Il medico curante del mio ragazzo a questo punto mi ha cambiato l'antibiotico e mi ha prescritto

Egr.Dottori volevo chiedervi un consulto su una situazione medica che ho da un po'.Ho 28 anni e l'inizio della scorsa settimana ho avuto un dolore di gola molto simile ad un bruciore, il giorno dopo avevo un fortissimo mal di gola e febbre a 38.5- 38.7 che ho curato con paracetamolo e ibuprofene..Il giorno dopo guardandomi la gola ho visto tantissimi pus e ho chiamato il medico di famiglia che non è venuto a visitarmi e mi ha detto di aggiungere un antibiotico leggero e ho iniziato con klacid 500..Dopo 3 giorni ho chiamato il medico curante del mio fidanzato (perchè il mio lo vorrei cambiare )che ha consigliato di portarmi in ospedale perchè la febbre a 38.5 non si abbassava e anche perchè voleva che facessi le analisi perchè 2 mesi ho avuto un'infezione da stafilococco aureo nelle vie respiratorie e sospettava una mononucleosi.In ospedale mi hanno fatto perfalgan e flebo sodio clorulo perchè ero molto disidratata,mi hanno detto che avevo delle tonsille giganti, lingua orribile e pus e cmq dalle analisi non è risultato nulla tranne l'anemia.Il medico curante del mio ragazzo a questo punto mi ha cambiato l'antibiotico e mi ha prescritto Rocefin punture, ferro grad per l'anemia e fermenti lattici per episodi di dissenteria..Sono passati 4 giorni,ho fatto 3 punture, e la febbre è diminuita di poco ( 37.5),i linfonodi si sono un po' ingrossati il pus non va via e sento dei pizzicori in bocca e bocca amara..In compenso il mal di gola va meglio..Cosa mi consigliate di fare? Aspettare o fare un tampone faringeo? Oppure dalle analisi hanno già capito che non puo' trattarsi di infezione batterica..Prima di scoprire l'infezione da stafilococco sono andata avanti e indietro dai medici per mesi e mesi, quando bastava che un solo medico mi chiedesse di che colore fosse l'espettorato..poi è successo ma dopo mesi di febbricole,tosse e malessere

Grazie anticipatamente
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Attivo dal 2010 al 2011
Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta
Gent.ma utente,

sebbene sia uso comune, il tampone faringeo è spesso eseguito con scarsa accuratezza e in ambiente non ottimale, quindi il suo risultato è spesso negativo. La prescrizione di antibiotico a pochissime ore dall'inizio della sintomatologia è sicuramente una mossa che non rientra nelle Linee Guida ed è altamente inappropriata; secondo il British National Formulary, Prodigy e Clinical Evidence, sarebbe necessario attendere 7 giorni con terapia antiiinfiammatoria prima di valutare l'uso di antibiotico. La scelta, in questo caso, dovrebbe ricadere sulla Penicillina V che, però, in Italia è ormai difficile trovare (forse perché seppure efficacissima costa troppo poco), il che spingerebbe verso l'uso di Amoxicillina (e non certo Claritromicina in prima battuta) da usarsi a 500 mg ogni 8 ore per 10 giorni, sempre secondo le Linee Guida più diffuse (e che non vengono quasi mai applicate). L'Amoxicillina espone al rischio di uno sviluppo di rash in caso di Mononucleosi ma a questo non c'è rimedio. Anche l'utilizzo di Ceftriaxone sfugge da qualsiasi logica in quanto attivo principalmente su batteri che non si trovano praticamente mai nel faringe e nelle tonsille di soggetti della Sua età se non in casi di gravi deficit immunitari.

La cosa più semplice e logica a fare sarebbe stata 1) Visitare (SEMPRE!) 2) Somministrare Ibuprofene per 6-7 giorni e 3) Decidere per una terapia antibiotica con molecola, dosaggi e durata corretta. Mi sembra di capire che nessuno di questi passi sia stato rispettato.

Il tampone faringeo, a questo punto, potrebbe essere utile semplicemente per capire fino a che punto sia stato sconvolto l'equilibrio e la sensibilità dei germi presenti nella Sua faringe. Francamente, sono sconcertato dalla Sua descrizione che sembrerebbe denotare una totale non conoscenza dei batteri e della loro sensibilità da parte dei medici.

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dopo
Utente
Utente
Dr. Riccardo Benci prima di tutto La ringrazio per la risposta celere, chiara e approfondita.A dire sono un po' delusa dal fatto che i medici di famiglia facciano poche visite a domicilio, che facciano tutto per telefono e che considerano i loro pazienti e i loro problemi uguali fra loro ( il mio medico curante mi rispose quel giorno che girava l'influenza e che tutti i suoi pazienti stavano male)e sono delusa dal fatto che a questo punto non rispettano le linee guida della loro professione ...Cmq oramai ho iniziato Rocefin e devo terminarlo in quanto antibiotico , spero che alla fine della cura mi passi tutto, sinceramente dopo la mattinata passata in ospedale mi ero un po' tranquillizata perchè una Dott.essa mi aveva parlato anche lei di Rocefin e Picillin e quando sono tornata e il medico curante del mio fidanzato mi ha prescritto Rocefin ho pensato fosse la cosa migliore visto che erano già due medici a consigliarlo...Ora sono un po' piu' dubbiosa sul risultato ma dopo quello che ho passato per lo stafilococco aureo mi auguro mi vada bene questa volta...

Grazie per la disponibilità, gentilezza, chiarezza professionalità e competenza
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Attivo dal 2010 al 2011
Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta
Gent.ma Utente,

il problema delle visite domiciliari è che vengono spesso richieste a sproposito, mentre esistono dei parametri definiti per esse. Nella mia pratica solitamente sono io che dico al Paziente che verrò a domicilio perché sono abituato io a deciderne la necessità. Fa parte del mio lavoro. Ad ogni modo, il Suo medico avrebbe anche potuto dirle di prendere un po' di PAracetamolo e venire a farsi visitare, perché l'esame diretto della situazione, nel Suo caso, era INDISPENSABILE per decidere la linea di condotta successiva.

Sull'appropriatezza della prescrizione degli antibiotici potrebbe essere sorpresa dallo scoprire che secondo l'OMS noi siamo in assoluto il peggior paese dell'Unione Europea: è un primato molto poco invidiabile.

I miei migliori auguri di pronta guarigione.