Stato depressivo ed interazioni vaccinali

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Gentilissimi dottori,

è da quando si è conclusa la scuola superiore (luglio 2008) che vivo in uno stato interiore non particolarmente soddisfacente. Ad essere più meticolosi, dovrei dire che è la coscienza di questo stato d'animo ad essere iniziata alla fine della scuola superiore. Anche se non ne sono sicuro, non escludo che l'esordio sia avvenuto qualche settimana (al massimo 2-3 mesi prima), ma magari, essendo fortemente concentrato nella preparazione dell'esame di maturità, può anche essere che non facessi molta attenzione alle mie emozioni.
Insomma, l'estate dopo la maturità, nonostante l'ottimo voto, la ricordo grigia, incolore, senza sussulti emotivi, al contrario di quelle precedenti.
Ciò che mi piaceva di più (andare in bicicletta ed ascoltare musica, Battiato in particolare) mi lasciava sostanzialmente indifferente, senza quelle estasianti vibrazioni interiori che prima sentivo(mi riferisco alla musica).
Iniziata l'università, in una città diversa da quella di residenza, ricordo momenti molto brutti di dolore (dolore forte percepito nel petto ed in tutto il corpo) e di sofferenza acuta (senso di oppressione toracica), e totale assenza di gioie ed emozioni positive. A tutto questo, si aggiunga una persistente tensione alle gambe. In sostanza, posso dire di non provare uno stato interiore gratificante ed appagante da più di un anno e mezzo ormai.
Come ho detto, tutto ciò è iniziato dalla fine della scuola, e soprattutto dalla separazione da un amico a cui ero veramente legatissimo. Infatti, ero incerto se frequentare nella stessa città di quest'amico, ma alla fine decisi di cambiare città. E, alcuni giorni dopo questa scelta (siamo a maggio 2008, alla fine della scuola ormai) provai un forte senso di malinconia : l'ultima vera emozione che credo di aver provato prima di questo stato.
All'inizio della vita universitaria, ho tentato di fare diverse esperienze per schiodarmi da questo stato, ma nulla : interiorità "assente". Di me, direi che esistono solo i processi meccanici del corpo.
Sono stato da un paio di psichiatri : il primo mi ha prescritto una terapia a base di Fluoxetina, ma è stata come acqua fresca. Solo effetti collaterali i primi giorni, poi nulla. Poi sono stato da un altro psichiatra che mi ha diagnosticato una forma lieve di DOC, prescrivendomi una terapia a base di Zoloft. Ma, oltre a non essere particolarmente d'accordo con la diagnosi
(nemmeno il mio medico di base lo è. Se penso frequentemente a questo stato, è solo perchè non mi piace e vorrei uscirne, non perchè ne sono "ossessionato".), mi convince poco l'idea di un'altra terapia tradizionale.
Ora, ultimamente mi sono ricordato di una cosa che prima non avevo assolutamente considerato : verso la fine del 2007 feci un vaccino antinfluenzale, e per diversi mesi, ogni sera, ebbi delle manifestazioni allergiche sotto forma di "bolle" sulla pancia.
Un vostro collega omeopata mi ha detto che le cose potrebbero essere in qualche modo legate. Cosa potrei fare?

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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Onestamente mi sembra improbabile una correlazione tra il vaccino antiinfluenzale e i sintomi da Lei descritti. E' vero che molti vaccini sono adsorbiti spesso su sostanze "tossiche" ai fini di accentuare la risposta immunitaria, però esse generalmente non sono in quantità tali da determinare fenomeni di accumulo tali da giustificare poi la comparsa di disagi psicologici che permangano a distanza di tre anni. In ogni caso Le suggerirei di rivolgersi ad un medico di Sua fiducia che eventualmente possa "testarla" (un possibile metodo prevede l'utilizzo dell'EAV Gold) sulla presenza o meno nel suo organismo di accumulo di sostanze tossiche, ovvero che valuti assieme a Lei le eventuali implicazioni psichiche del suo stato attuale di anedonia, soprattutto in funzione della sua storia anamnestica: non solo in funzione di una vaccinazione effettuata tre anni fa.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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dopo
Attivo dal 2007 al 2019
Ex utente
Dottore,
lei mi sembra la persona giusta per me!
Psichiatra perfezionato in "medicine non convenzionali" !

Allora, alcuni chiarimenti :

- per quanto riguarda la vaccinazione, diciamo pure effettuata due e non tre anni fa. L'antinfluenzale mi venne inoculato durante le feste natalizie del 2007 da mia zia (medico psichiatra, ironia della sorte).
Allora, ero assolutamente ignaro dal baillame sui danni da vaccino. Se l'avessi saputo non l'avrei fatto. Il rapporto rischio/beneficio per me era assolutamente sfavorevole alla vaccinazione. Nessuna patologia cronica, mai avuto malattie serie. Tutt'al più, avrei patito qualche giorno di febbre. Nulla di drammatico. Ma, allora, ripeto il vaccino mi veniva proposto ed io, da gran babbione, accettavo passivamente. Ma, vabbè, acqua passata.

- Non mi dica che i disagi psicologici permangono da 3 anni!!!! Io ne dato l'esordio a giugno-luglio 2008. Quindi, da un anno e mezzo! E spero di liberarmene al più presto!!!!

- Quella del 2007 non è stata l'unica vaccinazione antinfluenzale da me fatta. Ne feci sicuramente almeno altre due-tre nelle precedenti vacanze natalizie. Sempre proposte da mia zia, col solito meccanismo della mia "passiva" accettazione (ma ero più piccolo di adesso...che ne potevo sapere di questa storia!)
Ho letto da alcune parti che esiste la possibilità che il mercurio si accumuli in quantità "sotto soglia", e poi dia disturbi una volta superata questa quantità. Possibile?

- Un vostro collega omeopata, esperto di medicine non convenzionali, mi ha detto che epidermide e sistema nervoso originano dal medesimo foglietto embrionale. Per cui, mi ha detto che è possibile che il vaccino si sia in qualche modo "innestato" in una situazione affettiva in cambiamento (insomma...non me lo sono inventato io!).

- Quali sono i medici che conoscono questo metodo EAV Gold di cui parla? Non credo tutti...

- Al di fuori di questa situazione, la mia storia anamnesica psichiatrica è assente. Quindi c'è veramente poco da valutare. Ripeto, ero veramente legatissimo ad una persona, ma sinceramente non pensavo che cambiando città avrei avuto questa reazione. Pensavo di poter mantenere "i piedi in due scarpe" (cioè, fare nuove amicizie e al contempo mantenere questo rapporto), ma la parte emotiva è andata per conto suo.

Ovviamente, quello che più mi interessa ora, è AVERE QUALCHE SENSAZIONE DI PIACERE/BENESSERE e SMETTERE DI ESSERE UNA "MACCHINA AMBULANTE"

Alla luce di tutto ciò, pensavo quindi :

1) In primis, di valutare in qualche modo questo discorso del mercurio.

2)Chiedere se c'è qualcosa di omeopatico che possa darmi un qualche miglioramento (ho provato, come già scritto, il Prozac ma è stata acqua fresca. Ora è giusto cambiare secondo me!)

3)Iniziare un percorso di psicoterapia psicanalatica che probabilmente potrebbe sciogliere quei nodi che ora mi causano disagio.

Possibilmente (scusate la chiosa) sarebbe piacevole anche avere dei prezzi "onesti". Conosco bene le regole del libero mercato, ma certo non posso non osservare che 100-150 € a visita (e la maggior parte oscilla in questo range) siano una bella cifra! Non tutti possono permettersela.
Mi dispiace dirlo, ma purtroppo il "diritto alla salute" sancito dalla nostra Costituzione non è garantito a tutti alla stessa maniera. I più ricchi possono saltabeccare tra tutti i migliori specialisti e le migliori cure, gli altri no. Se un giorno diventerò un politico, mi impegnerò perchè questa cosa cambi. Veramente non è accettabile dal mio punto di vista. Scusate l'off topic



[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2019
Ex utente
Carissimi,

mi piacerebbe se poteste darmi dei consigli non solo da medici, ma anche e soprattutto da esseri umani.
Forse, come dice mia zia (psichiatra), la mia situazione più che essere realmente "psichiatrica" è di tipo esistenziale.
Forse non l'ho menzionato nei precedenti post, ma io ora frequento l'università (Bocconi, per la precisione). E' un'università, tra le altre cose, che richiede veramente un impegno gravoso (si parla di 10 esami l'anno), e se non si ha un buon equilibrio psichico e difficile reggere. Il problema mio, adesso, è proprio questo : sono poco "compensato", nel senso che non riesco, nonostante ne vada alla ricerca, a trovare situazioni ed occasioni che mi diano sensazioni di benessere, "pace interiore", quiete, rilassamento. Sono sempre in questo stato di "vuoto" e di tensione alle gambe. Voi capite che in questa situazione non è così facile trovare la concentrazione per lo studio. E poi si aggiunge un altro problema : la Bocconi costa molto, io non vengo da una famiglia ricca. Mio padre è ferroviere e mia madre è insegnante precaria (supplenze saltuarie).....per anni in famiglia i miei genitori hanno risparmiato perchè, già all'inizio del liceo, io espressi il desiderio di andare in quell'università. Quindi, se la si frequenta, io vorrei rendere (e comunque le capacità credo di averle...perchè nonostante questa situazione il primo anno ho avuto una media molto positiva)...ma adesso faccio fatica a trovare la concentrazione perchè il mio primo pensiero è risolvere questo stato.

Ora, voi, come medici ed esseri umani, cosa mi consigliereste :

1) provare a sospendere la frequenza universitaria (chiedendo, una sospensione delle tasse ovviamente!) e concentrarsi sul mio problema per risolverlo definitivamente? Ma come, però? Ribadisco, ho già assunto per diversi mesi uno psicofarmaco (Prozac) senza alcun effetto.

2) Tirare avanti? Magari abbinando all'università un percorso di psicoterapia? Ad esempio, mi è parsa molto interessante la psicoterapia reichiana che lavora sul corpo e sulle emozioni. Il problema è che sono percorsi lunghi e COSTOSI! Oppure ci può essere qualcosa di omeopatico che può farmi stare meglio e donarmi di nuovo qualche emozione?

Come vedete, la situazione è molto ingarbugliata e mi piacerebbe avere un vostro consiglio.


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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Guardi più che risposte in una medicina omeopatica, a cui attribuire valore quasi "magico" Le suggerirei di provare in primis a rivogersi ad un servizio pubblico. Questo per una serie motivi: a) l'omeopatia non ha nulla di magico, è semplicemente un modo differente di affrontare le patologie, quindi come tutte le discipline scientifiche ha dei limiti ben precisi legati al fatto che agisce su un piano fisico e non metafisico. b) in Italia (a differenza di altre nazioni) l'omeopatia non è ancora riconosciuta dal SSN, per cui i medicinali purtroppo non sono mutuabili, nè (che io sappia) rimborsabili a livello assicurativo c) gli psicoterapeuti che lavorano nei servizi territoriali (psicologi o psichiatri che siano) hanno a loro volta una formazione che può essere la più varia dalla psiconalisi freudiana a quella junghiana a quella cognitiva, post costruttivista ed anche reichiana, oppure possono essere anche omeopati o comunque esperti di medicine alternative. Per cui visto che un trattamento privato verrebbe ad incidere economicamente in maniera significativa, senza di fatto fornirLe necessariamente elementi di maggiore valore (dal punto di vista dell'approccio formativo del terapeuta) perché non provare in primis a rivolgersi al pubblico? In seconda istanza se non si troverà a Suo agio potrà sempre rivolgersi ad un terapeuta privato.

Cordiali saluti
[#5]
dopo
Attivo dal 2007 al 2019
Ex utente
La ringrazio. Proverò a rivolgermi al pubblico.
Spero che a Milano, sotto questo punto di vista, ci siano buoni terapeuti.

In secondo luogo : come scritto sopra, un suo collega psichiatra mi ha diagnosticato una forma lieve di DOC, con conseguente prescrizionme di Sertralina.
Ora, è vero che il medico ne sa più del paziente, ma in campo psichiatrico, il paziente, quando è "cosciente" del suo stato, forse conosce la propria mente un po' meglio del medico, e quindi può permettersi di contestare la diagnosi.

Ora, leggendo i criteri di diagnosi del DOC, mi pare che la sostanza sia la seguente :

- Presenza di pensieri che la persona percepisce come intrusivi e "disturbanti"
- Impulso a compiere azioni/rituali

Io non ho pensieri disturbanti (anzi, sono sempre stato un contemplativo...nel senso che sin da quando ero più giovane di ora mi piaceva passare anche ore a guardare un paesaggio senza avere pensieri....credo che questa mia caratteristica mi abbia portato ad avere la mente libera)
nè compulsioni a compiere azioni particolari.
Sono però pervaso da un "malessere" interiore aspecifico, più che altro da difficoltà a provare sensazioni ed emozioni. Lei cosa mi direbbe? La devo prendere questa Sertralina (ricordo che ho già assunto la Fluoxetina senza successo)? Oltre a rivolgermi ad un terapeuta, c'è qualcos'altro che posso fare per migliorare la mia situazione e rompere questa "staticità interiore" ?
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Attivo dal 2008 al 2010
Perfezionato in medicine non convenzionali
Gentile utente,
lei deve fare una scelta ben precisa: o si affida alla medicina non convenzionale (omeopatia, omotossicologia ecc.) o alla medicina convenzionale. I miscugli, per esperienza, le posso dire che non portano da nessuna parte (diversa storia è la collaborazione tra due medici di diverse specialità che la stanno seguendo contemporaneamente e che possono benissimo collaborare insieme). Una volta che ha scelto il terapeuta a cui affidarsi deve seguire le sue indicazioni, se non è daccordo con lui è liberissimo di cambiarlo. Ma non può chiedere a noi, che non l'abbiamo visitata, di sostituirci alle indicazioni del suo medico curante.

Cordiali saluti