caro signore

Può arrivarci

Cordialmente
[#4]
Dr. Alessandro Vallebona Medico legale, Medico del lavoro 88 2
Ritengo assolutamente fuori dubbio che la valutazione dell'utente sia superiore al 50%, ricordando anche che le tabelle di Legge sono comunque indicative e non tassative. Nel caso in esame a mio avviso la valutazione deve essere quantomeno pari a quella minima per la pensione (74%).

Dr. Alessandro vallebona

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