Idronefrosi destra e problemi secondari

Buongiorno,

scrivo ai Gentili Urologi anche se forse la materia sia di competenza anche nefrologica ormai. Mia madre, 73 anni, è stata operata di emicolectomia dx nel 2006 per adenoca mucinoso colon destro. Nel marzo 2009 rioperata per mts pelvica ed epatica (intervento molto lungo ma sembra risolutivo) con resezione della cupola vescicale, amputazione del retto, resezione g5 epatica, resezione ileo, omentectomia. Tre mesi fà ad un controllo TAC (negativo per recidive neo) è stata evidenziata idronefrosi bilaterale maggiore a dx (creatinina 1.8). Il tentativo di stenting destro è fallito per stenosi serrata dell'uretere quindi è stata posizionata alcune settimane fà nefrostomia dalla quale però non defluiva urina. La nefro è quindi stata rimossa quasi subito. Oltre a questo problema hanno scoperto che l'incontinenza di cui soffre dall'ultimo intervento è dovuta ad una fistola vescico-vaginale che è stata chiusa, non sò se con successo totale, per tramite di colla specifica. Il problema attuale sono la creatinina e l'uricemia che stanno salendo esponenzialmente (attualmente creatinina 2.26 e urea 144). Loro dicono che il rene dx ormai è escluso e che funziona solo minimamente (non è stata eseguita nessuna scinti ma solo un'eco) e che il sinistro compensa bene. Se questo è vero perchè questi valori ematici stanno salendo così? Perchè hanno deciso di tentare uno stenting destro e successivamente hanno rinunciato? Magari bastava una guida più rigida...e far defluire in vescica quel poco di urina che ancora produce il destro forse non farebbe salire la crea e l'urea? Mi hanno prospettato due settimane fà una nefrectomia destra per il rischio infezioni, ma stamane guarda caso il rischio anestesiologico è diventato importante e quindi hanno rinunciato anche a questo. Ma questa idronefrosi destra non è stata trattata un pò superficialmente? Chiedo consulto ai Sigg.ri Urologi in primis e anche, a sto punto, ai Sigg.ri Nefrologi sulle iniziative da seguire perchè il sottoscritto ormai ha le idee confuse. Grazie
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Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 900 50
Caro Signore,
il suo consulto è stato spostato in Nefrologia, anche se concordo con lei che è di interesse multidisciplinare e strettamente correlato a problematica urologica.

Sarebbe innanzitutto necessario inquadrare il caso per l'eventuale presenza di nefropatia precedente all'intervento (creatininemia normale? diabete? ipertensione? proteinuria?).

Dai dati che lei riferisce l'ipotesi principale rimane quella ostruttiva. E' chiaro che l'abolizione della funzione del 50% (perdita del rene destro) in una signora di 73 anni produce un significativo incremento della creatininemia.

E' da valutare anche la condizione generale della sua cara: la capacità di alimentazione e di idratazione in particolare, per escludere uno stato di progressiva disidratazione correlata ad un inadeguato introito idro-salino.

Un saluto,

Dr. Filippo Mangione
Specialista in Nefrologia
Dirigente Medico - Fondaz. IRCCS Policlinico S. Matteo - Pavia

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dopo
Utente
Utente
Preg.mo Dott. Mangione,

la ringrazio per la celere risposta. Ho appena ritirato una tc total body con mdc eseguita al San Matteo dove, oltre purtroppo una piccola recidiva pelvica di malattia, regalino estivo che dovremmo trattare tempestivamente e chirurgicamente come ormai è prassi periodica per mia madre, si nota un'idronefrosi destra. Due mesi fà aveva avuto sempre un'idronefrosi destra poi evacuata chirurgicamente dopo il tentativo di stenting destro. Se ora si è ricreata forse la mia ipotesi che quel rene in realtà stà funzionando, anche parzialmente, era azzeccata? Non sono un urologo ma sono Infermiere e, mi smentisca se sbaglio, forse bisogna ritentare lo stenting destro magari con una guida più rigida. Che ne pensa? Ho chiesto una visita urgente urologica all'Humanitas anche perchè devo risolvere in fretta questa problematica perchè dovremmo intervenire celermente per la recidiva, dato che per ora è circoscritta.
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Dr. Filippo Mangione Nefrologo, Medico internista 900 50
Caro Signore,
non posso esprimermi sulla possibilità di stenting con cateteri più o meno rigidi perchè non faccio quel lavoro; certo in condizioni di malattia pelvica di questo tipo è molto verosimile che non si riesca a risalire con lo stent. Il fatto che la diuresi dalla nefrostomia sia stata molto scarsa potrebbe essere indicativo di un'esclusione funzionale del rene, ma bisognerebbe tenere in considerazione altri fattori (stato di idratazione in particolare); sarebbe utile anche conoscere la descrizione eco o TC del parenchima destro.
Talvolta è prassi da parte degli urologi eseguire una scintigrafia pre- e post-nefrostomia, che in genere viene mantenuta in sede per qualche settimana.

Ci tenga aggiornati se le va.