Discopatia,stabilizazione vertebrale,spondilolistesi,

All'eta di dicioto anni mi è stata diagnosticata una spondilolistesi di L5 su S1 , dopo 28 anni di sofferenze L5 era scivolata in avanti di 15mm il disco sottostante non esisteva quasi piu, e questo scivolamento a causato danni ai due dischi sovrastanti quello di L4 su L5 era strappato disidatrato ecc, in parte minore anche il disco di L3 su L4 , mi è stato consigliato un neurochirurgo che rassicurandomi sulla risoluzione del problema e sui minimi tempi di recupero mi ha operato in sostanza mi ha rimesso quasi in asse L5 , forato S1 e inserito un perno fra L5 e S1 poi le due vertebre sono state bloccate con viti e barre in titanio , senza descrivere tutto il decorso dopo quasi quattro anni ho il 90% dei problemi che avevo prima dopo vari accertamenti con RX in diverse posizioni la vertebra superiore L4 si muove causa il disco sottostante danneggiato, il mio chirurgo cambiando diverse versioni prima mi ha detto che se non si stabilizzava mi avrebbe rioperato poi adesso devo aspettare altri 2 3 anni, potete capire il mio stato d'animo, mi è stato spiegato da altri neurochirurghi che il problema piu frequente che può sorgere dopo tale operazione è che il disco sopra la parte bloccata ha una sofferenza maggiore e col tempo rischia di danneggiarsi ma il mio era gia danneggiato prima, come può il chirurgo aver fatto una valutazione cosi sbagliata!!! Adesso mi è stato proposto di allungare le barre che stabilizzano L5 e S1 e bloccare anche L4 ?? e se poi il problema si ripresenta su L3 ?? esistono altre tecniche tipo sostituire il disco con uno in titanio .
Anche se non menzionato prima, ho sempre fatto esercizi per rinforzare la parte addominale e dorsale senza caricare pesi: purtroppo faccio il magazziniere sono sempre in piedi e talvolta devo alzare pesi....( ringrazio chi voglia aiutarmi )
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Considerato che ha già delle barre e che la sofferenza permane "al 90%", considererei un po' azzardato continuare con la stessa metodologia.
Presumo che il Suo problema potrebbe (in condizionale è d'obbligo in considerazione che non ho visionato le immagini radiologiche, nè ho idea di quale sia la Sua obbiettività neurologica) essere affrontato con la tecnica mininvasiva, che ho descritto nella mia pagina personale di questo sito (vedi i due articoli minforma sulla chirurgia spinale).
Si tratterebbe di eseguire la discectomia, cruentizzare i piatti vertebrali sovra e sottostante ed iniettare in sede una sostanza riassorbibile, nel giro di alcuni mesi, con effetto stabilizzante.
In questo modo avrebbe il risultato senza interferire con lo spazio sovrastante e senza avere ulteriori "metalli" all'interno della Sua schiena.
Cordialmente.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio della risposta che mi indica un possibile percorso diverso da quelli finora prospettati, non conoscendo questa tecnica potrei avere altre informazioni a riguardo , tipo la percentuale di esiti positivi e le probabili complicanze.
credo che il mio problema il disco della vertebra sopra l'intervento di stabilizazione che si modifica con la flessione e l'estensione della colonna lombare non sia cosa rara ,
le possibili soluzioni sono allungamento delle barre in titanio e bloccaggio della vertebra sovrastante
, discectomia con iniezione di sostanza stabilizante, per avere un quadro completo esistono altre possibili
tecniche.
Ancora molte grazie per il servizio che offrite , il problema è che parlando con diversi neurochirurghi
ognuno avvalendosi della sua specializzazione prospetta metodiche molto diverse .
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Le percentuali di successo sono in funzione dello stadio iniziale. Ad es. se si parte già da uno slivellamento fra corpo sup. ed inf., se tale slivellamento è instabile, se il canale spinale è ampio o ristretto (per sua caratteristica), se i forami di coniugazione sono liberi (cosa abbastanza inusuale per chi ha sofferto, o soffre, di sciatica) da fatti fibro-aderenziali, se vi sono malattie internistiche alla base (ad es. il diabete) che interferiscono sulla regressione della neuropatia...
Diciamo che, esclusi i casi estremi (tipo paz. molto giovane, cioè poco più che adolescente), praeter mobilità vistosa...., il risultato è più che buono non fosse altro perchè i disturbi tendono a regredire anche velocemente nella stragrande maggioranza dei casi e non occorre fare altro (molto spesso neanche la fkt).
Considerata la procedura, mininvsiva, nessuna protesi metallica ecc..., il problema andrebbe sempre affrontato nei termini che Le ho illustrato.
Nei rari/rarissimi casi in cui ciò non fosse clinicamente, e sottolineo solo clinicamente, sufficiente sarà sempre possibile affrontare la stabilizzazione metallica a cielo aperto/anestesia generale..., con tutto quello che Lei sa cosa significhi, in quanto la via di approccio (cielo chiuso e cielo aperto) è totalmente diversa e le due diverse vie di approccio alla colonna non si incontrano.
Come Lei vede, è meglio fare le cose per gradi, soprattutto per la grande differenza del trauma chirurgico, temporaneo e per gli effetti permanenti, e per la più che soddisfacente percentuale di successi per la via mininvasiva.
Le possibili complicanze, infine, sono le stesse della strumentazione metallica a cielo aperto, ma in percentuali statisticamente molto più ridotte sia per la minima "invasione" chirurgica sia perchè non vengono lasciati in loco corpi estranei in permanenza.

Questo che Le ho fatto è un discorso in generale, poi bisogna vedere il caso singolo.

Cordialità.