Proteinuria triatec e pritor

Buonasera, avrei un quesito da proporvi, vista la mia totale confusione.
Circa tre anni fa mio padre ha scoperto di soffrire di pressione alta, pressione che ha iniziato a curare con Triatec con diuretico. Successivamente(un anno dopo), vedendo che la pressione non rientrava nei parametri previsti (in particolare la mattina a digiuno appena sveglio aveva 145/90-95) ha eseguito degli esemi delle urine e, nelle urine delle 24H è stata riscontrata la presenza di proteinuria.
Sotto mio consiglio si è rivolto ad un nefrologo il quale ha cambiato l'antipertensivo sostituendolo con il semplice Triatec 10.
Da un ecografia fatta l'anno scorso risulta che ha una ciste benigna al rene destro come suo padre e mia sorella
Con scadenza bimestrale ha monitorato le sue urine dalle quali risulta sempre la presenza di proteinuria (ultimo esame risulta una proteinuria= 0,84 g/24ore ed i valori di riferimento sono0,0-0,45.
il dottore ha ritenuto opportuno integrare triatec la mattina con Pritor 80 la sera per controllare la pressione e proteggere i reni.
Arrivo al dunque,
è giusta questa cura?Ho letto su internet che da uno studio svolto nel 2008 che, l'associazione di ramipril e telmisartan peggiora i principali outcome renali.
So che qualsiasi cura ha i suoi effetti collaterali ma questa mi sembra eccessiva (studio trovato su xagena).

A chi posso rivolgermi per approfondire questa situazione ?
Resto in attesa di una vostra risposta,

cordialmente
S.

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Dr. Mario Manunta Medico internista, Diabetologo 722 29
Gentile Signore, quelli a cui lei si riferisce sono i risultati dello studio ONTARGET, che in effetti, non hanno dato i risultati auspicati dagli sperimentatori all'atto della progettazione dello studio.
Tuttavia la doppia inibizione (ACE inibitore come il ramipril e Arbs come il telmisartan) è una pratica consueta e validata.
Quello che deve tenere presente è che non esiste la terapia giusta o la terapia sbagliata, ma la personalizzazione della terapia in base alle caratteristiche cliniche del paziente alla quale si prescrive. Sono sicuro che il Collega Nefrologo ha dato ciò che riteneva meglio per suo padre. Saranno i risultati, in questo caso la riduzione della proteinuria, a dire se la terapia ha avuto la sua efficacia oppure no.
Un'altra buona alternativa terapeutica è l'aliskiren, un farmaco di recente sintesi che sta dando risultati sorprendenti, ma per la cui prescrizione bisogna rientrare in alcuni parametri.
Per quanto riguarda le notizie reperibili su internet, la invito alla prudenza, in quanto può trovare tutto e il contrario di tutto.
Molto Cordialmente

Dott. Mario Manunta
Senior Clinical Diabetologist
Scuola Educatori in Diabetologia AMD

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio di cuore e le auguro
un Felice Anno

Cordialmente
Sabrina P.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Chiedo scusa dimenticavo,
come deve porsi mio padre nei confronti degli antibiotici ed antinfiammatori (Voltaren o ibrobrufene) in caso di necessità vista la sua patologia?
La ringrazio.
Sabrina P.
[#4]
Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 899 50
Gentile Signora,

innanzitutto mi permetta di concordare nel modo più assoluto con quanto già espresso dal dottor Manunta circa la terapia antiipertensiva.
In ordine a quanto aggiunto in seguito, direi che a quanto lei ha riportato manca un dato fondamentale: il valore della creatininemia, espressione del grado di funzione dei reni.
Essendo presente proteinuria non trascurabile in presenza di ipertensione, è altamente probabile la presenza di una patologia cronica renale, probabilmente conseguenza dell'ipertensione. In questo caso l'uso di antiinfiammatori è sconsigliabile se non per brevissimi cicli non continuativi, per il rischio di peggiorare la funzione dei reni. Ciò è tanto più vero se la creatinina dovesse già essere lievemente alterata. sarebbe ovviamente utile conoscere l'indicazione per cui suo padre dovrebbe assumere tali farmaci. Per ciò che concerne gli antibiotici, è utile sapere che alcuni possono essere più dannosi per il rene di altri. Il suo medico di medicina generale e/o il suo nefrologo sapranno però certamente consigliarla per il meglio in relazione all'indicazione all'utilizzo degli antibiotici stessi. Alcuni antibiotici vengono eliminati dai reni, per cui le dosi vanno aggiustate nel caso in cui la funzione dei reni stessi sia alterata. Anche in questa situazione, si affidi ai suoi medici.


Dr. Filippo Mangione
Specialista in Nefrologia
Dirigente Medico - Fondaz. IRCCS Policlinico S. Matteo - Pavia

[#5]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per l'attenzione prestatami,
al momento ho il valore della creatinina che risulta essere sempre uguale da diversi mesi ( 1,3 mg/dl o.7- 1.2 M valori di riferimento ).
Purtroppo ricorre al Voltaren o Ibrobrufene a causa di una lombalgia, comunque l'uso di tali farmaci è limitato a 2-3 volte l'anno per circa 2-3 giorni non di più.
Per l'antibiotico non ne fa uso mi sono posta io il problema nel caso di una eventualità futura.

Le auguro un Felice Anno

Sabrina P.
[#6]
Dr. Mario Manunta Medico internista, Diabetologo 722 29
Gentile Signore, il valore della creatininemia è senz'altro di fondamentale importanza, anche se è più corretto monitorare l'andamento della Clearance della Creatinina (calcolabile tramite formule validate dalle Società Scientifiche e non necessariamente con la raccolta delle urine delle 24 ore).
Per quanto riguarda il tipo di antibiotico da assumere, sarà il suo Medico Curante a stabilirlo in base al tipo d'infezione e della condizione clinica del momento, infatti se è deprecabile, in senso lato, la diffusa pratica dell'automedicazione, a maggior ragione lo è in un soggetto fragile come è suo padre.
L'uso degli antinfiammatori, che dovrà essere ridotto al minimo, dovrà essere sempre supervisionato da un Medico. Per il controllo del dolore si possono utilizzare farmaci di altra categoria che meno "offendono" la funzionalità renale.
Restando a sua disposizione per qualsiasi, ulteriore chiarimento, le invio i miei più Cordiali Saluti.
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L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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