L'alcol aumenta il rischio di cancro: acetaldeide e deidrogenase

Gentili medici
In merito a questa news, mi piacerebbe conoscere un vostro parere e nello specifico, nel caso questa affermazione trovasse reale riscontro negli ambienti ufficiali della medicina, chiedo cortesemente quale tipo di analisi dovrei fare per capire se il mio corpo possiede lo speciale enzima curante Grazie di cuore
Questa è la news:

Lo studio della University of Minnesota e' stato presentato durante il 244esimo National Meeting & Exposition della American Chemical Society.
 Una delle sostanze che si formano dopo aver bevuto bevande alcoliche e' l'acetaldeide, che somiglia alla formaldeide. La formaldeide risulta essere una sostanza cancerogena per l'uomo, e si sa che l'acetaldeide puo' causare danni al Dna.

Quello che mi ha colpito è esattamente questo:

Alcuni hanno un meccanismo naturale di riparazione, che corregge i danni al Dna indotti da questa sostanza: alcune persone, infatti, posseggono un enzima, chiamato deidrogenase, che converte rapidamente l'acetaldeide in acetato, una sostanza praticamente innocua".

Grazie per ogni vostro aiuto
Paolo
[#1]
Dr. Maria Letizia Petroni Medico internista, Dietologo 23 5 1
Gentile Sig. Paolo,
in realtà è il contrario. Avere l'enzima ALDH2 funzionante è la norma, tuttavia vi sono delle eccezioni. Infatti circa il 40% della popolazione originaria dell'Asia orientale (in particolare il Giappone) è portatrice di una particolare mutazione genetica che produce una forma non attiva dell’enzima. Questa mutazione può essere presente molto meno frequentemente anche nelle persone di origine caucasica. Questa mutazione è con buona probabilità presente in coloro che sviluppano un marcato arrossamento del volto, nausea e tachicardia dopo ingestione di alcool. In questo caso deve essere consigliata la astensione dall'alcool ed il Medico curante potrebbe valutare nel singolo caso, in particolare se vi è familiarità per malattie neoplastiche dell'apparato digerente superiore (esofago, stomaco) o del capo-collo (bocca, faringe, laringe) e/o se la persona è un fumatore e/o ha una storia di assunzione di alcolici, l'opportunità o meno di fare effettuare una esofagoduodenoscopia ed una visita dall'otorinolaringoiatra.

In letteratura viene suggerito il seguente questionario (glielo traduco dall'inglese, non è una traduzione validata ma spero sufficientemente accurata) per fare diagnosi di deficit di ALDH2:
Domanda (A) Hai una tendenza a sviluppare arrossamento al volto immediatamente dopo avere bevuto un bicchiere piccolo (circa 180 ml) di birra o due terzi di un bicchiere piccolo di vino od un bicchierino di superalcolico?
Domanda (B) Avevi una tendenza a sviluppare arrossamento al volto subito dopo avere bevuto un bicchiere di birra (o due terzi di un bicchiere piccolo di vino od un bicchierino di superalcolico) nei primi 1-2 anni dopo che hai iniziato a bere?
Se una persona risponde SI o alla prima od alla seconda domanda, si può fare diagnosi di deficit di ALDH2. La seconda domanda è importante perchè alcune persone possono diventare tolleranti all'effetto dell'arrossamento del volto e non mostrarlo più dopo i primi 1-2 anni.


Nei casi in cui la persona non abbia ricordi certi, viene consigliato di effettuare in ambito allergologico un test di applicazione cutanea dell'alcool (patch test).

Cordiali saluti







Dr. Maria Letizia Petroni

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
Gentile Dr. Petroni

come sempre le notizie, a noi comuni lettori, vengono passate attraverso titoli particolari con le successive poche righe che generano curiosità e apprensione. Ma molto spesso non si pensa all'effetto emotivo che può causare, soprattutto quando si tratta di salute. Infatti, in questo caso, la prima cosa che ho pensato è stata: "chissá se io ho il deadrogenase", tra l'altro, termine mai sentito prima...

La sua risposta è stata più che esaustiva, mi ha tranquillizzato e la ringrazio di cuore, continuerò a bere il mio bicchiere di vino rosso durante i pasti

Grazie
Paolo

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